La Storia, a volte, riserva ad alcuni personaggi un ruolo di rilievo, fino a sfociare nel culto. Lev Sergeevič Termen, nome che anglicizzò lui stesso in Léon Theremin, invece, è sempre rimasto ai margini, se non fosse per l’omonimo strumento musicale da lui inventato. Eppure, la sua vita sembra la trama di un romanzo. Se adesso non ha l’aura epica di un Eduard Limonov, è soltanto perché nessun Emmanuel Carrère ha posato gli occhi su di lui.
Nel 1922 Lenin assistette a una particolare esibizione. Il suo stupore fu enorme: non si era mai visto uno strumento funzionare senza essere toccato. L’esecutore, muovendo le mani nell’aria, creava un suono misterioso, etereo, a metà strada tra l’ululato di un fantasma e la melodia di un violino proveniente da un altro pianeta. Lenin volle immediatamente conoscere l’inventore di quell’oggetto affascinante, e fu accontentato. Theremin, all’epoca ancora Termen, venne subito reclutato per un tour europeo. L’idea del leader russo era chiara: bisognava mostrare al mondo i progressi scientifici dell’Unione sovietica, e il theremin divenne un mezzo di propaganda.
Theremin era un fisico e durante la rivoluzione russa passava le nottate chiuso nel suo laboratorio, dove lavorava ad alcuni dispositivi per misurare la densità dei gas nel vuoto. Durante un esperimento, si accorse di un fischio che si propagava nell’aria, e notò che il suono variava di frequenza a seconda del posizionamento della mano nel campo d’onda. Decise di seguire quel sibilo, fino a comprenderne l’origine, e poterne analizzare le variazioni. Perfezionò lo strumento grazie a due oscillatori armomici che, attraverso il battimento delle onde (un fenomeno fisico che all’orecchio umano risulta come l’effetto sonoro del vibrato) producevano quel sibilo tanto particolare. Lo chiamò dapprima eterofono, poi theremin. Capì di aver realizzato uno strumento musicale elettronico, il primo nella storia a poter essere suonato senza la necessità del tocco.
Dopo quell’incontro con Lenin, Theremin partì dunque alla volta delle principali capitali europee, sotto l’ala protettrice del primo ministro sovietico. Le sue esibizioni suscitarono scalpore: gli spettatori a Berlino e Londra restarono affascinati dallo strumento e dal suono che generava; sembrava il numero di un illusionista. Si sparse la voce dell’esistenza di questo artista innovatore, e la successiva presentazione a Parigi segnò la svolta nella carriera di Theremin: fuori dal teatro si creò una calca, migliaia di persone si radunarono per assistere all’esibizione. I posti però erano esauriti. Dovette intervenire la polizia per placare la baraonda. Fu il segno che l’Europa era diventata troppo piccola per le mire di Lenin, e Theremin venne spedito in America.
Arrivò a New York nel 1928 e ben presto gli si spalancarono le porte dell’alta società. Presenziava ai grandi eventi, stringeva amicizia con personaggi di spicco come Henry Ford, Arturo Toscanini, Charlie Chaplin e Albert Einstein. Quest’ultimo amava trascorrere le giornate parlando con Theremin di fisica e musica, non lesinando una suonata al violino con l’accompagnamento del prodigioso strumento. Negli Stati uniti Theremin conobbe la violinista Clara Reisenberg, nata a Vilnius negli anni della dominazione russa e poi emigrata in America, la quale ben presto divenne una virtuosa dello strumento. Per lui fu una folgorazione: se ne innamorò perdutamente e le chiese la mano. Non era però un sentimento corrisposto, e la musicista sposò l’avvocato Robert Rockmore. Clara, che prese il cognome del marito, continuò a suonare il theremin e a esibirsi in tutto il mondo, raggiungendo la fama internazionale. Léon intanto, ormai era questo il suo nome, fondò negli Stati uniti la sua azienda, per poi cederla alla Radio corporation of America. Contava di diventare milionario, ma non aveva fatto i conti con il crollo di Wall Street del 1929, che mise in ginocchio moltissime attività, tra cui anche la sua.
