Perché la paura della fine del mondo ci sta facendo diventare sempre più indifferenti

Il mondo, oggi, si presenta con un paradigma diverso da quello nel quale siamo nati e la successione terribile degli eventi che si è svolta negli ultimi decenni ha segnato la memoria collettiva ed evidenziato gli errori di un sistema già in partenza fallimentare. Prima che l’indifferenza ci trascini nel fondo del divano è importante riprendere fiato e utilizzare questo tempo per elaborare i nostri traumi e permettere l’evoluzione e l’emergere di nuovi valori.

La tua moda a 4,99€ costa molto, molto più di quanto pensi

Fenomeni commerciali come quello di Shein ci ricordano che la forma mentis iper-consumistica legata al meccanismo dopante della gratificazione istantanea è ben radicata nella società, anche il capo d’abbigliamento viene quindi concepito come strumento usa e getta dal ciclo vitale programmato a una manciata di giorni. La moda si adegua in questo modo ai principi contemporanei legati al bisogno di una fruizione veloce e inconsistente del prodotto, minacciando così anche l’ambiente.

Clara Immerwahr, la scienziata che tentò di impedire al marito di usare le prime armi chimiche

La storia di Clara Immerwahr, è uno dei più tristi esempi di una brillante scienziata la cui carriera e vita sono state segnate dalla subordinazione nei confronti del marito. Nata nel 1870 a Polkendorff, un piccolo paese prussiano dove non esisteva nemmeno una scuola femminile, dopo grandi sacrifici riuscì a ottenere il dottorato in chimica. La sua carriera brillante fu però stroncata dal matrimonio disfunzionale in cui era intrappolata con Fritz Haber che la relegò a un ruolo sempre più marginale e non solo: le applicazioni belliche delle ricerche di Haber l’allontanarono sempre più dalla sua passione e la spinsero irrimediabilmente nel baratro della depressione.

La caffeina, benzina del mondo, potrebbe sparire per mano del suo miglior amico: il capitalismo

Il caffè è la droga psicoattiva più diffusa e socialmente accettata al mondo, il carburante che ci permette di reggere i ritmi frenetici di produttività e performance che la società capitalista ci richiede. Parte di un sistema produttivo asfissiante e a sua volta causa della crisi ambientale rappresenta a pieno i fallimenti del sistema capitalista.

Perché “Girls” ha cambiato per sempre il modo di raccontare le donne

Nel corso di sei stagioni, la serie Girls ha cambiato il modo in cui le storie e i corpi delle donne vengono rappresentati sul piccolo e sul grande schermo e non solo per aver mostrato corpi non conformi, ma anche per aver raccontato il lato più oscuro e controverso del percorso di crescita di una giovane donna in una metropoli occidentale contemporanea.

Gli Stati continuano a fare debito come non ci fosse un domani, soprattutto per le nuove generazioni

Le ultime stime redatte dal Fondo Monetario Internazionale indicano un volume complessivo di debito pubblico e privato pari a 226mila miliardi di dollari – valore in assoluto più alto dal secondo dopoguerra – con un aumento rispetto al 2019 di circa 27mila miliardi di dollari, il più alto mai registrato. Al limite, gli allarmismi sugli elevati livelli di indebitamento vengono tacciati da molti come tabù fastidiosi a cui non vogliamo dedicare troppi sforzi e attenzioni. È invece necessario mettere in discussione il mito della crescita perenne – sfatato anche dall’ultimo report IPCC delle Nazioni Unite. Credere di poter vivere senza dissipare risorse appartenenti allo stesso ambiente che ci garantisce l’esistenza è solo l’ennesima delle grandi illusioni figlie di due secoli di incontrastato positivismo capitalista.

