Se vogliamo lasciare i nostri lavori è anche perché ci sembrano assurdi, frustranti e privi di senso

Sempre più persone stanno lasciando o cambiando lavoro, dopo aver capito che la propria carriera non può essere tutto nella vita. La ragione sta anche nel fatto che molti di noi fanno quelli che l’antropologo americano David Graeber chiama “bullshit jobs”, cioè lavori senza senso: occupazioni sì ben retribuite ma così inutili, superflue o addirittura dannose che anche chi le svolge non riesce a giustificarne l’esistenza, pur sentendosi obbligato a farlo, con conseguenze sulla propria salute mentale.

Che disastro, Bridget Jones! Sì, per le donne.

Siamo tutte un po’ Bridget Jones, frastornate dai compromessi, con l’angoscia del tempo che passa e degli obiettivi raggiunti, con il terrore di essere brutte, di non piacere, e con la paura di non riuscire a intraprendere la carriera che sogniamo; ma dovremmo anche essere tutte consapevoli del fatto che non siamo per forza obbligate a scegliere tra un Daniel Cleaver e un Marc Darcy per dare un senso alla nostra vita.

Per contrastare la crisi climatica dobbiamo costruire ecosistemi virtuosi, imitando la natura

La collaborazione attiva e partecipata che animali e piante mettono in atto all’interno di un ecosistema biologico, agendo su più livelli per far fronte ai continui cambiamenti a cui l’ambiente in cui vivono è sottoposto e li sottopone, offre una prospettiva a cui dovremmo iniziare a guardare per costruire un sistema virtuoso in grado di contrastare la crisi climatica. Per provare a sanare la situazione in cui ci troviamo, infatti, dobbiamo imparare ad adattare il nostro stile di vita, a costruire e ricostruire costantemente le nostre abitudini, proprio come avviene in natura, tenendoci pronti ad abbandonarle quando rischiano di danneggiare chi ci sta attorno.

“Aftersun” mostra i nostri continui tentativi di riconciliare i ricordi con l’assenza di chi amiamo

“Aftersun”, il debutto cinematografico di Charlotte Wells, in un modo contemporaneamente semplice e intenso, si configura come una storia su come i ricordi delle persone che amiamo si evolvono e cambiano forma, in un continuo processo di stratificazione; su quanto impegno impieghiamo nel colmare con l’immaginazione o le supposizioni i dati mancanti; su come finiscano per determinare il modo in cui viviamo il presente.

Ormai etichettiamo ogni comportamento che non condividiamo come “tossico”. Dobbiamo smetterla.

Da quando il linguaggio psicologico è diventato più dominante nel mondo occidentale, siamo sempre più ossessionati dall’idea di dare un senso e trovare una parola per ogni aspetto della nostra emotività. Sui social media, il fenomeno delle persone che attribuiscono diagnosi al comportamento quotidiano, è molto diffuso; con la conseguenza che quando interpretiamo ogni aspetto dei nostri mondi interiori e di quelli altrui come patologico restiamo bloccati in una narrativa limitante.

“Il maratoneta” è una delle più belle performance di Dustin Hoffman. Merita di essere visto.

Correre è una delle azioni più narrative dell’essere umano, perché è qualcosa che ha un inizio e una fine; porta da un punto di partenza a una meta e, nella sua durata, compie qualcosa dentro di noi. Non stupisce, dunque, che questa pratica abbia ispirato la storia di Babe, protagonista del film del 1976 “Il maratoneta” di John Schlesinger interpretato da Dustin Hoffman, un ragazzo ebreo che a seguito di un incidente imprevisto vede cambiare le sorti della sua vita, intraprendendo un percorso di crescita al termine del quale, dopo aver sondato la sottigliezza della linea che divide il bene e il male, capirà di essere diventato adulto e di poter arrestare la sua corsa.

