Sui social si alimenta una “dopamina del dolore”, cerchiamo notizie negative per assistere al male

Il “doomscrolling” è l’atto di cercare compulsivamente sul web cattive notizie, drammi che arrivano dal mondo o dietro casa nostra, sventure di ogni tipo. All’inizio l’illusione è quella di farlo per informarsi, ma con il tempo si instaura una sorta di “dopamina del dolore”, arrivando ad aver bisogno di cercare notizie negative per la curiosità insita nell’essere umano di voler assistere al male, far parte della tragedia da vicino.

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Il “doomscrolling” è l’atto di cercare compulsivamente sul web cattive notizie, drammi che arrivano dal mondo o dietro casa nostra, sventure di ogni tipo. All’inizio l’illusione è quella di farlo per informarsi, ma con il tempo si instaura una sorta di “dopamina del dolore”, arrivando ad aver bisogno di cercare notizie negative per la curiosità insita nell’essere umano di voler assistere al male, far parte della tragedia da vicino.

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Questi, secondo noi, i migliori film del 2024

Dalla routine pacata e sempre uguale di “Perfect Days” di Wim Wenders ai grandi vincitori degli Oscar come “Povere creature” e “La zona d’interesse”, passando per pellicole minori che sono riuscite a riscuotere grande successo, come “All of Us Strangers”, “Anora” e “Vermiglio”, ecco secondo noi i migliori film usciti nelle nostre sale nel 2024.

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Il 2024 in 24 foto

Dall’attentato a Donald Trump all’omicidio dell’amministratore delegato di UnitedHealthcare, passando per i Giochi Olimpici di Parigi, la guerra a Gaza, eventi climatici disastrosi, la caduta del regime siriano di Assad, l’accordo italiano con l’Albania per la gestione dei migranti e altri eventi politici e sociali, ecco i 24 avvenimenti secondo noi più significativi del 2024, in foto.

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Dall’attentato a Donald Trump all’omicidio dell’amministratore delegato di UnitedHealthcare, passando per i Giochi Olimpici di Parigi, la guerra a Gaza, eventi climatici disastrosi, la caduta del regime siriano di Assad, l’accordo italiano con l’Albania per la gestione dei migranti e altri eventi politici e sociali, ecco i 24 avvenimenti secondo noi più significativi del 2024, in foto.

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Daria Bignardi, “La volgarità è approfittare di una posizione di potere”

“Sicura, decisa e impeccabile non lo sono mai stata. Io sono abbastanza incasinata, ma fare televisione in diretta, come è sempre stato nel mio caso, è come pilotare un aereo: il comandante non può permettersi di far casino”, dice Daria Bignardi. Dopo una lunga gavetta, nel 1998 entrò nelle case degli italiani con il programma “Tempi Moderni”, e sembrava una marziana. È proprio da qui che parte la nostra intervista.

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“Sicura, decisa e impeccabile non lo sono mai stata. Io sono abbastanza incasinata, ma fare televisione in diretta, come è sempre stato nel mio caso, è come pilotare un aereo: il comandante non può permettersi di far casino”, dice Daria Bignardi. Dopo una lunga gavetta, nel 1998 entrò nelle case degli italiani con il programma “Tempi Moderni”, e sembrava una marziana. È proprio da qui che parte la nostra intervista.

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Queste, secondo noi, le migliori serie del 2024

Dall’ultima stagione de “L’amica geniale” a prodotti ormai consolidati come il ritorno di “The Bear” e “Only Murders in the Building”, passando per nuovi fenomeni che hanno saputo catalizzare a lungo l’attenzione come “Baby Reindeer” e “Monsters: la storia di Lyle ed Erik Menéndez”, ecco secondo noi le migliori serie del 2024.

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Dall’ultima stagione de “L’amica geniale” a prodotti ormai consolidati come il ritorno di “The Bear” e “Only Murders in the Building”, passando per nuovi fenomeni che hanno saputo catalizzare a lungo l’attenzione come “Baby Reindeer” e “Monsters: la storia di Lyle ed Erik Menéndez”, ecco secondo noi le migliori serie del 2024.

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Marco Cappato, “A sinistra non c’è stata la forza di proporre le libertà come un grande strumento”

Scioperi della fame, autodenunce, arresti, sfide a chi esercita il potere con metodi liberticidi, a costo di diventare bersaglio sia dei naziskin, sia della polizia a Mosca, o di rischiare il carcere per aver accompagnato in Svizzera persone intrappolate nella sofferenza a causa di leggi disumane. Tutto questo e molto altro è Marco Cappato.

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Scioperi della fame, autodenunce, arresti, sfide a chi esercita il potere con metodi liberticidi, a costo di diventare bersaglio sia dei naziskin, sia della polizia a Mosca, o di rischiare il carcere per aver accompagnato in Svizzera persone intrappolate nella sofferenza a causa di leggi disumane. Tutto questo e molto altro è Marco Cappato.

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Pur di non arrenderci, continuiamo a correre a perdifiato sulla nostra ruota da criceti

A volte la cosa più “eroica”, e saggia, e zen da fare, è arrendersi, lasciarsi trasportare per un po’ dalla corrente, imparare a conoscerla, accettare, senza farsi travolgere dalla paura, di non aver tutto sotto controllo. Avere il coraggio di accettare la perdita, e l’abbandono, e la delusione delle aspettative, e l’infrangersi di quello che poteva essere stato un sogno, un ideale, e imparare da questa resa, da questa sconfitta, solo così è possibile cambiare, essere realmente “resilienti”.

Il cinema è vedere oltre, dar forma a un sogno in cui lasciarsi sprofondare

Qualcuno sembra volerci far credere che ciò che amiamo non esiste, che ci siamo sbagliati, che dobbiamo svegliarci. Non solo, che quell’amore non esiste, che abbiamo visto male. Ma chi ama il cinema sa vedere molto bene, forse è l’unica cosa che gli resta in mezzo a tutta questa fretta e confusione e bulimia dell’ego, e delle conquiste, e delle conferme, e delle ambizioni.

Nemmeno possiamo dire che i treni arrivano in orario

Secondo le Ferrovie dello Stato, ogni giorno 5,59 milioni di cittadini prendono il treno in Italia. Sono numeri enormi, e i disagi continui di questi mesi influiscono direttamente sulla qualità della vita delle persone. Un governo che non riesce a gestirli, come sta avvenendo con l’esecutivo Meloni a causa del dicastero destinato a Salvini, ha fallito nel suo compito istituzionale.

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Secondo le Ferrovie dello Stato, ogni giorno 5,59 milioni di cittadini prendono il treno in Italia. Sono numeri enormi, e i disagi continui di questi mesi influiscono direttamente sulla qualità della vita delle persone. Un governo che non riesce a gestirli, come sta avvenendo con l’esecutivo Meloni a causa del dicastero destinato a Salvini, ha fallito nel suo compito istituzionale.

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Il ghosting è la violenza psicologica preferita della nostra generazione

Il ghosting è l’alternativa più facile alla risoluzione di un confronto: si raggiunge lo stesso risultato, ma con molta meno fatica.