Se per la società non sembri triste, allora non puoi essere depressa

Fingere che la depressione non esista o ricondurla a un immaginario immediatamente riconoscibile consente di ridurre al minimo la complessità degli schemi con cui interpretiamo il mondo, insegna alle persone che ne soffrono a vergognarsene e a tutte le altre a fraintenderla o ad averne paura.
Abbattere una volta per tutte la nostra presuntuosa illusione di vivere in un mondo allineato con il nostro immaginario e sostituirla con l’empatia, la presenza e l’ascolto, è un atto di cura fondamentale nei confronti del prossimo, ma anche di noi stessi. La depressione è una malattia, non una colpa, né tantomeno una scelta, e qualsiasi essere umano, al di là delle proprie condizioni di salute del momento, desidererebbe appartenere a una società in cui, se starà male, non verrà respinto, né frainteso, né biasimato per questo.

“Pachinko” è la serie che ci insegna come affrontare la sfortuna nutrendo ostinatamente la speranza

Prima la pandemia, poi la guerra, il mondo sembra sempre più volgere verso un epilogo e per quanto si possa provare a far finta di nulla la costante sensazione di instabilità resta in sordina. Forse, è anche questa nuova sensibilità ad aver garantito a Pachinko un successo istantaneo e allora dovremmo accogliere, come Solomon, l’invito a fare i conti con le nostre origini per comprendere chi siamo e come resistere in attesa del momento giusto per ballare.

I diritti non sono mai conquistati per sempre, bisogna continuare a lottare per proteggerli

La bozza trapelata il 2 maggio della decisione della Corte suprema degli Stati Uniti che invaliderebbe la sentenza “Roe v. Wade” del 1973, storica decisione che per cinquant’anni ha garantito alle donne statunitensi il diritto all’interruzione di gravidanza, rappresenta una vera e propria dichiarazione di intenti che cinque giudici su nove – tre dei quali nominati dall’ex presidente Donald Trump durante il suo mandato – sostengono che la Roe v. Wade vada ribaltata. Un’eventualità che ci obbliga a ricordare che anche per i diritti già conquistati è necessario un continuo impegno civico di salvaguardia.

Attravreso molteplici immaginari Graziano Panfili svela l’animo umano

Dalle immagini di Graziano Panfili, così come dal racconto dei suoi progetti – sul figlio, su Pasolini, su Villa Adriana, per citarne alcuni – appare chiaro che la fotografia, attraverso il suo filtro, manifesti un’evidenza: mettendo il fotografo davanti a una realtà meno evanescente, lo aiuta a sviluppare una consapevolezza di sé. L’avvicinare i propri pensieri ai sentimenti, grazie a un’immagine, risulta così uno strumento potente a tutti gli effetti.

Russia e Cina non sono l’alternativa al capitalismo ma, piuttosto, il suo volto più estremo

Lo scoppio della guerra in Ucraina ha ricreato la contrapposizione tipica della Guerra Fredda, un po’ per nostalgia novecentesca si è arrivati a credere che l’antidoto al capitalismo, all’imperialismo e al neoliberismo abbia il volto di Vladimir Putin o di Xi Jinping. È un abbaglio ideologico dalle conseguenze devastanti, perché non si è compresa l’evoluzione della Russia e della Cina, ormai a tutti gli effetti potenze capitaliste e imperialiste.

I giovani lavoratori italiani sono i più stressati d’Europa. La cultura del superlavoro è tossica.

L’idea del superlavoro, che la società capitalista è riuscita a imporci nel corso dell’ultimo secolo, è così diffusa da spingere i dipendenti a usufruire di meno della metà dei giorni di vacanze a disposizione e a lavorare anche 100-200 ore in più rispetto a quanto è previsto da contratto e imposto dalla legge.
Bisogna liberarsi dalla “strana follia” della civiltà dei consumi, descritta da Lafargue come: “l’amore del lavoro”, spinta sino all’esaurimento delle forze vitali dell’individuo e della sua progenie”. La soluzione, apparentemente banale, sta nella riduzione dell’orario lavorativo a parità di salario.

Per reprimere i diritti LGBTQ+, in USA hanno scelto di ripartire dalla censura a scuola

La nuova legge, soprannominata “Don’t san gay” dagli oppositori e sostenuta dal partito Repubblicano entrerà in vigore dal primo luglio, mettendo in discussione e minacciando la libertà di espressione all’interno della scuola, dove ogni riferimento alla cultura LGBTQ+ diventerà un tabù. Una partita politica che sembra giocarsi sulle spalle dei più piccoli, gli unici che potrebbero risentirne di questa nuova forma di discriminazione.