Nella scuola italiana, la Storia si ferma al 1945 e la gente confonde Mandela con Morgan Freeman

Tra i ricordi legati agli argomenti di Storia che si studiano a scuola, nella memoria di ogni studente ci sono alcune immagini indelebili, tra cui la Mesopotamia, lo scioglilingua Tigri-ed-Eufrate, la “Mezzaluna fertile”; per quanto riguarda gli eventi successivi alla seconda guerra mondiale, invece, le immagini sono molto più sfuocate. L’insegnamento di questa materia nella scuola italiana, infatti, sembra seguire una linea temporale che si interrompe di colpo quando ci si avvicina a sondare i collegamenti con i giorni nostri, per poi ricominciare il percorso da capo senza arrivare mai a trattarli. Al contrario, sarebbe importante che la formazione storica fosse completa e creasse dei ponti con il presente, per offrire agli studenti tutti gli strumenti per riallacciarsi all’attualità.

La ragazza “triste ma sexy” è l’ennesimo stereotipo distorto dai media per compiacere gli uomini

La tristezza femminile continua a essere proposta dai media come cool e sexy, ma la riproduzione di questo schema, invece di rappresentare un movimento di liberazione, reclamando il diritto delle donne di vivere la propria sofferenza come credono, si sta riducendo all’ennesima stereotipizzazione della loro emotività, associata alla fragilità, alla passività e all’incapacità di manifestare la propria rabbia. L’immagine della ragazza abbastanza sofferta da essere interessante, ma mai fino al punto di non apparire perfetta e attraente, infatti, ha molto più a che fare con i fenomeni social e con il compiacimento di un modello manipolabile e gradito agli uomini che con la realtà.

Ecco 23 capolavori cinematografici che, a nostro parere, dovresti vedere quest’anno

Tra i capolavori del cinema di cui, per diverse ragioni, si è persa memoria negli ultimi anni, da “Amores Perros” di Alejandro González Iñárritu a “Paris Texas” di Wim Wenders, passando per “Sulle mie labbra” di Jacques Audiard, “True Romance” di Tony Scott e “Dolls” di Takeshi Kitano, ecco i 23 titoli che, secondo noi, dovresti vedere nel 2023.

Ecco, a nostro modesto parere, le 10 migliori serie del 2022

È stato un anno di riconferme e di successi determinati più dall’algoritmo che da altro, ma, soprattutto, di grandi narrazioni: “Scissione”, “The Bear”, “Pachinko” e “Bad Sisters” sono solo alcune delle migliori nuove serie tv uscite in Italia nel 2022. Queste sono le 10, che a nostro modesto parere, vale la pena guardare, anche a costo di rinunciare alla propria vita sociale. Se ne hai ancora una.

“Piccolo Grande Uomo” è il capolavoro che racconta attraverso la vita di un uomo quella di tutti noi

“Piccolo Grande Uomo”, film del 1970 diretto da Arthur Penn, restituisce tutto il fascino di un racconto epico eppure umano, che riesce a ritrarre una sorta di eroismo inosservato, relegato a quelle che erano per antonomasia le estreme propaggini dell’impero: una dimensione indomita, di nessuno, in cui il singolo faceva e diventava la storia, scegliendo di non appartenerle. Il viaggio del protagonista Jack Crabb – interpretato da un giovane Dustin Hoffman –, infatti, rappresenta la vita di tutti noi, incarnando il coraggio di credere nella propria verità e nei propri valori personali, pur non vedendoli riconosciuti, come ragione che muove l’esistenza.

Il governo Meloni ha un’idea tutta sua di cosa significhi transizione digitale: tornare al calamaio.

Nel discorso di insediamento alla Camera dei deputati, Meloni ha aggiunto tra i suoi temi la transizione digitale, peccato che le sue parole siano in contrasto con i fatti. Secondo l’indice Ue della digitalizzazione dell’economia e della società (Desi) l’Italia è al diciottesimo posto sui ventisette Stati membri e più di metà dei cittadini italiani non dispone di abilità digitali di base. Se durante il governo Draghi abbiamo fatto dei passi avanti scalando sette posti, oggi sembra che la linea dell’esecutivo Meloni sia restia alla transizione digitale, tra tentativi di ostacolare i pagamenti elettronici, spegnimento dello Spid e ritardo nella proroga delle ricette mediche elettroniche. Non bastano grandi discorsi se, nei fatti, manca solo di reintrodurre il calamaio nelle scuole.