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Se la sinistra è ZTL, la destra è jet privato e miliardi in un paradiso fiscale

Il centrosinistra deve fare di più per i diritti sociali, senza abbassare la guardia su quelli civili e avere una maggiore attenzione alle esigenze dei lavoratori. Oggi infatti siamo arrivati a considerare la destra un’alternativa valida per le fasce più deboli, quando incentiva solo i ricchi evasori. Perché se la sinistra è ZTL, la destra è jet privato e miliardi in un paradiso fiscale.

Liste d’attesa, costi, salari inadeguati, specialisti mancanti: il SSN sta crollando.

La bella storia del migliore sistema sanitario al mondo – che ci è piaciuto raccontarci – sta crollando e nessuno fa niente per evitarlo. Tra liste d’attesa infinite, salari inadeguati per medici, infermieri e personale sanitario, privatizzazione della medicina e aggressioni, si tampona come si può ma non basta. E i dati non dicono – non ancora, almeno – quali saranno gli effetti dell’autonomia differenziata.

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La bella storia del migliore sistema sanitario al mondo – che ci è piaciuto raccontarci – sta crollando e nessuno fa niente per evitarlo. Tra liste d’attesa infinite, salari inadeguati per medici, infermieri e personale sanitario, privatizzazione della medicina e aggressioni, si tampona come si può ma non basta. E i dati non dicono – non ancora, almeno – quali saranno gli effetti dell’autonomia differenziata.

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Atreju è un fascio-party che ambisce a diventare pop come Sanremo per normalizzare l’estrema destra

Quando l’estrema destra si raduna a Roma non è mai un buon segnale. L’effetto straniante di Atreju, il convegno di Fratelli d’Italia, è il tentativo di raggrupparsi sotto l’effige dell’istituzionalità con l’intento di unire il neofascismo all’arco democratico della nazione, i leader estremisti stranieri ai volti televisivi italiani, creando una kermesse che camuffa più che mostrare. È un fascio-party che ambisce a essere pop come Sanremo per normalizzare le proprie idee.

Per smart cities efficienti non basta la tecnologia, serve mettere al centro il benessere collettivo

Ogni nuova innovazione porta con sé un bagaglio di sfide che ne determinano il successo o il fallimento. Per quanto riguarda le smart cities, questi ostacoli hanno a che fare non solo con l’implementazione della tecnologia quanto soprattutto con la capacità di mantenere al centro il benessere dei cittadini – con i loro bisogni, le loro capacità finanziarie e il loro ambiente culturale.

Tra fuga all’estero o mobilità interna, a distruggere le relazioni è anche la precarietà geografica

Quando si parla di legami sentimentali sempre più difficili e delle complicazioni nel progettare un futuro, quasi sempre si cita solo la precarietà economica. Ma anche quella geografica conta: molte relazioni sono a distanza non per scelta, ma per necessità. E spesso si sfaldano.

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Luigi Mangione è diventato un eroe di internet. La rabbia verso i ricchi è ormai incolmabile.

Il gesto di un ragazzo di ventisei anni, mosso da spinte ideologiche non ancora del tutto chiare, ha dato al mondo una scarica di adrenalina, come se l’uccisione di un singolo CEO cambiasse il sistema della sanità privata statunitense, e non fosse solo un atto simbolico che lascia le cose nella loro enormità immutabile, esattamente come stanno. Senza un movimento a sostegno che non sia frutto solo dell’emergenza e che abbia un piano politico, l’individuo resta solo individuo e non sarà mai massa.

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“Interstella 5555”: quando artisti, come i Daft Punk, erano davvero liberi di creare.

Uscito originariamente nel 2003, “Interstella 5555: The 5tory of the 5ecret 5tar 5ystem”, creato dai Daft Punk con Leiji Matsumoto, si inserisce nel fenomeno dei “visual album”, mescolando in un’unica narrativa più mezzi artistici. Nel caso dei Daft Punk, la pellicola è interamente basata sull’album del 2001 “Discovery”, con cui hanno dimostrato tutta la loro libertà creativa.

Il cinema, come quello del MUBI Fest, ci dà modo di capire che vita stiamo vivendo

A Milano, dal 13 al 15 dicembre, all’ADI Design Museum si terrà la prima edizione italiana del MUBI Fest, di cui THE VISION è Media partner, con anteprime, talk, musica e ospiti d’eccezione. È un’occasione perfetta per rallentare, immergerci nella bellezza del cinema e prenderci il tempo per domandarci che vita stiamo vivendo.

Vorremmo tutti lavorare meno, ma saremmo davvero capaci di smettere completamente?

Negli ultimi tempi qualcosa si è rotto nel nostro rapporto con il lavoro. Eravamo convinti che ci aiutasse a renderci indipendenti e felici e invece ci sta rendendo solo più sfiniti, oltre a permetterci a malapena di sopravvivere. Vorremmo lavorare meno, per tornare a vivere davvero il nostro tempo, le nostre passioni e le nostre relazioni. Ma saremmo davvero capaci di smettere completamente?

Sui social la psicologia si è ridotta a 5 consigli su come stare meglio. Anche no, grazie.

Sui social sono sempre di più le pagine e i profili che parlano di psicologia, un tema attuale che necessità ancora di superare determinati tabù. Se l’effetto può essere utile, però, spesso si riduce il tutto a un bignamino di frasi fatte o a reel con cinque consigli per superare l’ansia. Il fenomeno si fa poi torbido e intollerabile quando a sfruttare questo trend entrano in gioco individui che non sono nemmeno psicologi e si spacciano come tali, se non addirittura come entità ancora superiori.

Peppe Lanzetta, “La poesia vive nella sofferenza, fa male, ma il potere teme la poesia”

Dice Peppe Lanzetta di aver iniziato a scrivere per sopravvivere. Aveva il posto fisso, in banca, e ha deciso di lasciarlo per ritrovare sé stesso e la propria voce. Quando ha recitato nei primi film, l’ha fatto per cambiare. Oggi sente di potere essere qualunque cosa. Aver lavorato con Paolo Sorrentino a “Parthenope”, dove interpreta il personaggio di Tesorone, è stato un modo per chiudere un cerchio.

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Dice Peppe Lanzetta di aver iniziato a scrivere per sopravvivere. Aveva il posto fisso, in banca, e ha deciso di lasciarlo per ritrovare sé stesso e la propria voce. Quando ha recitato nei primi film, l’ha fatto per cambiare. Oggi sente di potere essere qualunque cosa. Aver lavorato con Paolo Sorrentino a “Parthenope”, dove interpreta il personaggio di Tesorone, è stato un modo per chiudere un cerchio.

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Cercare lavoro non è diventato solo un lavoro, è peggio

In un’epoca in cui ogni cosa sembra aver assunto la fatica di un lavoro, era inevitabile che anche la ricerca stessa di una mansione finisse per essere travolta da questa dinamica. Che cercare lavoro sia un lavoro viene ripetuto da tempo, eppure negli ultimi tempi – tra risposte mancate, annunci fantasma e processi infiniti – questo impegno sembra ormai insostenibile, frustrante e problematico.