Putin vuole “denazificare” l’Ucraina. Ma chi denazificherà la Russia?

La propaganda di Putin vuole far credere che la Russia stia “bonificando” l’Ucraina: una missione per estirpare dal paese le radici naziste. Si tratta però di un casus belli inventato e fallace, che non regge: la presenza di un numero esiguo di militari con ideologie neonaziste – per quanto grave – non rende l’Ucraina un Paese nazista,e soprattutto un paradosso considerando l’ampio numero di nazisti tra i soldati che combattono per il Cremlino.

“Il vecchio e il mare”, di Ernest Hemingway, è una delle più grandi metafore dell’esistenza

In Santiago il protagonista de “Il vecchio e il mare”non si individua soltanto un vecchio uomo di mare assediato dalla sfortuna, ma una rappresentazione universale dell’esistenza umana, che parte da un concentrato di storie di pescatori, di racconti di pesca, di vita cubana, di esperienze nel Golfo e di avventure sulla sua storica barca Pilar.

L’oblio oncologico è solo il primo passo, dobbiamo smettere di discriminare i malati di cancro

I progressi della ricerca in campo oncologico hanno permesso un sensibile miglioramento sia delle prognosi che delle aspettative di vita. Siamo però ad un paradosso: il lungosopravvivente italiano nonostante i miglioramenti della propria salute subisce ancora discriminazioni a causa della malattia pregressa, e la presentazione del ddl per il diritto all’oblio oncologico rappresenta un primo passo per permettere ai malati di migliorare la propria qualità di vita, ma da solo senza una rivalutazione culturale della malattia non servirà poi a tanto.

L’anarchia è libertà ed eguaglianza, dall’antimilitarismo di De André all’insurrezionalismo armato

L’anarchia, a differenza di quel che alcuni pensano, non significa “disordine” o “caos”, bensì “È ordine senza potere” come diceva il pensatore francese Pierre-Joseph Proudhon e secondo De André saper gestire il potere vuol dire in primo luogo riconoscere che i propri simili sono simili davvero, che le disuguaglianze apparenti sottendono una parità di fondo. Per De André l’anarchismo era una categoria dello spirito, un richiamo verso gli sconfitti come i protagonisti delle sue canzoni, vittime di una rete più ampia di rapporti di potere e sopraffazione, oppressi dalla società.

I talk show di oggi non sono altro che uno spettacolo di opinionismo narcisistico

Nei talk show lo chiamano “il contraddittorio”, nella realtà è fin troppe volte un fantoccio travestito da opposizione, informazione scadente travestita da pluralità. Un format consolidato in cui si stabilisce un filone dominante, all’interno del quale devono essere tutti d’accordo, e si affida a un personaggio eccentrico e volutamente fazioso il ruolo di contraddittorio. Una vera e propria indigestione di pareri e di volti, il più delle volte inutili ai fini del dibattito, ma fondamentali. Il trucco della spettacolarizzazione e della lite a tutti i costi crea così lo strano effetto insalata mista di personaggi e idee che il livello di share, purtroppo premia.

Per una coppia un figlio significa tante cose, anche molto, molto, meno sesso, ma nessuno te lo dice

Spesso chi decide di fare un figlio si trova più abbandonato che mai senza gli strumenti per far fronte a una simile impresa e con gli unici barlumi di aiuto rigorosamente a pagamento, e con prezzi tutt’altro che sostenibili. Così, le coppie, oltre ad affrontare un periodo estremamente complicato dal punto di vista fisico e mentale, a volte si trovano invischiate in una profonda crisi sessuale, una sorta di incubo, di cui non parla a nessuno perché andare in analisi è ancora considerato uno stigma, così come confidarsi con gli amici.