Il diritto al dissenso e alla libertà di stampa sono la base di una democrazia. Serve difenderli.

Se da un lato l’avvento delle piattaforme digitali ha contribuito a democratizzare l’accesso alle informazioni, moltiplicando per i giornalisti le possibilità di esprimersi e per gli utenti le opportunità di rimanere aggiornati sugli eventi del mondo, dall’altro lato la quasi totale assenza di filtri ha favorito, anche nei Paesi democratici, la parziale sostituzione dei fatti con le opinioni e la conseguente diffusione di contenuti radicalizzati e discriminatori, quando non vere e proprie fake news. Essendo l’Europa il continente in cui le disparità fra Stati in termini di libertà di stampa appaiono più evidenti, è più che mai necessario che l’UE continui a lavorare su due fronti complementari: la difesa del diritto di critica e del giornalismo indipendente e la lotta alla censura e alla disinformazione.

L’Argentina ha vinto i Mondiali 2022, in Qatar. A perderli sono stati i diritti umani.

L’edizione dei Mondiali di quest’anno, la prima a essere ospitata da un Paese arabo, andrà ricordata, anche per le controversie che l’hanno segnata: le polemiche sulle modalità di assegnazione, la morte dei lavoratori impiegati, la minaccia di un ammonimento ai giocatori per l’esposizione di una fascia a favore dei diritti LGBTQ+ e il caso di presunta corruzione che ha coinvolto il Parlamento europeo.

La nuova Mercoledì non è la paladina degli outsider ma solo l’ennesima celebrazione dell’essere cool

GenZ-baiting, come l’ha definita qualcuno, la serie “Wednesday” mette insieme ogni singolo elemento per produrre il contenuto virale perfetto: c’è l’operazione nostalgia di un format di culto, la famiglia Addams, c’è il giallo, c’è il tema della diversità e degli outsider, c’è un balletto virale perfetto per TikTok, ci sono gli adolescenti problematici che si sentono incompresi. Quello che manca nel nuovo prodotto Netflix, però, è il mordente del personaggio originale di Mercoledì, che si riduce a una rappresentazione bidimensionale, con l’aggiunta di una stranezza posticcia che non ha nulla a che vedere con la diversità, ma è solo un modo laterale di essere comunque cool.

Per difendere la democrazia, gli Stati Ue devono agire uniti e compatti a tutela dei diritti umani

Accanto alla consolidata resistenza portata avanti da alcune minoranze sistematicamente oppresse, l’ultimo anno ha visto, in diversi Stati europei ed extra-europei, l’emergere – o il rafforzarsi – di molteplici movimenti di opposizione, spinti da istanze diverse ma che condividevano la volontà di rivendicare i più basilari diritti umani e civili. Di fronte alla soppressione delle libertà di base che è stata attuata in Ucraina a seguito dell’invasione russa, ma che avviene anche in Polonia, Biellorussia e Ungheria per opera del Governo in carica, l’unica risposta possibile rimane la ferma condanna di ogni abuso: solo questa chiara unità di intenti garantirà all’Europa la forza necessaria per non cedere ai ricatti delle dittature.

Subdola e cinica, la furia della stampa scandalistica è la vera protagonista di “Harry & Meghan”

Mentre la verità è la grande assente nella docuserie “Harry & Meghan”, dove Markle appare come quella vincente, migliore e impeccabile in ogni situazione, senza alcuno spazio per errori e difetti, a essere fortemente protagonista è la furia bestiale, spesso cinica e subdola, della stampa scandalistica, capace di distruggere vite e famiglie intere. Un comportamento adottato non per spirito di servizio pubblico, ma solo per i propri interessi.

