Non esiste innovazione tecnologica senza l’essere umano: in fin dei conti, se le macchine sono in grado di compiere azioni complesse, di imparare dagli errori e di svolgere funzioni fino a oggi esclusive dell’intelligenza umana, è solo grazie all’accumulo e alla rielaborazione di input e dati forniti dagli umani. Quindi, se è la direzione che diamo alle innovazioni a determinare il futuro che vogliamo costruire, dobbiamo far sì che siano fondate su basi eque e non discriminatorie, perché non c’è vera sostenibilità senza giustizia per tutti.