Il nostro corpo non è solo un oggetto tra le cose del mondo, ma il mediatore della nostra coscienza

In un’epoca in cui più lo si analizza e lo si esibisce, meno sembra esistere, il nostro corpo è paradossalmente diventato solo un oggetto tra le tante altre cose del mondo. “Useless Bodies?“, una delle indagini tematiche più estese mai realizzate da Fondazione Prada, creata dal duo di artisti Elmgreen & Dragset e visitabile fino al 22 agosto nella sede di Milano, investiga proprio lo status del corpo nell’era post-industriale e l’influenza che questo cambiamento ha su ogni aspetto della nostra vita.

La scuola italiana è nozionistica e obsoleta, deve cambiare il suo sistema di selezione dei docenti

L’ultimo concorso docenti ha scatenato un’aspra polemica tra i candidati, a cui sono state sottoposte domande a risposta multipla ritenute capziose e fuorvianti, oltre che esclusivamente nozionistiche. Un sistema inefficace e inefficiente che non da alcun peso alle conoscenze didattico-pedagogiche e alle competenze relazionali che possano servire ad accendere la curiosità negli studenti e a curare la relazione con il gruppo classe.

Con le sue foto, Enrico Rassu racconta i momenti in cui siamo più noi stessi, quando nessuno guarda

Le foto di Enrico Rassu, nato nel 1996, creano un immaginario per gli artisti della scena musicale contemporanea, partendo dalle domande “Dove vuoi andare?“, “Cosa ti rappresenta?“. Il giovane fotografo non si accontenta di restituirci quello che già sappiamo, a lui interessa soprattutto quello che c’è dietro, lo spazio intimo lontano dal palco: quei momenti qualunque in cui le persone, grazie allo sguardo di Enrico, sembrano rivelare se stesse.

In prima linea nei conflitti, le foto di Gabriele Micalizzi raccontano la cruda realtà della guerra

La domanda che sorge spontanea guardando le fotografie di Gabriele Micalizzi, scattate nei conflitti di tutto il mondo, dalla Libia all’Ucraina, dalla Siria all’estremo Oriente – scoprendo il racconto che c’è dietro, fatto di rischi e sacrifici – è: “Gabriele, perché lo fai?”. La sua risposta è spontanea, sintetica e appare tanto ambiziosa quanto scontata: “Per la Storia”. Una storia che continua a procedere e insieme a ripetersi e per questo va raccontata.

Giulia Bersani racconta, tra corpo e identità, la meravigliosa disperazione della giovinezza

Le immagini di Giulia Bersani, nata nel 1992, sono espressione di un’attenta capacità di osservazione e dimostrano una sensibilità matura e una sincerità nello sguardo difficili da trovare. Da sempre la fotografa racconta il mondo in cui è immersa, che conosce: quello della giovinezza, della scoperta e della cura dell’altro in una ricerca della propria identità che parla di amore per se stessi e per gli altri, di un’intimità che ha la forma della liberazione.

Per Putin la Russia guida una Guerra Santa anche contro i valori occidentali, come i diritti LGBTQ+

La manipolazione culturale e intellettuale attraverso la disinformazione e la propaganda è un’arma fondamentale nell’arsenale del Cremlino, con cui Putin giustifica l’abbandono del diritto internazionale e respinge le critiche alle politiche russe. Negli ultimi dieci anni, accentrando il potere nelle sue mani, Putin ha ripetutamente affermato che oscure élite occidentali stanno cercando di distruggere i valori tradizionali della famiglia russa, imporre l’ideologia gay ai bambini o addirittura sottoporli ad abusi sessuali. È con queste motivazioni che, pochi mesi la Duma ha approvato la normativa federale contro la “propaganda LGBTQ+”, poi firmata da Putin. La legge – che si inserisce nel solco delle cosiddette leggi “no promo homo” o “don’t say gay”, che vediamo rifiorire in Ungheria, Polonia e in diversi Stati degli Stati Uniti – vieta la “promozione dell’omosessualità” e, nella pratica, concepisce la tutela dei diritti umani come una vera e propria limitazione della sovranità.