La moda è al tempo stesso materia e immagine, strumento che racconta il tempo che viviamo

L’abbigliamento ha rivestito nella storia un ruolo decisivo nella distinzione fra le classi sociali, nella promozione di determinati valori morali e infine nella costruzione e nell’espressione dell’identità personale, come ci ricorda la Masterclass di Basement Café by Lavazza su “La sfida della moda agli stereotipi di genere” con Mariella Milani e Stephanie Glitter.

“Sulle mie labbra” è il film che devi vedere se credi che ci si possa amare a prescindere da tutto

Con “Sulle mie labbra”, Audiard mette in scena una fenomenologia dell’umana comprensione, cercando con precisione scientifica, nei dettagli più sottili, la spinta che ci permette di avvicinarci all’Altro e di scoprire quanto i legami che stringiamo, spesso, ci offrano l’occasione di vedere un punto di forza anche nelle parti di noi che abbiamo sempre percepito come delle inguaribili mancanze.

Carne e latticini emettono tanto metano quanto un continente. È insostenibile, dobbiamo cambiare.

Secondo studi recenti, un terzo di tutte le emissioni di gas serra del Pianeta derivano dalla produzione alimentare, di cui la gran parte è ascrivibile all’industria della carne, seguita dal settore lattiero-caseario, tanto che secondo gli scienziati evitare carne e latticini a tavola è il modo migliore per ridurre l’impatto ambientale nella propria quotidianità.

L’Italia è il Paese G20 in cui dal 2008 i salari sono diminuiti di più, o cambiamo o non c’è futuro

L’Italia è il Paese, tra quelli del G20, in cui i salari sono diminuiti di più in termini reali dal 2008, con una riduzione del 12%. È quanto emerge dall’ultimo rapporto dell’Organizzazione internazionale del lavoro, che evidenza come la crisi riduca ulteriormente il potere d’acquisto degli italiani, a causa della combo di inflazione e rallentamento della crescita globale. L’analisi mostra poi come a pagarne le conseguenze siano soprattutto lavoratori a basso reddito, che utilizzano la maggior parte del proprio salario per la spesa in beni e servizi essenziali, che in genere subiscono un aumento di prezzo maggiore rispetto agli altri.

In una società che limita e condanna il piacere, godere è un atto politico

Il problema, in Italia, ma non solo, è che fin dai primi anni di vita le persone vengono educate alla negazione del piacere, oppure a viverlo in maniera distorta e a volte violenta o abusante, e soprattutto perché nelle scuole non è ancora stata introdotta l’educazione sessuale ed emotiva e nella maggior parte dei casi nemmeno all’interno delle famiglie se ne parla. Solo attraverso l’informazione e la normalizzazione di questi argomenti è possibile far sì che ciascuno capisca di avere il diritto di provare piacere, senza pregiudizi, moralismi e rischi di essere vittima di domini non consensuali.

Vogliamo essere tutti belli, a ogni costo. Per questo abbiamo smesso di vivere.

Negli ultimi anni abbiamo cominciato a essere circondati da slogan che ci invitano ad accettarci così come siamo. D’altro canto, però, sui social ci confrontiamo quotidianamente con un canone estetico omologato e, spesso, ottenuto attraverso la chirurgia estetica. Il rischio è che, bombardati di stimoli che fanno focalizzare la nostra attenzione solo sull’aspetto fisico, finiamo in un tunnel di confronti con quelli che diventano i nostri modelli fisici di riferimento e di insoddisfazione.

Ammalarsi per eccellere nello sport non significa darsi una disciplina, ma subire un abuso di potere

La stretta interrelazione fra la capacità di darsi una disciplina e il miglioramento delle prestazioni rappresenta l’aspetto più delicato dello sport, perché può far scattare dei veri e propri meccanismi di dipendenza che portano l’atleta ad annullarsi, a sprofondare nel suo stesso spirito di sacrificio, rendendo quello che è un mezzo per migliorare la condizione fisica una malattia a tutti gli effetti.