L’appuntamento con il successo finanziario fu però solo rimandato di pochi anni. Theremin, infatti, dopo la vendita della sua impresa e con la ripresa economica in atto, iniziò a lavorare su altri progetti, tra cui alcune innovazioni riguardanti le porte automatiche e un sistema d’allarme che fu adottato in numerose istituzioni americane, compresa la prigione di Alcatraz. Dal punto di vista della vita privata invece, fece scalpore, nella società bigotta dell’epoca, il suo matrimonio con la ballerina di colore Lavinia Williams. Attorno alla coppia si creò un clima di disapprovazione: l’élite degli alti salotti storse il naso, ma l’amore di Léon per Lavinia superò ogni ostacolo. Le ingenti entrate permisero a Theremin di affittare un palazzo di sei piani a New York, ufficialmente per lo studio della musica e della danza. In realtà divenne un punto d’aggancio in territorio nemico per l’intelligence sovietica. Intanto Theremin aveva stretto contatti anche con il miliardario John Rockefeller e il militare, nonché futuro presidente, Dwight Eisenhower. Nessuno tra i suoi conoscenti poteva immaginare di trovarsi di fronte a quello che molti sospettano sia stato un collaboratore dei servizi segreti. È ancora in parte ignoto il ruolo che ha svolto in tal senso Theremin durante il suo florido periodo americano; gli storici non sono riusciti a capire fino a che punto fosse coinvolto nei piani dell’Nkvd (il futuro Kgb). Sta di fatto che un giorno, nel 1938, Theremin scomparve nel nulla.
Negli Stati Uniti fu dato per morto. Per anni, nelle enciclopedie, sotto il suo nome spuntavano le date 1896-1938. Gli amici dell’alta società piansero la sua scomparsa, venne celebrato come un inventore dalla spiccata creatività, dotato di acume e visione innovatrice. Passarono i decenni, i cancelli automatici divennero una solida realtà, ad Alcatraz resisteva ancora il suo sistema d’allarme e il theremin conquistò il mondo del cinema. Il suono di quello strumento era infatti particolarmente adatto alle scene di tensione e mistero, e non a caso fu adoperato da registi come Alfred Hitchcock e Lee Wilder. Fu usato anche per numerose colonne sonore di film di fantascienza. Alcuni dei più grandi compositori dell’epoca come John Cage, Sergej Rachmaninoff o Joseph Schillinger, realizzarono musiche per theremin. Lo strumento raggiunse la popolarità anche tra le masse grazie a film come Alice nel paese delle meraviglie, di Walt Disney, e all’utilizzo che ne venne fatto nella musica rock. Impossibile non ricordare la magia del theremin in Good Vibration dei Beach Boys. Sembrava la degna eredità di un grande inventore, ma le sorprese non erano finite. In una tranquilla giornata del 1961, il mondo occidentale rimase di stucco quando, su un giornale di Mosca, riapparve una figura familiare, non ancora dimenticata. Theremin era ancora vivo.
Riavvolgendo il nastro e tornando indietro di ventitré anni, al 1938, è possibile recuperare le vicende della vita di Theremin nel periodo in cui era stato dato per morto. Sappiamo per certo che venne richiamato in patria e arrestato. Venne accusato di aver ucciso, nel 1934, il funzionario sovietico Sergej Kirov. Ma, come è risaputo, Theremin nel 1934 si trovava negli Stati Uniti. Venne dunque riformulata l’accusa: Theremin avrebbe innescato una bomba a distanza attraverso un marchingegno che la collegava con Leningrado. L’ordigno sarebbe stato fatto detonare all’istituto Smol’nij, sede del Partito comunista, dove Kirov si trovava in visita. Più tardi venne fuori la verità: Kirov fu in realtà ucciso con un colpo d’arma da fuoco dal marito di una dipendente dello Smol’nij. Ma ormai il destino di Theremin era segnato, e dovette comunque scontare sette anni di lavori forzati in un gulag siberiano.