Serve più coraggio per fare coming out nello sport italiano che per fare una discesa libera di sci

Praticare uno sport è una delle prime raccomandazioni che ci sentiamo ripetere fin da quando siamo bambini in virtù della sua funzione educativa. Sulla carta, infatti, lo sport dovrebbe veicolare valori di inclusione e appartenenza, ma nella pratica siamo ancora davanti a un mondo dominato da stereotipi di genere, valori eteronormativi e patriarcali che impediscono il raggiungimento di un’inclusione effettiva.

Incredibile: si può sostenere l’Ucraina e condannare Putin pur criticando gli errori dell’Occidente

Le nefandezze degli Stati Uniti non cancellano gli orrori di Putin, mentre oggi sembra prevalere la contrapposizione tra due poli: la Nato contro il resto del mondo. La realtà è ben diversa da una partita di Risiko e arroccarsi nella comfort zone del complottismo e delle colpe “degli americani” non è sinonimo di lucidità geopolitica o lotta al capitalismo occidentale. Bisognerebbe essere in grado di ragionare fuori dall’algoritmo delle fazioni e degli schieramenti preimpostati per evitare di ridurre tutto a numero tifo calcistico.

Sull’Ucraina, l’Anpi sembra aver stranamente dimenticato il concetto di Resistenza

I comunicati ambigui dell’Anpi sulla guerra in Ucraina e la mancanza di una presa di posizione forte nei confronti dell’invasione russa hanno lasciato amareggiati molti di coloro che hanno sempre condiviso gli obiettivi dell’Associazione: preservare la memoria collettiva per le nuove generazioni ed essere un faro della Resistenza contro ogni forma di oppressione.

Le persone credono ai totalitarismi per sentirsi importanti

Hannah Arendt sosteneva che il punto chiave dei totalitarismi fossero le masse, costituite per la maggior parte da persone che non aderivano a un particolare partito politico e faticavano a recarsi alle urne, gruppi di persone le cui caratteristiche principali erano il suo isolamento e la mancanza di normali relazioni sociali.
L’assenza di contatto diretto e di relazioni interpersonali in grado di instaurare un dialogo aperto è ormai la norma sui social diventati soprattutto luogo di sfogo per la propria rabbia verso lo Stato, le istituzioni e chiunque esprimesse pensieri dissonanti. Frustrazione e reclusione hanno nutrito sentimenti di rabbia e invidia, fino a far emergere e polarizzare le coscienze di tante persone emarginate o escluse, che non avevano legami sociali soddisfacenti ed erano poco considerate dallo Stato, che grazie all’aderenza a questo tipo di sistemi provano la sensazione di poter avere finalmente un posto definito nel mondo e un senso di rivalsa.

Nelle grandi città abbiamo tutto ma sembra di soffocare, vogliamo tornare a una dimensione più umana

Negli ultimi anni sembra essere in crescita il desiderio di fuggire dalle zone urbane, che sempre più spesso si trasforma in realtà. Da tempo le storie di chi abbandona la propria vita in città e decide di ricominciare tutto in un piccolo paese in campagna o in un borgo di montagna popolano giornali, riviste e pagine online. Fenomeno è stato accresciuto dalla pandemia, che ha rivelato durante i periodi di lockdown il lato più difficile della vita nelle città.
Per questo è fondamentale che la valorizzazione di queste realtà passi attraverso investimenti importanti e con una visione a lungo termine, che metta al centro la sostenibilità non solo economica ma anche ambientale.

Le università italiane sono tra le migliori al mondo ma i nostri laureati non trovano lavoro

Il paradosso italiano che contrappone all’alta qualità della formazione universitaria disponibile, la totale incapacità di sfruttare questa risorsa. Tra le criticità emergono la mancata corrispondenza tra competenze accademiche e lavorative e, di conseguenza, i bassi stipendi d’ingresso che non solo scoraggiano all’intraprendere gli studi ma soprattutto trasformano i nostri atenei in anticamere prima dell’espatrio.

Homo homini lupus. Perché l’uomo fa ancora guerra all’uomo.