Elon Musk può comprarsi tutto quello che vuole, tranne la vita dei suoi dipendenti

Elon Musk con i suoi soldi può permettersi di comprare tutto quello che vuole, tra cui Twitter, ma forse non considera che al mondo ci sono qualità, come la lealtà e la fiducia che non si possono comprare, e altre, come il rispetto e la dignità degli altri, che dovrebbero costituire le fondamenta di ogni rapporto, soprattutto lavorativo.

Tra jet privati, greenwashing e lobby del petrolio, Cop27 è solo bla bla bla mentre la terra brucia

Nonostante la morbosa attenzione ricevuta dai media, le Cop diventano sempre più simili a passerelle per i leader internazionali e trampolini di lancio per progetti di greenwashing. Per dirla con le parole di Greta Thunberg, si tratta di un “bla bla bla” che mira a delegittimare le istanze più radicali dei movimenti ambientalisti attraverso la vuota promessa di riuscire a salvare l’umanità senza dover mettere in discussione i paradigmi che l’hanno portata fin qui.

Riciclo è anche nuova bellezza, rinnovamento, come ci mostra “Recycling Beauty” di Fondazione Prada

Nonostante oggi “riciclo” e “riuso” siano termini molto diffusi, soprattutto per limitare gli sprechi, consumare meno risorse e ridurre l’impatto sull’ambiente, la pratica accompagna da sempre la storia dell’umanità. A indagarne l’importanza contemporanea è “Recycling Beauty”, la nuova mostra di Fondazione Prada visitabile fino al 27 febbraio 2023 a Milano, che attraverso una ricerca sulle opere antiche che nel corso dei secoli hanno cambiato significato e sono state reimpiegate in contesti diversi da quelli di origine, ci invita a considerare il passato come una forza capace di incidere sull’oggi, in un continuo confronto tra ciò che siamo stati e cosa possiamo essere.

“Figli di un dio minore” mostra come l’ascolto sia la chiave per amare anche chi è diverso da noi

“Figli di un dio minore”, film del 1986 diretto da Randa Haine, ci mostra come in un mondo dominato dal logos e dall’imporsi della voce più grossa, chi non riesce a esprimersi adeguatamente viene ingiustamente schiacciato, e che il problema non è del singolo, ma della stessa cultura che sostiene e nutre certi rapporti di forza.

“Triangle of Sadness” critica i ricchi ma svela il nostro compiacimento per le disgrazie altrui

In “Triangle of Sadness” non c’è spazio per un abbattimento delle gerarchie orientato all’uguaglianza, ma soltanto per un desiderio di sopraffazione che lascia poco spazio agli scrupoli. La soddisfazione compiaciuta che deriva dall’osservare la morale mercenaria che accomuna tutti i personaggi svela infatti l’altra faccia della nostra Schadenfreude, che non è legata soltanto un sentimento di rivalsa, ma a una profonda forma di invidia che ci assale tutte le volte in cui sospettiamo che qualcuno possa condurre un’esistenza più desiderabile della nostra.

Letta aveva promesso un’opposizione dura e intransigente. Ma dove? Il PD è evanescente.

Mentre stiamo già assaggiando il boccone amaro della destra al potere, tra occhiolini agli evasori, esseri umani paragonati a merce, nostalgici del Fascismo dichiarati nei ruoli di comando e decreti da stato di polizia, si sono perse le tracce dei principali sconfitti alle elezioni. A più di quaranta giorni dal 25 settembre, il Partito Democratico sembra non essersi accorto di tutto ciò che è successo da quel giorno in avanti ed esiste soltanto come simulacro di se stesso.

“La timidezza delle chiome” racconta la disabilità intellettiva in una chiave unica e universale

“La timidezza delle chiome”, opera prima di Valentina Bertani, porta sul grande schermo uno stralcio di vita di Benji e Joshua, due ragazzi con disabilità cognitiva, senza mai sfociare nell’abilismo. Il racconto riesce a mettere in scena una fotografia singolare attraverso una forma di narrazione caratterizzata dalla neutralità di giudizio e da un limpido realismo.