Durante quegli anni lavorò inizialmente nelle miniere d’oro lungo il fiume Kolyma. Ben presto gli amministratori del campo si accorsero della sua propensione a elaborare invenzioni di ogni tipo e lo spedirono in una šaraška, un laboratorio di ricerca nei centri di detenzione. Qui conobbe Sergej Korolëv, che sarebbe diventato uno dei più grandi progettisti di razzi sovietici. Le loro giornate erano caratterizzate dal fervente lavoro su un progetto di aerei radio-controllati, senza pilota. L’Nkvd comprese le potenzialità di quella mente eccelsa: un’arma da usare, ancora una volta, a loro favore. Costrinsero così Theremin a lavorare su un sistema innovativo di spionaggio: avevano bisogno di intercettare le conversazioni dei nemici politici. Theremin non poteva certo rifiutarsi, e così inventò il Buran, un sistema di ascolto a distanza che, attraverso l’uso di raggi a infrarossi, permetteva di identificare le vibrazioni sonore a distanza. Il Buran fu usato dall’Nkvd per spiare le ambasciate straniere a Mosca. Chiesero poi a Theremin di intensificare i suoi sforzi, e alzare l’asticella, fino a spingerlo a creare “la cosa”.
Questo strumento dal soprannome suggestivo, non era altro che la prima cimice passiva, che, costituita da un microfono e un’antenna inseriti in una piccola camera acustica, sfruttava l’energia elettromagnetica indotta da alte frequenze radio per creare e trasmettere un segnale audio. “La cosa” venne inserita in una placca di legno e donata all’ambasciata americana come gesto di amicizia tra alleati della Seconda guerra mondiale, nel 1945. I russi avevano trovato il loro cavallo di Troia. La placca venne appesa nell’ufficio personale dell’ambasciatore americano Averell Harriman. Gli agenti sovietici, chiusi in un furgone fuori dall’edificio, potevano sentire qualsiasi conversazione. L’operazione fu un successo: gli americani si accorsero della cimice soltanto sette anni dopo. Inizialmente non riuscirono nemmeno a comprendere il funzionamento di quell’aggeggio, perché era un’invenzione ancora troppo al di fuori dalla loro portata. Mentre i film americani trasmettevano il suono del theremin, il suo ideatore lavorava per lo spionaggio russo.
Queste invenzioni permisero a Theremin di vincere il Premio Stalin. Sorse però un problema: in quel momento era ancora a tutti gli effetti un detenuto. Decisero dunque di consegnargli ugualmente il premio, per i servizi offerti alla patria, ma la cerimonia avvenne a porte chiuse.
Quando venne riabilitato, nel 1956, Theremin trovò lavoro presso il conservatorio di Mosca. Si dedicò all’invenzione di nuovi strumenti musicali, senza però mai più raggiungere il successo del theremin. Nel 1967 il New York Times pubblicò un articolo in cui veniva riportata dettagliatamente la nuova vita di Theremin a Mosca. Venne licenziato dal conservatorio e tutti i suoi strumenti vennero gettati in una discarica. Léon si rimboccò le maniche e ripartì, proprio come all’inizio della sua carriera, da un laboratorio del dipartimento di fisica, dove continuò le sue ricerche fino alla morte.
A 95 anni, nel 1991, Theremin decise di intraprendere un lungo viaggio, quello che agognava da più di mezzo secolo: tornò negli Stati Uniti. Visitò i luoghi del suo successo, riattraversò le paludi della sua memoria strada dopo strada, teatro dopo teatro. E rivide Clara, il suo amore di gioventù. Entrambi, in prossimità della morte, parlarono con nostalgia del theremin e dei tempi che furono. Léon, nel mentre tornato Lev, doveva però compiere ancora l’ultimo viaggio: voleva morire in Russia. E così fu, due anni dopo. Morì come Lev Termen. Morì da russo. Per celebrarlo venne creata la frase palindroma Termen ne mret, che in russo vuol dire “Termen non muore”.