L’imporsi attraverso il conflitto bellico e l’omicidio costituisce parte del conflitto, intrinseco alla natura umana; dopotutto, nell’arco di una decina di migliaia di anni troviamo mutati i soli mezzi. La guerra, dunque, sorgerebbe in parallelo alla formazione dei primi villaggi umani, come metodo di appropriazione di risorse altrui e di difesa del gruppo dalle minacce esterne. Ciò che ci si chiede è se si potrà mai raggiungere uno stato caratterizzato dal prevalere della pace su tutti i popoli del mondo.
Si pensava che l’umanità fosse giunta a un grado di consapevolezza per cui, complici anche strutture di politica internazionale molto più coese e complesse di un tempo, si fosse riusciti a imporre l’uso della ratio economica e geopolitica sulle primordiali pulsioni di conquista e annientamento che caratterizzarono gli anni della guerra fredda e non solo. Tutt’ora, però, il conflitto armato è assurdo solo per chi lo vive in prima persona, oppure per chi lo osserva da lontano, non certo per chi lo orchestra. Credere che la rivoluzione liberista e lo sviluppo delle società democratiche abbia costituito un cambio di direzione definitivo verso una società superiore e intrinsecamente pacifica si rivela un ragionamento ingannevole, che tradisce un eccesso di confidenza verso un sistema tutt’altro che infallibile. Per preservare la pace c’è bisogno di un grande sacrificio collettivo, per sprofondare nella guerra è sufficiente la volontà di potenza di una manciata di individui.

Non è facendo un “figlio cerotto” che si salva una relazione in crisi

Ci sono ancora enormi sfere di persuasione e di condizionamenti esterni che portano una coppia a sentirsi in dovere di diventare genitori. Alcune coppie in crisi sono così condizionate alla “genitorialità riparatrice” pur di salvare il rapporto, instaurando un modello di interazione disfunzionale composto da tre figure: la vittima, il persecutore e il salvatore.
Se la genitorialità è un tentativo di ricucire il tessuto di coppia sfilacciato allora rischia di avere conseguenze drammatiche su tutti, in primo luogo sul nuovo nato.

Le persone si dimettono in massa perché vogliono tornare a vivere, lavorando meno e lavorando meglio

Il fenomeno delle dimissioni generali, alimentato inevitabilmente dal periodo pandemico non riguarda il solo mercato statunitense, ma sta investendo anche l’Europa e l’Italia, dove nell’ultimo report del ministero del Lavoro si contano due milioni di abbandoni volontari, il 33% in più rispetto all’anno precedente.
Maggiore indipendenza organizzativa, flessibilità e possibilità di combinare vita familiare a vita professionale sono condizioni che forse avremmo dovuto valutare ben prima della pandemia globale.

Per trovare la nostra dimensione esistenziale ci servono luoghi dove coesistano natura e cultura

Il nostro modello di vita e gli ultimi eventi recenti ci hanno portato a subire sempre di più la pressione psicologica e ci sembra di non riuscire più a respirare. Spesso, questo sentirci stritolati senza avere mai tempo e spazio a sufficienza per ritrovare una nostra dimensione esistenziale di cui riappropriarci innesca un profondo desiderio di fuga. Per questo, per ritrovarla, ci servono luoghi in cui il ritmo rallenta e la natura e la cultura coesistono serenamente.

Ci siamo illusi che capitalismo e libero mercato ci avrebbero tutelato dalle guerre, non è così

L’interdipendenza economica, prima ancora della presenza di armi di distruzione di massa, rendeva la guerra un esercizio futile agli occhi delle nazioni europee all’alba del Ventunesimo secolo. L’aggressione russa è stata un brusco risveglio per gli europei mostrando i limiti dell’economia che da sola, non può garantire la diffusione della democrazia nel mondo.

Con l’esperienza smart working non si può tornare indietro. Il futuro del lavoro deve essere ibrido.

Gli ultimi due anni hanno portato un grande cambiamento dal punto di vista lavorativo, grazie alla massiccia adozione dello smart working. Fenomeni sempre più incisivi – come le grandi dimissioni, il burnout, la necessità di bilanciare vita privata e ufficio, e il bisogno di relazioni umane – richiedono ora un ulteriore passo: l’adozione di un modello di lavoro ibrido.