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Queste le migliori serie di novembre 2024

Una delle domande che ultimamente ci si pone più spesso di fronte all’offerta delle piattaforme streaming è se la serialità tornerà ad avere la qualità di una volta. È ancora presto per trovare una risposta, ma a novembre alcune serie sono riuscite nel sempre più difficile tentativo di essere interessanti. Queste sono le nostre scelte.

Le donne etero hanno meno orgasmi di tutti. E la colpa è del sessismo.

Solo il 65% delle donne eterosessuali raggiunge l’orgasmo. Il problema non sono il desiderio e la psiche, ma il sessismo che ci costringe nei ruoli di genere. Se fossimo davvero liberi, il piacere sarebbe per entrambi.

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Solo il 65% delle donne eterosessuali raggiunge l’orgasmo. Il problema non sono il desiderio e la psiche, ma il sessismo che ci costringe nei ruoli di genere. Se fossimo davvero liberi, il piacere sarebbe per entrambi.

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Passiamo la vita a cercare di non essere come i nostri genitori. Ma è ineluttabile.

In un’epoca in cui il conflitto generazionale è particolarmente marcato, è facile convincersi che la propria vita non abbia nulla a che vedere con quella dei propri genitori. Tutte le componenti della società concorrono a consolidare questa percezione, ma c’è un passaggio più intimo e quotidiano che ci costringe a confrontarci con i punti in comune, che sono sempre più di quelli che siamo disposti ad ammettere. Oggi, in cui è ancora più difficile intuire il momento esatto in cui si smette di essere figli, questa tensione può diventare drammatica, soprattutto per il bisogno che tutti abbiamo di trovare una nostra dimensione nel mondo.

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La storia segreta di come le suore abbiano nascosto la vendita di migliaia di bambini in Spagna

Nel 1982 Randy Ryder scopre di essere stato comprato a Malaga da quella che credeva sua madre quando era bambino. Non è un caso isolato. Sono 300mila.

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Nel 1982 Randy Ryder scopre di essere stato comprato a Malaga da quella che credeva sua madre quando era bambino. Non è un caso isolato. Sono 300mila.

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Storia di rapine, di fughe e di pistole. Il bel René, Renato Vallanzasca, il vero bandito di Milano.

Nato a Milano nel maggio degli anni ’50, era partito male. A otto anni s’era fatto due giorni di carcere minorile per aver liberato gli animali del circo. Aveva formato la sua prima compagnia di bulletti con cui faceva piccoli furti e vandalismi. Raggiunta l’età per studiare, lui e la sua “ghenga” già taccheggiavano Upim, Standa e Rinascente. Erano andati avanti così fino agli anni ’70, quando nell’Italia degli anni di piombo, trovare armi da guerra era facile e loro facevano una rapina a mano armata a settimana. Arrivavano, sparavano in aria coi mitra e pigliavano l’incasso. Poi lo spendevano in vestiti firmati, gioielli, donne e gioco d’azzardo. È la storia del Bel René, Renato Vallanzasca, Il vero bandito di Milano.

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Nato a Milano nel maggio degli anni ’50, era partito male. A otto anni s’era fatto due giorni di carcere minorile per aver liberato gli animali del circo. Aveva formato la sua prima compagnia di bulletti con cui faceva piccoli furti e vandalismi. Raggiunta l’età per studiare, lui e la sua “ghenga” già taccheggiavano Upim, Standa e Rinascente. Erano andati avanti così fino agli anni ’70, quando nell’Italia degli anni di piombo, trovare armi da guerra era facile e loro facevano una rapina a mano armata a settimana. Arrivavano, sparavano in aria coi mitra e pigliavano l’incasso. Poi lo spendevano in vestiti firmati, gioielli, donne e gioco d’azzardo. È la storia del Bel René, Renato Vallanzasca, Il vero bandito di Milano.

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La promessa di un riscatto sociale inesistente è ormai racchiusa nell’idea di non essere gli “ultimi”

Uno dei meccanismi di successo della destra in tutto il mondo è quello di trasformare gli ultimi, in fondo alla piramide sociale, in penultimi. È un’illusione, in quanto la propria condizione economica e sociale non cambia, ma la creazione dei nuovi ultimi alimenta la discriminazione proprio per la scalata fallace che non è mai avvenuta. È la promessa di un riscatto sociale che non esiste e che è racchiusa nella consolazione di non essere più gli “ultimi”. Eppure anche i penultimi soccombono mentre i pochi ricchi mangiano sulla loro pelle.

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Uno dei meccanismi di successo della destra in tutto il mondo è quello di trasformare gli ultimi, in fondo alla piramide sociale, in penultimi. È un’illusione, in quanto la propria condizione economica e sociale non cambia, ma la creazione dei nuovi ultimi alimenta la discriminazione proprio per la scalata fallace che non è mai avvenuta. È la promessa di un riscatto sociale che non esiste e che è racchiusa nella consolazione di non essere più gli “ultimi”. Eppure anche i penultimi soccombono mentre i pochi ricchi mangiano sulla loro pelle.

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I guru della mascolinità sfruttano le insicurezze maschili per vendere soluzioni facili e impossibili

Gli influencer e i guru della mascolinità hanno accumulato milioni di follower sulle piattaforme, dispensando consigli su come essere "veri uomini", sfruttando le insicurezze degli uomini. Mentre predicano il sacrificio e la resilienza, questi guru accumulano patrimoni milionari vendendo ai ragazzi "soluzioni" facili ai loro problemi, che si rivelano spesso schemi Ponzi se non truffe vere e proprie.

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Gli influencer e i guru della mascolinità hanno accumulato milioni di follower sulle piattaforme, dispensando consigli su come essere “veri uomini”, sfruttando le insicurezze degli uomini. Mentre predicano il sacrificio e la resilienza, questi guru accumulano patrimoni milionari vendendo ai ragazzi “soluzioni” facili ai loro problemi, che si rivelano spesso schemi Ponzi se non truffe vere e proprie.

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Nino Sarratore è un “omm’ e merd” ma ci fa fare i conti con noi stessi

Più di una volta, al solito bar di Piazza Bellini, nel centro di Napoli, io e un’amica ci siamo ritrovate a parlare dei Nino Sarratore incrociati nelle nostre vite. Discorsi a metà tra l'accettazione e l'ironia, senza mai pronunciare il vero nome degli uomini di cui parlavamo. Riflettendo su di loro, io e la mia amica facevamo infine i conti con le nostre vulnerabilità. Ed è forse questo l'unico vero beneficio arrecato da Nino Sarratore alle nostre esistenze.

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Più di una volta, al solito bar di Piazza Bellini, nel centro di Napoli, io e un’amica ci siamo ritrovate a parlare dei Nino Sarratore incrociati nelle nostre vite. Discorsi a metà tra l’accettazione e l’ironia, senza mai pronunciare il vero nome degli uomini di cui parlavamo. Riflettendo su di loro, io e la mia amica facevamo infine i conti con le nostre vulnerabilità. Ed è forse questo l’unico vero beneficio arrecato da Nino Sarratore alle nostre esistenze.

