Attualità
Se gli adolescenti si confidano all’AI è perché cercano chi li ascolti senza giudizio, senza trovarlo
Una mattina ho chiesto a Chat GPT cosa stessi facendo della mia vita. Mi rendo conto di scriverlo – e pensarlo – come se fosse qualcosa di cui vergognarmi, quando invece oggi è un’esperienza comune. A prescindere dall’utilità delle risposte che l’intelligenza artificiale, scandagliando il web, mi aveva rimandato con molta enfasi – respirare profondamente, fare una lista, meditare –, l’idea di rivolgermi a una macchina per trovare risposte ai miei dubbi nasceva dalla pretesa di ottenerne una il più possibile oggettiva. La tecnologia non ha emozioni, mi ripetevo, aspettandomi una sorta di manuale di istruzioni di cui seguire ogni...
Innovazione
Con MINI e Deus, l’auto torna a essere segno nel paesaggio, linea nel tempo, estensione della mente
C’è un’immagine che ritorna, ogni volta che parliamo di auto e di stile di vita: l’auto come estensione del nostro corpo, come gesto, ma anche come linea, segno grafico che taglia lo spazio e il tempo. Un po’ come succede nelle sequenze in cui Wim Wenders riprende i deserti americani in Pairs, Texas o nella libertà ruvida dei cortometraggi sul surf di Taylor Steele, in cui la macchina – al pari della tavola in acqua – non è solo un oggetto, ma un’idea di movimento. È esattamente su quella soglia, in quello spazio sospeso tra gesto, immaginario e materia, progetto...
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