I festival di cinema, come il MUBI FEST, sono più che mai luoghi di scoperta e resistenza culturale - THE VISION

Il cinema non è soltanto un’arte: è un linguaggio collettivo, un luogo mentale e fisico in cui l’umanità si ritrova per guardarsi allo specchio. Da oltre un secolo, le sale e i festival rappresentano gli spazi in cui questa esperienza prende forma, evolve, si rigenera. Andare a un festival non significa solo assistere a una proiezione, ma entrare in una comunità temporanea fatta di sguardi, emozioni e conversazioni. È il momento in cui autori e pubblico si incontrano, in cui le immagini si fanno corpo vivo e si alimentano delle reazioni di chi le guarda. I festival di cinema sono – oggi più che mai – i luoghi della scoperta e della resistenza culturale: resistono al consumo rapido dei contenuti digitali, alla distrazione continua, e continuano a proporre un tempo diverso, quello lento e immersivo della visione condivisa. In questo senso, il MUBI FEST di Roma, che andrà in scena dal 14 al 16 novembre in tre location iconiche – il Cinema Quattro Fontane, il Forum Theatre e l’Edicola Erno – si inserisce come un evento capace di tenere insieme l’eredità e l’innovazione, il rito collettivo e la sperimentazione, la cinefilia e la contemporaneità.

Typhoon Club, di Somai Shinji, 1985

Tra i titoli più attesi c’è Die My Love di Lynne Ramsay, presentata in concorso all’ultimo Festival di Cannes, con Robert Pattinson e una straordinaria Jennifer Lawrence, che dopo un periodo di pausa torna sullo schermo per esplorare la maternità difficile di Grace, una giovane scrittrice segnata da una profonda depressione post-partum, che lentamente scivola nella follia mentre Jackson, il suo compagno, assiste impotente. Per chi vuole immergersi in un viaggio mistico e tribale, quasi trascendentale, verrà proiettato in anteprima anche Sirât, del regista franco-spagnolo Oliver Laxe, che racconta il viaggio di un padre e suo figlio nelle profondità delle montagne del Marocco meridionale, fino a un remoto rave, per cercare Mar, figlia e sorella, scomparsa cinque mesi prima. Una pellicola ruvida, simbolica e umanista, in cui la trance della musica del dj francese Kangding Ray si mescola ai silenzi, rotti solo dal suono delle bombe, delle infinite lande di sabbia. Non mancherà, poi, il cinema italiano, con la presenza nel programma del MUBI FEST di Altri Cannibali, il primo lungometraggio di Francesco Sossai, reduce dal successo de Le Città di pianura. Un film che si confronta con la possibilità di scappare dalla propria vita, con l’idea di poter non pensare più a niente. È la storia dai tratti quasi horror di Fausto, un operaio metalmeccanico orfano di padre e dal rapporto conflittuale con la madre, che una sera incontra Ivan, uno sconosciuto trovato sul web, per rispettare il patto inquietante che hanno stretto l’uno con l’altro. Inoltre, sempre a proposito di famiglia, ci sarà la possibilità di guardare My Father’s Shadow, a cui seguirà una conversione in collegamento con Akinola Davies Jr., il regista. L’opera parla un incontro inatteso tra due giovani fratelli, Remi e Akin, e il padre che non vedono da molto tempo, Folarin. Tra mercati affollati, autobus sgangherati e silenzi colmi di significato, i ragazzi scoprono non solo la grandezza caotica della città, ma anche le fatiche quotidiane del padre, impegnato in una lotta solitaria per sopravvivere e restare a galla.