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Novembre 2024

Dall'elezione di Trump a presidente USA alle conseguenze dell'alluvione a Valencia, passando per la spettacolare eruzione del vulcano in Islanda e la crisi del governo tedesco, ecco i principali avvenimenti che abbiamo selezionato a novembre 2024.

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Dall’elezione di Trump a presidente USA alle conseguenze dell’alluvione a Valencia, passando per la spettacolare eruzione del vulcano in Islanda e la crisi del governo tedesco, ecco i principali avvenimenti che abbiamo selezionato a novembre 2024.

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L’ascesa M5S di Grillo è iniziata con un Vaffa-day. Sta finendo allo stesso modo, ma al contrario.

Politicamente e mediaticamente, il Movimento Cinque Stelle sta defenestrando Beppe Grillo, la cui impronta nella storia italiana è stata significativa perché dannosa, avendo dato vita a una mai del tutto nata Terza Repubblica all’insegna dell’approssimazione. È ironico come per Grillo in politica sia nato tutto con un Vaffa-day e sia finito, più o meno, allo stesso modo, ma al contrario.

Questi i migliori film di novembre 2024

Oltre ad essere tornati a sognare un sentimento politico come quello di Berlinguer nel film di Andrea Segre e aver conosciuto Parthenope nel nuovo film di Paolo Sorrentino, questo mese al cinema abbiamo scelto "Anora, "Dahomey" e "Giurato numero 2". Ecco, secondo noi, i cinque migliori film di novembre 2024.

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Oltre ad essere tornati a sognare un sentimento politico come quello di Berlinguer nel film di Andrea Segre e aver conosciuto Parthenope nel nuovo film di Paolo Sorrentino, questo mese al cinema abbiamo scelto “Anora, “Dahomey” e “Giurato numero 2”. Ecco, secondo noi, i cinque migliori film di novembre 2024.

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È dal rapporto tra essere umano e tecnologia che passa il futuro del pianeta

Non esiste innovazione tecnologica senza l’essere umano: in fin dei conti, se le macchine sono in grado di compiere azioni complesse, di imparare dagli errori e di svolgere funzioni fino a oggi esclusive dell’intelligenza umana, è solo grazie all’accumulo e alla rielaborazione di input e dati forniti dagli umani. Quindi, se è la direzione che diamo alle innovazioni a determinare il futuro che vogliamo costruire, dobbiamo far sì che siano fondate su basi eque e non discriminatorie, perché non c’è vera sostenibilità senza giustizia per tutti.

“Sulla Terra leggeri” ci ricorda che amare, anche se spaventoso, allarga i confini dell’esistenza

“Sulla Terra leggeri”, film di Sara Fgaier, ci mostra com’è che è possibile amare, con quale coraggio e intensità, con quale abbandono, e quanto questo darsi, che tanto sembra spaventarci di questi tempi, ci allarghi effettivamente i confini della percezione e dell’esistenza. È possibile amare come la prima volta, come quando avevamo quindici anni.

Il declino della classe politica del Paese ha reso il “popolino” un popolo attivo

Il declino politico del Paese non soltanto ha portato al potere personaggi improponibili, ma ha finalmente reso il popolino, quasi per rigetto, popolo. Lì dove i governanti mostrano lacune e arretratezze, negli ultimi anni c’è stata un’attivazione popolare attraverso i mezzi a disposizione per poter realmente cambiare le cose.

La cultura patriarcale, in Italia, è tutt’altro che sconfitta. E mai come oggi serve combatterla.

Secondo il ministro Valditara, in Italia non c’è più il patriarcato dal 1975, anno della riforma del diritto di famiglia. Peccato che delitto d’onore e matrimonio riparatore siano stati aboliti nel 1981, che le donne vengano ancora uccise soprattutto per mano degli uomini e che questi pensino di poter intervenire su questioni che non li riguardano. Invece di mistificare la realtà, il ministro potrebbe evitare tagli all’istituzione che più di tutti dovrebbe amplificare la parità di genere: la scuola.

“Il Gladiatore II” è la prova che il grande cinema ha finito le idee

Al netto della innegabile spettacolarità che regalano le due ore e mezza di “Il gladiatore II”, della bravura di Paul Mescal, di Pedro Pascal e di Denzel Washington, al netto dei mostri in CGI che rendono tutto molto kitsch, tra squali che arricchiscono la naumachia nel Colosseo e scimmie che sembrano mutanti, non c’è niente in questo film che non provi a rassicurare gli spettatori del fatto che rifugiarsi nel passato va bene. È la prova di un cinema epico a corto di idee.

Come l’anti-intellettualismo sta modellando, purtroppo, la politica americana e mondiale

Uno dei problemi odierni è la deriva dell’anti-intellettualismo, che dagli Stati Uniti ha raggiunto tutti i Paesi occidentali. Sull’argomento c’è un illuminante articolo di Isaac Asimov del 1980 e perfettamente attuale: “C’è un culto dell’ignoranza negli Stati Uniti, e c’è sempre stato. La tradizione dell’anti-intellettualismo è stata una tendenza costante che si è fatta strada nella nostra vita politica e culturale, alimentata dall’idea sbagliata che la democrazia significhi che la mia ignoranza vale quanto la tua conoscenza”.

Mentre case e città diventano sempre più Smart, per molti averne una non è ancora un diritto

Nel corso degli ultimi anni, la tecnologia ha operato una rivoluzione silenziosa, ma potente, nel modo in cui concepiamo e viviamo nelle nostre case e città. La casa, un tempo vista principalmente come rifugio e luogo di riposo, è diventata ora un centro operativo completo grazie alle innumerevoli innovazioni tecnologiche. Non può esserci però sviluppo dello Smart Living e quindi di Smart Cities senza l’inclusione e il riconoscimento che per troppe persone oggi la casa non è più un diritto.

“A Fidai Film” cerca di recuperare e restaurare le memorie sottratte della storia palestinese

Nell’estate del 1982 l’esercito israeliano saccheggiò l’intero archivio del Centro di Ricerca Palestinese, contenente documenti storici, inclusa una collezione di immagini fisse e in movimento. Partendo da questo presupposto, “A Fidai Film”, del regista palestinese Kamal Aljafari mira a creare una contro-narrazione rispetto a questa perdita, presentando una forma di sabotaggio cinematografico che cerca di recuperare e restaurare le memorie sottratte della storia palestinese.

Migliaia di donne americane hanno deciso di seguire il 4B Movement dopo l’elezione di Trump

In questi giorni l’interesse per il 4B Movement è violentemente esploso su Twitter e TikTok in seguito alle recenti elezioni americane, dove il timore per i diritti riproduttivi con il ritorno di Trump alla presidenza si è intensificato, tanto che le ricerche sono aumentate del 450%. Il 4B Movement, nato in Corea del Sud prende il nome da quattro parole sudcoreane che cominciano con il prefisso “bi”, ovvero “bisekseu” (no rapporti sessuali con gli uomini), “bihon” (no matrimonio), “biyeonae” (no dating) e “bichulsan” (no figli).