I corsi per diventare seduttori spopolano perché non siamo più capaci di interagire con gli altri

Siamo sempre più soli, abbiamo difficoltà a fare amicizia e ci sentiamo insicuri nell’approcciare persone sconosciute, così tanto da rinunciare in partenza. È questo il contesto in cui proliferano i corsi per conquistare partner con presunte tecniche infallibili di rimorchio che consistono in una serie di trucchetti di abbigliamento, atteggiamenti e argomenti “per fare colpo”, infarciti di luoghi comuni e malcelato sessismo.

Senza soluzioni per i problemi reali, il governo punta su “difendere i confini”. Da cosa non si sa.

Da giorni il porto di Catania è diventato il teatro dell’ignominia, nonché secondo il governo il centro del mondo. Ma non lo è e non dovrebbe esserlo, visto che ancora i cittadini italiani aspettano risposte concrete sui problemi che quotidianamente e tangibilmente li affliggono, e che non sono certo collegati allo sbarco di persone in estrema difficoltà.

Solo superando la nostra stessa idea di progresso, e quindi evolvendo, potremo rigenerare il pianeta

Davanti agli effetti del cambiamento climatico è inevitabile interrogarsi sui valori che descrivono la traiettoria della cultura a cui apparteniamo. Il significato che diamo alla parola “progresso”, per esempio, non può più limitarsi all’idea di una cieca corsa in avanti, ma deve diventare un avanzamento consapevole, un’evoluzione orientata alla cura del nostro pianeta, che contribuisca a “rigenerarlo”. È questo l’impegno che anima il progetto Re-Generate curato da Audi, un format di eventi il cui prossimo appuntamento si terrà il 9 novembre, per parlare di come tecnologia e innovazione possano aiutarci a creare un futuro più sostenibile e responsabile.

Come il “people pleasing”, l’ossessione di piacere agli altri a tutti i costi, ci rovina la vita

Con people pleasing si intende l’ossessione di piacere agli altri, che porta ad annullare la propria natura per ottenere approvazione ed evitare un possibile rifiuto. Dovremmo comprendere che la gioia che riceviamo dal soddisfare i nostri bisogni sarà sempre maggiore di quella che proviamo se accontentiamo gli altri sacrificando noi stessi.

I treni sono il mezzo del futuro ma in Italia non lo abbiamo ancora capito

Mentre nel resto d’Europa aumentano le iniziative per incentivare l’utilizzo dei treni, soprattutto nelle medie distanze, in Italia il settore resta poco sviluppato e molto problematico, nonostante il suo impatto ambientale sia solo lo 0,4% di quello proveniente dal settore dei trasporti. All’aumento dei costi non è infatti conseguito un incremento della qualità del servizio. Eppure, i treni sono il mezzo del futuro: bisogna puntarvi per migliorare la qualità della vita e ridurre radicalmente le emissioni inquinanti.

L’Amazzonia raccontata da Sepúlveda mostra quanto siamo stati irresponsabili con il nostro pianeta

“Il vecchio che leggeva romanzi d’amore” è una delle più autentiche eredità che Sepúlveda ci ha lasciato, spronandoci a recuperare una sensibilità maggiore nei confronti di una natura che costantemente deturpiamo, prendendo coscienza e iniziativa di fronte a una situazione di cui siamo tutti diretti responsabili.

Nelle serie crime il serial killer è sempre un “mostro” molto diverso da noi. Nella realtà no.

Sul grande e piccolo schermo, le biografie sui serial killer – da “Dexter” a “Bates Motel”, da “Il silenzio degli innocenti” a “Dahmer” – mostrano personaggi raccontati sempre come esseri “mostruosi”, le cui caratteristiche – l’intelligenza, il non avere amici, l’essere vittima di traumi – ci spingono a credere che la loro storia sia sempre molto diversa dalla nostra, assecondando il nostro bisogno di dividere tra buoni e cattivi. Non è un caso se la maggior parte degli assassini seriali viene rinominata anche dai media con epiteti che rimandano alla disumanità. Eppure, riconoscere che ci assomigliano più di quanto vorremmo credere significa accettare la fragilità della realtà.