FDI è primo nei sondaggi perché Giorgia Meloni catalizza il malessere di chi soffre anche con Draghi

Dopo la bassa percentuale di voti delle elezioni del 2018, Meloni iniziò ad accumulare consensi soprattutto per una nuova impostazione social. Capì che per far breccia nell’elettorato oggi è più utile un buon social media manager che un buon programma elettorale, così mentre all’estero, le posizioni di Fratelli d’Italia sono stigmatizzate e viste con preoccupazione e ci si interroga sulla concreta possibilità di avere Meloni al potere alle prossime elezioni, in Italia no: il suo partito è perfettamente integrato nell’arco parlamentare e i media lo trattano come se non avesse alcun collegamento con la galassia neofascista.

I negazionisti del Covid ora supportano Putin e credono che l’Ucraina sia un set cinematografico

Sentendosi gli unici detentori della verità e gli unici a non farsi condizionare dai mass media, molti negazionisti sono partiti con il negare del tutto l’esistenza del conflitto in Ucraina, sostenendo che ciò che i media ci mostrano da un mese sia il frutto di finzioni cinematografiche e che tutto questo servisse per distrarci dalla pandemia.

Le guerre compiono un altro crimine imperdonabile: distruggono il patrimonio culturale dei popoli

Non deve stupire che oggi tra i bersagli della guerra in Ucraina ci siano le espressioni materiali della storia e dell’identità del Paese: quello di Putin è un atto di revisionismo storico e in quanto tale passa anche attraverso le attestazioni materiali della storia. Gli edifici, se distrutti, possono infatti essere ricostruiti, ma la cicatrice lasciata dalla tentata cancellazione della storia, della cultura e dell’identità locale resterà come un perenne monito.

Diversamente da quanto crediamo la crescita della popolazione mondiale sta rallentando, già dal 1960

Lo status quo socio-economico ci ha abituati al concetto persistente della crescita quantitativa di beni e servizi, marginalizzando tutto ciò che ha a che fare con le qualità umane. In questa prospettiva, il fenomeno della decrescita demografica risulta un impedimento e ci pone dinanzi alla necessità di un rinnovamento politico e ideologico radicale.

Come la produzione di contenuti video ha permesso a molte persone di reinventare il proprio lavoro

Molte persone a partire dall’inizio della pandemia sono riuscite a reinventare il proprio lavoro grazie alla tecnologia. La creazione di video si è guadagnata così sempre più in fretta una posizione centrale sulle piattaforme digitali, portando i liberi professionisti e le aziende a innovare nel giro di poche settimane i propri strumenti di lavoro e la propria modalità di interazione con il pubblico. Ora la stessa trasformazione, se non più grande, potrebbe avvenire con il metaverso.

Leggere autori russi, come la poeta Anna Achmàtova, non rafforza Putin ma aiuta a criticarlo

Nelle ultime due settimane, in Italia si sta discutendo molto su che attitudine mantenere nei confronti della cultura russa. Serve ricordare però che la maggior parte degli artisti e degli intellettuali di valore, come la poeta Anna Achmàtova, furono duramente perseguitati dal regime sovietico. Leggerli oggi non significa certo rafforzare l’influenza degli organi di potere russi, quanto sviluppare un pensiero critico che ci può permettere di mettere in discussione l’attuale contesto storico e forme di governo autoritarie.

Lo ius scholae permetterebbe a più di 800mila minori di diventare cittadini italiani

Alla commissione Affari costituzionali della Camera è stato proposto un testo base per la riforma della cittadinanza italiana. Si parla di ius scholae, una rivisitazione del principio dello ius culturae che riguarderebbe soprattutto i bambini nati in Italia da genitori stranieri o arrivati in Italia da piccoli, che potrebbero fare richiesta di cittadinanza dopo aver completato un ciclo scolastico di cinque anni. L’intervento riguarderebbe oltre 800mila bambini.