Seguendo il berlusconismo, la destra sta continuando la sua personale guerra contro la magistratura

La destra sta continuando la sua personale guerra contro la magistratura seguendo la scia del berlusconismo, e sempre attraverso lo stesso canovaccio: fare le vittime dopo aver attuato azioni incostituzionali o contrarie a leggi nazionali o trattati internazionali. Sembra che non abbia mai superato i suoi traumi e i suoi complessi, anche generando picchi di ambiguità difficilmente spiegabili.

Viggo Mortensen è un’anomalia, un’eccezione

Per convenienza diciamo che Viggo Mortensen è un attore o un regista. Ma forse l’etichetta migliore con cui identificarlo è artista. Mortensen, infatti, è un’anomalia, un’eccezione, ed è un peccato che spesso il discorso intorno a lui e alla sua attività si limiti a – per esempio – “Il Signore degli Anelli”. È una persona da ascoltare, con una sua idea forte e riconoscibile di cinema, che non sembra voler accettare passivamente una divisione in compartimenti stagni tra ciò che le persone si aspettano di vedere e ciò che, invece, è lui a voler raccontare.

“Real” ci chiede cosa resti per sentirci umani in un mondo sempre più virtuale

“Real”, il nuovo documentario della regista romana Adele Tulli, è un’indagine su quanto e come l’accelerazione digitale in cui siamo immersi ogni giorno abbia inevitabilmente alterato e risemantizzato il nostro significato di realtà e di cosa o meno possa essere definito reale. Robot, intelligenza artificiale, smartphone, visori per la realtà virtuale, social network, piattaforme, console di gioco, sono estensioni senza le quali non riusciamo più a stare. Non solo sono diventati delle protesi, ma sembra stiano sempre più soppiantando il nostro corpo.

Con la vittoria di Trump, l’Italia ha solo da perdere ma la destra festeggia fingendo di non saperlo

Donald Trump è stato esplicito durante i suoi recenti comizi su che futuro si aspetta: “Al di fuori di amore e religione, la parola più bella che ci sia è dazio”. Il piano prevede l’indebolimento dell’Europa, ma la destra italiana, che dice che la sua vittoria è una buona notizia “per l’economia italiana e il futuro dei nostri figli”, finge di non saperlo.

“For My Best Family” indaga il modo in cui ciascuno di noi compone il grande organismo dell’umanità

Con “For My Best Family”, il nuovo progetto espositivo di Fondazione Prada, l’artista marocchina Meriem Bennani si focalizza sulla forma che assumono le nostre risposte emotive al mondo, e sul modo in cui ciascuno di noi, più o meno consapevolmente, va a comporre un grande corpo, quello dell’umanità. L’andare a ritmo, a tempo, “respirare insieme” è ciò che più di ogni altra cosa ci fa percepire questa unione, questo essere parte di qualcosa di più grande di noi.

“L’Empire” ci ricorda che nella lotta tra bene e male i vincitori esistono solo nella fantascienza

“L’Empire”, film del regista francese Bruno Dumont, vincitore del premio della giuria all’ultimo Festival internazionale del cinema di Berlino, è una grande parodia del cinema fantascientifico, sebbene non abbia niente di demenziale. Per riassumere l’atmosfera del film, potremmo dire che Dumont ha messo in scena ciò che sarebbe successo se Pier Paolo Pasolini avesse diretto un episodio di “Star Wars”: attori non professionisti, ambientazione rurale, navicelle spaziali e spade laser.

La mente umana affascina e spaventa perché resta un mistero. “Inland Empire”, di Lynch, lo dimostra.

“Inland Empire”, capolavoro del 2006 diretto da David Lynch, con una strepitosa Laura Dern, è un forte percorso emotivo che ci permette di guardare da fuori il nostro disordine interiore. Chi siamo nel sogno? Nelle fantasie? Nei desideri che immaginiamo di realizzare senza confidarli a nessuno? E sono davvero libere queste versioni incorporee di noi stessi? Con questa pellicola, Lynch sembra chiederci di pensare a quanti nostri possibili avatar si contendono la conquista dell’impero della mente.

Con la scusa della prevenzione, il governo Meloni continua a criminalizzare il dissenso

Mentre dilagano i discorsi su decoro, buonsenso e sicurezza, usati come pretesti per mettere a tacere le voci scomode, presentate come una minaccia alla pacifica convivenza che la democrazia garantisce, il governo Meloni continua ad abusare di strumenti repressivi perché incapace di rapportarsi con chi non si allinea. Ma lo stato di una democrazia si vede anche dalla gestione del dissenso.

In “The Substance” il corpo femminile è una prigione, proprio ciò che l’ha reso la società

Tutti noi abbiamo sognato almeno una volta nella vita di essere qualcun altro. O meglio, magari non proprio qualcun altro, ma che alcune caratteristiche apparentemente irraggiungibili che vedevamo in un’altra persona facessero parte di noi, si integrassero nel nostro Io facendoci essere proprio come desideravamo. È su questo filone che si innesta la storia di “The Substance”, film di Coralie Fargeat con Demi Moore e Margaret Qualley.

Per recuperare un ritmo umano, anche in viaggio, dobbiamo riscoprire i borghi italiani

È sempre più chiaro che le grandi promesse emanate dalle città per decenni siano ormai quotidianamente sfatate su più livelli, per questo sempre più persone cercano e visitano i piccoli borghi italiani. Riscoprire questi luoghi arcaici, capaci di riallacciare una connessione profonda con il territorio e le origini della nostra cultura, ci fa stare bene, come se guarisse una ferita. Vivere anche solo per una giorno immersi in un’atmosfera che si sfila dal ritmo incalzante che ci domina, lontana da tutto ciò che ci esaspera degli ambienti antropizzati, ci ristabilisce.

Per il capitalismo siamo ciò che possediamo, ma non ci basta più

In un sistema che si basa sul culto della merce, l’idea che valiamo tanto quando possediamo si sta finalmente incrinando. Se le vecchie regole non sono più valide, ha senso provare a inventarne di nuove guardando a ciò che ci preme davvero, agli aspetti della nostra vita a cui non vogliamo più rinunciare. Per questo, allontanarci da un sistema che incolla la felicità a ricchezza e possesso può essere l’occasione per riscoprire un’introspezione che ci siamo abituati a mettere da parte, considerandola inutile.

Abbiamo vietato la pubblicità di sigarette perché dannose. Ora facciamolo anche con ciò che inquina.

Da quasi 40 anni è vietata la pubblicità, anche indiretta, di tabacco e sigarette, in considerazione dei danni che questi prodotti provocano alla salute. Oggi, di fronte alla crisi climatica e ambientale, dobbiamo estendere lo stesso divieto anche a benzina, diesel e altri servizi e prodotti altamente inquinanti, come le crociere o la carne. È questa la strada verso un futuro sostenibile, che richiede un cambiamento radicale nelle nostre abitudini di consumo e nel nostro stile di vita, ma non si può sperare che questo avvenga spontaneamente.