No, il concetto di merito non deve avere nulla a che fare con l’istruzione

Il “Ministero dell’Istruzione e del Merito” di Meloni ha lasciato perplessi non pochi pedagogisti, tutti concordi nel ritenere che il percorso formativo di uno studente non debba sottostare a un sistema meritocratico, ma che la scuola sia prima di tutto un diritto che va garantito a tutti. Accostare l’istruzione al merito è antidemocratico e dannoso perché incentiva la competizione malata e l’ossessione per la performance, in una società che avrebbe bisogno dell’esatto contrario: crescere adulti appagati dà ciò che fanno, valorizzando ambizioni, talenti e inclinazioni di ognuno.

Qualcuno spieghi a Berlusconi che il candidato Premier non era lui ma Meloni

In questi giorni con poche mosse, Berlusconi ha messo in difficoltà Meloni più di quanto abbiano fatto Letta, Conte o Calenda in mesi di campagna elettorale, e chi pensa che si tratti di sparate estemporanee o deliri dettati dall’età si sbaglia di grosso. Il Cavaliere sta facendo ciò che ha sempre tentato di mettere in atto dal 1994 in poi: trasformare la politica in un’azienda personale; e la sua allergia ai ruoli da gregario lo sta portando a fare opposizione al governo della sua stessa coalizione meglio di chiunque altro.

I genitori dovrebbero smetterla di assolvere i figli, o rimarranno figli per sempre

La scuola, come scrisse il giornalista Sydney J. Harris, ha lo scopo di trasformare gli specchi in finestre, quindi di formare un individuo ampliando le sue conoscenze e i suoi orizzonti, ma non può ribaltare i diktat educativi che un figlio ha appreso dai genitori. Spetta dunque alle famiglie far sì che la loro prole possa guardare oltre il semplice specchio, impedendo che resti incastrata nella propria immagine.

Ascoltare Santoro parlare di resa dell’Ucraina per ottenere la pace, e temere che sia stato clonato

Fino a una decina d’anni fa, l’elettorato di sinistra sapeva di poter contare su un’oasi in mezzo alla televisione berlusconiana. Il trio composto da Michele Santoro, Marco Travaglio e Vauro Senesi rappresentava un punto di riferimento politico e identitario. Oggi, confondendo la “pace” con la resa dell’Ucraina, forse Santoro sembra non esserlo più.

I veri Peter Pan non sono eterni sognatori, ma individui pericolosi per sé stessi e per gli altri

Chi soffre della sindrome di Peter Pan – che in realtà non è mai stata clinicamente riconosciuta dal DSM, ma viene associata al disturbo narcisistico di personalità –, è spesso una persona che ha grosse difficoltà sia nelle relazioni sociali che nella vita professionale, incapace di assumersi responsabilità e che ha comportamenti infantili.

Elvis Presley è il sogno americano in tutto e per tutto, anche nell’assenza di un lieto fine

Elvis Presley è la metafora perfetta del mondo che lo ha creato. Sfavillante e seducente come una strada di Las Vegas, ma al contempo anche precario come un’insegna luminosa che può fulminarsi da un momento all’altro. La sua vita racconta perfettamente la parabola di un mondo dello spettacolo dedito a un accumulo che non guarda il futuro e le conseguenze della sua grandezza, ma vive solo il presente, fino a ridurre l’arte di cui si è nutrito in polvere. Tutto ciò rende questo cantante un concentrato di contraddizioni tra la sua essenza, fondamentalmente semplice e istintiva, un’essenza che ha spesso inseguito per ritrovarsi, specialmente nella fase finale della sua carriera e in quelle di insuccesso, e l’enorme sovrastruttura ingestibile e fagocitante che era diventato il suo personaggio.