Sirāt di Óliver Laxe, 2025
Altri Cannibali di Francesco Sossai, 201

MUBI FEST offrirà anche un mix di ospiti di tutto rispetto, che spaziano da grandi nomi del cinema ai talenti emergenti, oltrepassando il cinema e arricchendolo con la musica e le arti visive. Tra i nomi emergono Marta Grandi, Luca Ravenna e Filippo Scotti, ma anche Saverio Raimondo, che quest’anno condurrà il MUBI Late Night insieme a N.A.I.P, ospite musicale residente, per parlare del dietro le quinte del mondo del cinema e dei suoi protagonisti. La contaminazione tra arti visive e musicali continuerà a essere uno dei pilastri del festival, come successo l’anno scorso a Milano, con dj set firmati da Whitemary e un artista – o un’artista – a sorpresa

L’agente segreto di Kleber Mendonça Filho, 2025

Per chi ama il cinema italiano, a cui MUBI Italia riconosce da sempre una visibilità e un’autorevolezza non scontate, ci saranno poi due incontri imperdibili. Il primo, dedicato alle storie di debutti e “prime volte”, vede la rassegna omonima puntare a celebrare proprio i migliori esordi dell’ultimo decennio, che rivelano le voci fresche che stanno plasmando il cinema di oggi. A partecipare saranno Margherita Giusti, Francesco Sossai, Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis, che racconteranno delle sfide e delle gioie del trasformare le loro prime – ma anche seconde e terze – idee in opere che sono state capaci di lasciare il segno. Il secondo sarà invece incentrato sui cortometraggi, con un dibattito che vedrà la partecipazione di Piera Detassis, Fabia Bettini e Gianluca Giannelli di Alice nella Città, e del critico Francesco Giai Via, che esploreranno il modo in cui questa forma più compatta sta plasmando il futuro della settima arte. 

Magic Farm di Amalia Ulman, 2025

Infine, anche se il programma del MUBI FEST di Roma è molto più ricco di quanto citato fino a qui, il festival romperà definitivamente la quarta parete, immergendo i partecipanti – e spettatori – in esperienze multisensoriali indimenticabili. I musicisti Karim Qqru, degli Zen Circus, Roberta Sammarelli dei Verdena, Xabier Iriondo degli Afterhours e Corrado Nuccini dei Giardini di Mirò firmano una partitura originale che accompagna e reinterpreta le immagini di uno dei più grandi capolavori della storia del cinema: Metropolis di Fritz Lang, una pietra miliare mondiale che fu un’impresa produttiva senza precedenti. Il film richiese un anno di riprese, 600.000 metri di pellicola, decine di migliaia di comparse e un laboratorio di innovazione tecnica. Al MUBI FEST, il tappeto sonoro creato dai quattro musicisti si intreccia con le immagini, restituendo nuova linfa all’opera e fondendo la maestria visionaria dell’espressionismo tedesco con la potenza evocativa della musica dal vivo, per un concerto-cinema unico. Marta Del Grandi, Luca Ravenna e Filippo Scotti prenderanno invece parte al live reading della sceneggiatura di Dramma della gelosia, capolavoro firmato da Ettore Scola nel 1970.

Metropolis, di Fritz Lang, 1927

In un momento in cui ci sentiamo tutti sull’orlo di una crisi di nervi, MUBI FEST arriva come una boccata d’aria, un invito gentile a prendersi una pausa “a fin di bene”: tre giorni immersi nel buio delle sale, lontani dal rumore di fuori, in compagnia di persone che condividono la stessa passione, la stessa sensibilità, la stessa lingua emotiva. È un’occasione per rallentare, lasciarsi attraversare dalla bellezza del cinema e forse anche per guardarsi dentro: chiedersi se stiamo vivendo come vorremmo, se siamo felici, dove stiamo andando – o dove sogniamo di andare. Perché la magia che accade in sala, ogni volta, ha ancora il potere di farci intravedere risposte che non sapevamo di cercare.


La seconda edizione del MUBI FEST va in scena a Roma dal 14 al 16 novembre, in tre location iconiche – il Cinema Quattro Fontane, il Forum Theatre e l’Edicola Erno. Acquista qui i biglietti.

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