I no global di destra: animali fantastici e dove trovarli.

La destra sovranista è riuscita vergognosamente ad appropriarsi della battaglia contro la globalizzazione, distorcendone tutti i significati. Per loro, così come per tutti i sovranisti del pianeta, essere contro la globalizzazione vuol dire sostanzialmente “chiudiamoci, abbasso l’immigrazione e viva il Made in Italy”. Non è solo una semplificazione, è proprio un disegno mistificatorio che annulla i principi fondamentali che gli originali no global un tempo portavano avanti.

L’esperimento del governo Meloni di deportazione in Albania è un gioco politico disumano

Questo primo esperimento di deportazione e detenzione in Albania è stata un’operazione fallimentare e inutile. Giuridicamente, il progetto con l’Albania è nato morto, lo si sapeva, eppure lo si è legittimato per puro marketing politico di estrema destra, in barba alle normative e alle sentenze Ue. Un gioco politico disumano in cui le persone migranti sono sempre e comunque il capro espiatorio senza possibilità di appello né di obiezione.

Il nostro cervello è tutto quello che siamo, ma spesso lo diamo per scontato

Il nostro cervello è tutto quello che abbiamo, anzi, è tutto quello che siamo, ma non ce ne prendiamo cura abbastanza. Eppure le malattie neurodegenerative ci riguardano tutti in prima persona, sia da un punto di vista personale, con la possibilità di ammalarsi, che sociale, con il loro sulla collettività e sul sistema sanitario. Serve uno sforzo collettivo per un cambio di paradigma, dall’inquinamento atmosferico all’igiene del sonno.

L’ombra di esercito e polizia sulla scuola ha riflessi sempre più inquietanti

In tempo per l’inizio dell’anno scolastico, il 6 settembre è entrata in vigore la riforma 4+2 dell’istruzione tecnica professionale, che introduce un percorso di quattro anni di scuola superiore seguiti da due anni di ITS Academy, integrati da esperienze a contatto con le aziende. L’obiettivo dichiarato sarebbe quello di facilitare l’ingresso degli studenti nel mondo del lavoro, con la presenza in aula di esperti provenienti dalle aziende. La riforma, però, cela alcuni aspetti preoccupanti, come una collaborazione sempre più stretta tra scuola ed esercito.

“Sbatti il mostro in prima pagina” è ancora la perfetta rappresentazione del vittimismo della destra

Il valore di “Sbatti il mostro in prima pagina” e la sua stupefacente attualità si fondano sui due temi centrali del film che fanno da pilastri narrativi in modo lucido e puntuale: la manipolazione dell’informazione, un fenomeno che oggi vive un periodo particolarmente florido grazie agli effetti collaterali delle nuove forme di comunicazione di massa, e la strategia propagandistica della destra italiana che, ieri come oggi, basa sul vittimismo gran parte della sua identità.

Indagando l’etica robot, “Mars Express” ci interroga su cosa significhi essere umani

Da “2001: Odissea nello spazio” a “Ghost in the Shell”, passando per “Blade Runner” e “Io, robot”, il rapporto tra tecnologia e morale è un tema frequente nella fantascienza e nei prodotti culturali, almeno a partire dalle storie sui robot di Isaac Asimov. Ed è su questo filone che si innesta anche “Mars Express”, sorprendente lungometraggio d’esordio del regista francese Jérémie Périn, che ci interroga su cosa, in fondo, significhi essere umani.

“Iddu” non è un film sulla mafia, ma sul male

È giusto dare eco a chi invece dovrebbe essere ricordato solo in termini negativi? Raccontare un personaggio come Matteo Messina Denaro, soprattutto con un’interpretazione ben riuscita come quella di Elio Germano, è un modo per rafforzare il suo immaginario o demolirlo? Sono questi i quesiti legittimi che alimenta “Iddu – L’ultimo Padrino”, dal momento che qualsiasi interlocuzione dialettica con l’arte presuppone uno scambio tra realtà e finzione che determina il senso stesso della rappresentazione.

Vivere è sempre più insostenibile e vorremmo solo fermarci, come ne “Il mio anno di riposo e oblio”

Nel romanzo “Il mio anno di riposo e oblio”, di Ottessa Moshfegh, la protagonista decide di sottrarsi agli imperativi della società e alle pressioni del mondo imbottendosi di psicofarmaci per dormire. È il manifesto di una generazione che sente che in una società che ti impone di essere produttivo, di spendere e consumare, di stare al passo con i tempi, la ribellione è impedire che ciò accada, in ogni modo.

Come da decenni il multi-level marketing lucra sulle difficoltà e sulla solitudine delle donne

Dopo la seconda guerra mondiale, molte donne che avevano sperimentato un assaggio di indipendenza sia perché i mariti erano al fronte sia perché avevano contribuito allo sforzo bellico lavorando, furono ricacciate nella dimensione domestica. Fu proprio in questo periodo che i Tupperware party e i modelli che li copiarono trionfarono grazie ai mutevoli e spesso contraddittori ruoli sociali ed economici delle donne. Oggi, per non fallire come alcune, le aziende hanno cambiato strategia allineandosi al mito della “self-made woman”, passando dai prodotti per la casa a quelli per il wellness o abbigliamento.

Le nuove generazioni continuano a lottare per il domani ma vengono lasciate costantemente da sole

Gli unici che manifestano per i bisogni collettivi e non privati sembrano essere i giovani, gli stessi che vengono accusati di essere immobili e di non fare abbastanza per cambiare le sorti del pianeta, mentre gli adulti sono sempre più chiusi in loro stessi. Il motivo sta nell’individualismo che prende sempre più piede nella società e che ci fa credere che certe vicende non ci riguardino.

Sembra che per molti la questione israelo-palestinese sia iniziata il 7 ottobre 2023. Non è così.

Sembra che per molti media italiani, il conflitto israelo-palestinese sia iniziato il 7 ottobre del 2023, cancellando decenni di storia. In realtà, Gaza era una prigione a cielo aperto anche prima. Certamente, poi, da quella data il governo di Netanyahu ha eliminato qualsiasi freno, esasperando ancor di più la violenza e il controllo su una popolazione pressoché inerme. I morti e le repressioni, però, non sono purtroppo una novità dell’ultimo anno.

Nonostante l’illusione di essere unici e diversi dagli altri, oggi siamo sempre più tutti uguali

Se per omologazione intendiamo un’aderenza agli usi e ai pensieri di una maggioranza o di un gruppo dominante, è evidente come a livello storico sia aumentata con l’arrivo di mezzi di diffusione sempre più capillari. Tutte le azioni dell’essere umano sembrano determinate dal desiderio di imitare qualcuno che gli appaia felice per poter possedere quella stessa felicità. Con i social questo fenomeno è stato spinto al limite.