La nuova gentrificazione è climatica: le case costano più dove subiscono meno danni

Quartieri popolari, un tempo degradati, con case vecchie, scarse infrastrutture, magari fuori dal centro e mal collegati a poco a poco vengono riqualificati, gli edifici ristrutturati, compaiono nuovi servizi e ristoranti alla moda: è la gentrificazione, il fenomeno che imborghesisce i quartieri, costringendo la popolazione locale a spostarsi, lasciando il posto prima agli artisti, poi alla classe media e infine alla borghesia. Nel pieno della crisi climatica non si possono non tenere in considerazione gli effetti di eventi climatici estremi anche sul piano urbano, motivo per cui serve iniziare a pensare a un piano totale di riqualificazione urbana.

Alzheimer e demenza sono un’emergenza sempre più importante in un Paese che invecchia, come l’Italia

Il boom di diagnosi di malattie neurodegenerative di questi ultimi anni sembra essere sinonimo – e conseguenza – di una popolazione che invecchia, eppure fatichiamo ancora a interiorizzare la prevenzione, specialmente nel caso di malattie invisibili come quelle neurodegenerative, come uno strumento importante tanto per la salute del singolo, quanto per quella di tutti.

No Salvini, non fingere che le elezioni non siano andate male, devi dimetterti ma chiedi il Viminale

Fra promesse, anche disumane, mai mantenute nei mandati precedenti, che si sono rivelate essere propaganda pura e nulla più e il pessimo risultato di queste elezioni, Matteo Salvini, una volta al Viminale sarebbe deleterio per il nostro Paese sia come credibilità a livello internazionale che per le stesse dinamiche interne che si instaurerebbero.

“È colpa del PD”, sì, ma anche i partitini di sinistra hanno da tempo le loro belle responsabilità

Nonostante il tonfo del PD a queste elezioni sia stato eclatante, le colpe vanno equamente divise anche tra tutti quei micropartiti di sinistra che non riescono ad assumersi la responsabilità del proprio ruolo e anzi preferiscono nascondersi sotto l’ombrello di un partito che da sempre si è posizionato più al centro che tra i radicali.

“Il Signore delle formiche”, di Amelio, ci ricorda quanto l’omofobia resti una violenza da estirpare

Nel nuovo film “Il signore delle formiche” di Gianni Amelio, la vicenda paradossale e atroce di Aldo Braibanti, intellettuale emiliano, che venne processato e arrestato perché secondo l’accusa aveva “plagiato” un giovane di 23 anni, Giovanni Sanfratello, un vero “processo alle streghe” in cui furono violati tutti i diritti dell’imputato per punire la sua omosessualità, diventa un mezzo per quale celebrare l’incisività ancora oggi.

La crisi climatica è anche una crisi dei diritti dei giovani, contrastarla è credere nel loro futuro

I bambini sono coloro che subiscono di più gli effetti della crisi climatica, non solo sul piano sanitario – per ragioni fisiologiche e anatomiche – ma anche su quello sociale. La riduzione delle opportunità di istruzione e lavorative per il futuro è netta a causa della crisi climatica in generale e degli eventi meteorologici estremi in particolare, che con una commistione di fattori a catena mettono a repentaglio il loro futuro

Il PD sbaglia di grosso se crede di poter risolvere le cause della propria disfatta in 48 ore

Stando alle ultime analisi, il bacino elettorale del Partito democratico è molto ristretto, lontano da donne e giovani e molto vicino a pochi elettori benestanti, un paradosso per un partito che dovrebbe essere il più progressista del Paese. Ed è da qui che il partito stesso dovrebbe iniziare a lavorare per ricostruirsi.

L’ossessione per la virilità è un carico immenso per i ragazzi, fa male a loro e a tutta la società

Come descritto in “Paolo il Caldo, Vitaliano Brancati o “Camere separate” di Pier Vittorio Tondelli, l’immaginario maschile veicolato dalla virilità tradizionale va tutto a discapito del benessere psico-fisico degli uomini italiani, e a vantaggio di pochissimi uomini in cima alla piramide del potere che stabiliscono le regole del gioco. È perciò quantomai urgente riflettere sui rapporti di dominio nella società patriarcale e stimolare un dibattito sulle possibilità che abbiamo, come società, per arginare convenzioni e luoghi comuni e rendere gli uomini liberi da vincoli, gerarchie e competizioni.