“Bestiari, Erbari, Lapidari” è un film imponente, un omaggio ai mondi di animali, piante e minerali

Con “Bestiari, Erbari, Lapidari”, D’Anolfi e Parenti aprono uno spazio di significati possibili davanti allo spettatore, punti di una mappa che possono essere trasformati nei vertici di una figura, un animale, una foglia, o un cristallo. La visione di queste immagini è qualcosa in più delle loro parti, un dialogo tra attitudini e prospettive diverse, per cui a volte è necessario uscire dalla propria coscienza, che spesso si trasforma in trappola.

“Quell’estate con Irène” racconta al meglio l’illusione di immortalità in cui viviamo da giovani

Al centro di “Quell’estate con Irène”, di Carlo Sironi, c’è il desiderio di affidare al racconto cinematografico le memorie personalissime di un Io, di un corpo, e del suo contatto unico con il mondo. Ma la scelta di farlo attraverso la fragilità dei corpi delle sue protagoniste non è un modo per avvicinarsi all’esperienza privata della malattia e della morte, tutt’altro. Il film racconta in modo universale la tensione tipica di un’età in cui si vive immersi in un’impressione fittizia d’immortalità.

In “Vermiglio” c’è la dualità della vita e di ciò che siamo, ieri come oggi

“Vermiglio” di Maura Delpero, vincitore del Gran premio della giuria a Venezia e rappresentante dell’Italia ai prossimi Oscar, è come un affresco enorme, che ha una sua organicità e che allo stesso tempo si trasforma a seconda del punto da cui si osserva. Può essere una storia di provincia e di guerra ma anche di crescita e di famiglia, di desiderio e di infanzia. C’è la dualità della vita e di ciò che siamo – ieri come oggi.

“The Fall” ipnotizza e sconvolge, riflettendo sul potere trasformativo delle storie e del dolore

“The Fall”, film girato da Tarsem Singh Dhandwar nel 2006, mostra l’enorme potere che ha sulla nostra coscienza la narrazione e l’immedesimazione, come la nostra vita a ben vedere sia una storia anch’essa, e come tale un’illusione. La pellicola, che è una metafora tra speranza e disillusione, ci fa capire che l’unico modo per vivere bene è farlo come se si stesse iniziando un gioco, credendo fino in fondo al patto di incredulità che ci tiene al mondo.

Se abbiamo smesso di sperare nel futuro, ripiegandoci nella nostalgia, è perché siamo esausti

Uno dei pochi punti su cui opinionisti e ricercatori in ambito politico e socioculturale ultimamente sembrano essere tutti d’accordo è che la nostalgia sia diventata la cifra del nostro tempo. Un esempio perfetto di collante generazionale: ricordare i tempi passati crea un senso confortante di comunità basata sul “Io c’ero” e il “Te lo ricordi”. Se ci rifuggiamo così tanto nel passato, però, è perché, esausti, abbiamo perso di vista il valore della speranza.

Il love bombing è l’appendice moderna dei più meschini comportamenti umani

Il love bombing consiste in un insieme di azioni, parole, gesti plateali attuati durante il corteggiamento e la primissima fase della relazione. Il love bomber tempesta la donna di complimenti, di attenzioni, di regali. Lei, frastornata, inizia a credere davvero di essere speciale per lui. È un approccio esplicito che spesso viene scambiato con la fortuna di aver trovato la persona perfetta, anche perché il love bomber insiste su un tasto: “Io non sono come gli altri e tu non sei come le altre”.

Lo smart working rivoluziona costi aziendali, mobilità e il nostro benessere. Perché rinunciarci?

È ormai risaputo che i vantaggi dello smart working sono innumerevoli. Se da un lato, infatti, oltre il 60% dei lavoratori si dice disposto a cambiare lavoro pur di non rinunciare allo smart working, per quanto riguarda l’ambiente si stima che due giorni a settimana di lavoro da remoto possano evitare l’emissione di circa 480 kg di CO2 all’anno a persona – con una enorme riduzione di costi anche per le aziende, che spenderebbero potenzialmente circa il 65% in meno.

“Parthenope”, di Sorrentino, ci invita ad attraversare le cose invece di subirle

“Parthenope”, il nuovo film di Paolo Sorrentino, è complesso e complessità, che in questo caso, significa moltitudine. La pellicola, però, è anche una riflessione su Napoli e sui napoletani, e su un certo modo di stare al mondo – di attraversare le cose più che di subirle. Nella sua storia, la giovinezza si mischia alla malinconia e a una saggezza quasi senza tempo, e questa è un’idea profondamente sorrentiniana.

Ci buttiamo sul lavoro per evadere le angosce della vita ma così non facciamo che acuirle

Buttarci sul lavoro ci consente di innescare una sorta di pilota automatico, di concentrarci su un contesto noto e socialmente codificato in cui, anche quando non siamo del tutto a nostro agio, sappiamo bene come muoverci, e di mettere a tacere invece delle fonti di turbamento più profonde connesse con tutti gli altri ambiti della nostra vita. In questi casi, la dipendenza dal lavoro può diventare la risposta a uno stato di disagio e nervosismo generalizzato, che però rischia solo di peggiorare la situazione.

Nei suoi film Paul Schrader ha mostrato le contraddizioni, tensioni e fragilità della mente maschile

I protagonisti dei film di Paul Schrader, come “Lo spacciatore”, “American Gigolo” e “Tuta blu”, sono come meteore, autolesionisti, autodistruttivi, come se il regista usi le sue storie per mettere nero su bianco ciò che sente, ciò che vive, e tenti di fare chiarezza. Pochi infatti come lui sono riusciti a mettere in scena i labirinti e le contraddizioni, nonché le tensioni e le fragilità della mente maschile, mostrandosi quasi come un desiderio ricorsivo e maniacale di autoanalisi, un tentativo per capire il proprio ruolo in un epoca, quella degli anni Settanta e Ottanta, segnata da enormi contraddizioni interne alla società.

I continui assalti a medici e personale sanitario sono il sintomo della nostra inciviltà

Quello che sta succedendo in queste settimane, tra medici insultati o minacciati e personale sanitario picchiato, è il segnale di un degrado sociale non indifferente. Siamo passati dalla retorica degli “angeli ed eroi” di pochi anni fa a costringere i medici a sentirsi fortunati se tornano a casa illesi. È lo specchio della sconfitta di uno Stato alla deriva, in un periodo storico in cui la società è definita dalla cultura dell’odio.

A sinistra gli elettori passano la vita a criticare i propri leader. A destra a venerarli come dèi.

Una delle principali differenze tra destra e sinistra del post 1989 è il legame con il proprio elettorato. I cittadini di sinistra sono i primi a contestare i propri leader politici, addirittura durante i loro stessi comizi o sui social. Il PD è forse l’esempio che calza a pennello. Al limite ci si tappa il naso e viene votato lo stesso. A destra invece sembra esistere un culto della personalità, una questione di tifo o fazioni, che da Berlusconi si è tramandato a Salvini e Meloni.

Essere giovani genitori in una grande città vuol dire essere soli

Gli stereotipi inutilmente diffusi sulla maternità e le sue gioie sono infiniti, ma molti di loro non descrivono la realtà. La gravidanza, il puerperio e i primi anni di crescita dei figli possono essere molto provanti, soprattutto per le madri ma anche per i padri. E uno dei risvolti della genitorialità di cui si parla meno è la solitudine.

La libertà d’espressione e quella di offendere non possono e non devono essere sullo stesso piano

È molto svilente assistere al calpestamento da parte della destra del termine “libertà”, che spesso viene confuso con un lasciapassare per poter fare o dire qualsiasi cosa, soprattutto offese, teorie antiscientifiche e discriminazioni. In una democrazia nessuno vuole mettere un bavaglio alle persone, ma la libertà d’espressione e la libertà di offendere non possono e non devono essere sullo stesso piano.

Nelle opere di Alberto Mielgo, tra cinema e nuovi linguaggi, l’amore è una società segreta

Alberto Mielgo, regista e direttore artistico spagnolo, vincitore del premio Oscar come miglior corto d’animazione per “The Windshield Wiper” e di due Emmy per “Jibaro”, episodio della terza stagione di “Love, Death & Robots”, nei suoi cortometraggi interseca riflessioni sulla dipendenza dalla tecnologia, sull’amore e sulle solitudini contemporanee per creare opere capaci di parlare dell’attualità, pur durando pochi minuti, con il respiro del cinema.

In “My First Film” è il fallimento il motore della vita. Quello terrorizzante dei nuovi inizi.

“My First Film”, primo lungometraggio della regista e artista Zia Anger, co-prodotto da Mubi e disponibile da oggi, è una riflessione sulla perdita, sulla delusione, sul fallimento. Soprattutto, mostra quanto l’idea di iniziare qualcosa – una relazione, un progetto – nel modo sbagliato per molte persone ha un che di terrorizzante, forse perché non sopportiamo l’eventualità di poter tradire le nostre stesse aspettative.

La mostra di Fondazione Prada fa detonare tutta la potenza espressiva e sovversiva di Pino Pascali

La mostra di Fondazione Prada su Pino Pascali lascia detonare la potenza espressiva e sovversiva di questo artista, capace di fare arte concettuale e al tempo stesso materialissima. Pascali appare così come un demiurgo, capace di fare e disfare, un personaggio abile nel continuare a cambiare maschera, tratti, azione primaria, scopo, una sorta di giullare che al tempo stesso ci smaschera, nelle nostre impettite identità.

L’identità italiana che propaganda la destra non esiste

La destra continua a trasformare la cittadinanza in un premio e non in un diritto, cristallizzando la propria idea di identità italiana sul moderno sovranismo e sulla paura di integrare realtà esterne. Il problema è che così ci si dimenticano i passaggi storici che naturalmente hanno creato il senso di appartenenza italiano, ovvero un contenitore di culture diverse fatto anche dell’eredità di dominazioni straniere e dell’acquisizione di tradizioni che vengono da lontano, nel tempo e spesso anche da fuori.

Rileggere “Quaderno proibito” ci interroga su come ancora educhiamo le donne alla rinuncia di sé

Oggi la gran parte delle donne ha raggiunto consapevolezza sul tema della parità di genere, e molte stanno affrancandosi dalle catene del patriarcato. Ma sembra permanere un sostrato culturale, probabilmente inconscio, causato da secoli di subalternità imposta, che induce alcune donne a continuare a riconoscere nel sacrificio dei propri bisogni. “Quaderno proibito”, il romanzo di Alba de Céspedes del 1952, riesce ancora a dare voce a questi conflitti interiori.

Se non riusciamo ad accorgerci delle disuguaglianze è perché diamo per scontati i nostri privilegi

Nel futuro i nostri successori forse resteranno sbigottiti al pensiero di un periodo storico senza matrimoni tra persone dello stesso sesso allo stesso modo in cui oggi ci sembra fantascienza un’elezione senza donne ai seggi. La storia però la fanno gli esseri umani, quindi dobbiamo essere noi a interrompere il processo che lega in modo malsano il triangolo diritti-disuguaglianze-privilegi. Altrimenti corriamo il rischio di restare intrappolati in un periodo buio, con la complicità di chi non vuole perdere una posizione di vantaggio, nella società.

Il confine tra vittima e martire, nell’immaginario della destra, è sottilissimo. Troppo.

La destra italiana di fronte a qualsiasi problematica sfodera la carta del vittimismo. Esiste proprio una sintomatologia ben precisa: manie di persecuzione, sindrome dell’accerchiamento, tendenza a lamentarsi. Può sembrare un paradosso, visto che molti membri del governo vengono da una storia che affonda le sue radici nel neofascismo, e quindi in un’apparente maschera muscolare e sfrontata. Eppure il “vittimismo del camerata” non è un fenomeno recente.

Il multi level marketing sfrutta le nostre fragilità per venderci l’illusione di svoltare la vita

Precariato, mancanza di equilibrio tra vita privata e lavoro, difficoltà nel dare un senso a ciò che facciamo per guadagnarci da vivere, e al tempo stesso bisogno imposto di ostentare una vita sociale gratificante e ricca di stimoli, oggi dilagano. È in questo contesto che il multi level marketing – un sistema di vendita diretta che ci permette di diventare “imprenditori” di noi stessi – finisce per sfruttare le nostre fragilità e i nostri desideri per venderci false promesse d’indipendenza.

Hirokazu Kore-eda incarna l’universalità del cinema giapponese. “L’innocenza” lo dimostra.

Nel suo ultimo film, “Monster”, in Italia ribattezzato “L’innocenza”, il regista giapponese Hirokazu Kore-eda ritorna al Giappone come spazio narrativo e alla famiglia come esca ideale per il racconto. Divide la storia in tre parti e si affida, di volta in volta, a tre protagonisti differenti. Soprattutto, però, Kore-eda parla di infanzia e di ciò che vuol dire, quando si è poco più che bambini, crescere e trovare la propria strada.

In una vita di incognite, sono gli eventi certi, che si ripetono sempre, a renderci ciò che siamo

La nostra vita è composta di infinite variabili, più o meno influenti, ma in mezzo a questo sciame alcuni eventi appaiono come il cristallizzarsi di forze, capaci di prendere forma, e di farci diventare ciò che siamo. Sono eventi che tutti conosciamo e condividiamo, che segnano trasversalmente l’esperienza umana e che si ripetono, nonostante enormi cambiamenti, da sempre, capaci di darci sicurezza e risorse per affrontare il futuro.

Con “Bianca”, Nanni Moretti ci ricorda che tutti non smetteremo mai di farci del male

“Bianca”, il quarto lungometraggio di Nanni Moretti del 1984, è una fonte inesauribile di battute fulminanti e scene diventate cult, come nella quasi totalità della sua filmografia, ma è anche una commedia che nella sua complessità e per i temi che tratta va oltre il confine di questo genere, intrecciando grottesco, drammatico, poliziesco. Parafrasando le parole del suo protagonista, Michele Apicella, di fronte a un mont blanc, il film ci ricorda che noi tutti, spettatori e personaggi immaginari, non smetteremo mai di farci del male.