I giovani, attenti a risparmio e temi etici, stanno rivoluzionando la finanza grazie alla tecnologia - THE VISION

C’era una volta lo stereotipo dell’uomo d’affari, quello che ogni mattina, in giacca e cravatta più ventiquattrore piena di chissà quali documenti (forse grafici fatti con matita e righello), comprava una copia del Financial Times e una del Sole 24 Ore per controllare le proprie strategie di investimento, era troppo impegnato per qualsiasi cosa non fosse il lavoro e la scalata sociale, considerava i figli soprammobili – o futura forza lavoro per fatturare, e come unico hobby coltivava l’amante. Oggi i tempi sono cambiati: la carta stampata è sull’orlo del baratro, in pochi hanno un lavoro e anche i trader vengono sfruttati. Millennial e gen Z non vedono un completo neanche in cartolina, anche perché nella maggior parte dei casi – nonostante Zegna abbia fatto una linea per giovani – non se lo potrebbero permettere e in ogni caso non si coglie la necessità di doversi strozzare con una cravatta per compiacere qualcuno. Nell’epoca in cui a un italiano per guadagnare quanto guadagna Elon Musk in un minuto servono circa venticinque anni non è difficile capire perché la finanza stia tornando di moda. Solo che in pochi hanno le competenze necessarie per avvicinarla senza restarne tritati.

Se fino a qualche anno fa – prima di Tinder – i social si usavano per conoscere gente o spiare gli ex, oggi ci si possono trovare informazioni utili per gestire l’allocazione delle proprie risorse finanziarie, nel raro caso superino i cento euro, data la situazione del mercato del lavoro attuale per almeno due generazioni. Questo fenomeno peraltro si sviluppa in parallelo alla riduzione verticale dei rapporti sessuali da parte dei più giovani. Se un tempo parlare di denaro era considerato volgare, oggi è più in auge che mai. Improvvisamente sembrano essere diventati tutti esperti di criptovalute e NFT, hedge fund, miniere di litio e progetti di ricerca di start up farmaceutiche; mentre nell’epoca della pandemia il sesso – che peraltro eccetto rari casi non fa guadagnare nulla – sta passando di moda, perché è faticoso e sporca, è quindi molto meglio fare da soli e magari investire in qualche azienda che si occupi di cyborg che si possano usare come sex doll. La nascita dei financial influencer si inserisce alla perfezione in questo scenario.

Laptop MSI

Internet ci consente di controllare in tempo reale l’andamento dei mercati in qualsiasi luogo in cui ci troviamo. Gli alert di investimento e le notifiche relative ai prodotti finanziari posseduti in portafoglio arrivano ormai sui dispositivi di un numero sempre più alto di giovani risparmiatori e investitori, per questo,  per gestire al meglio tutte le attività collegate ai propri investimenti, diventa essenziale avere device efficienti e funzionali. La serie Business & Productivity di MSI – azienda di punta nella produzione di hardware con un importante background nel settore del gaming – propone a questo proposito una gamma ultraportatile, che garantisce una lunga autonomia di lavoro e permette così di controllare davvero ovunque l’andamento delle proprie finanze.

Oggi, chi vuole investire, si trova infatti ad avere a disposizione un’ampia offerta di canali e pagine per approfondire temi di attualità che riguardano i mercati finanziari internazionali. Gli esperti del settore finanziario non sono più creepy voci campionate che ci chiedono se vogliamo guadagnare centinaia di milioni di dollari in poco tempo e con poco sforzo, ma sono spesso trader ed esperti del settore che offrono ormai ogni giorno sui social spunti e analisi utili per trovare la giusta chiave di lettura con cui comprendere i movimenti dei mercati finanziari, possibilmente in anticipo sui tempi. L’obiettivo di questi contenuti è di divulgare e rendere più accessibili le competenze finanziarie  rivoluzionando l’informazione con materiali intuitivi. L’educazione finanziaria è un tema che il nostro Paese ha sempre trascurato e i social possono rappresentare un buon punto di partenza per iniziare a dotare le persone di un’alfabetizzazione finanziaria di base. È assurdo infatti che, pur vivendo all’interno del sistema capitalista, molte persone si trovino in difficoltà con frazioni e percentuali, dimostrando un vero e proprio analfabetismo matematico. In materia di finanza, però, bisogna fare attenzione. Accanto agli influencer competenti, infatti, si possono anche trovare speculatori che cercano di ottenere facili guadagni di breve periodo a danno degli utenti.

Il mercato, infatti, risente molto più di quanto si possa immaginare delle emozioni e dei sentimenti degli investitori. Per questo motivo è fondamentale riuscire a distinguere i contenuti di qualità. Come tutti sanno, gli influencer hanno una strategia di marketing orientata alla diffusione dei propri contenuti e campano con la pubblicità. In questo caso, quindi, la qualità delle informazioni che vengono divulgate dipende soprattutto dai possibili conflitti di interesse che si possono annidare dietro pagine apparentemente interessanti. Una prassi comune a molti financial influencer, evidenziata anche da Bloomberg, è quella di creare delle partnership con grandi istituzioni finanziarie per promuovere i loro prodotti, al pari di integratori, vitamine, completi per il fitness o balsami per capelli. Se questa d’altronde è una pratica legittima, gli utenti devono fare attenzione per evitare di fare scelte avventate e talvolta controproducenti spinti dal meccanismo di soddisfazione che si innesca quando si fa shopping.

Secondo lo studio Deloitte Global Millennial Survey 2020 condotto su un campione di oltre 27.500 persone, i millennial e la gen Z hanno dimostrato di districarsi meglio nel marasma di informazioni che ogni giorno viene pubblicata sui social, anche perché tutti gli altri stanno ancora cercando di capire come si fanno le storie. Le nuove generazioni sono molto prudenti da un punto di vista finanziario. Nonostante lo stress causato dalla situazione globale di lungo periodo, più della metà dei millennial e quasi il 50% degli appartenenti alla gen Z risparmiano regolarmente e sono in grado di coprire spese extra in caso di necessità. In particolare, poi, guardano con estrema attenzione ai temi etici collegati agli investimenti, come la crisi climatica e la crescita delle diseguaglianze. Il 60% degli intervistati ha infatti affermato di avere obiettivi finanziari di lungo periodo che non possono prescindere da considerazioni di carattere etico e sociale.

Quando si entra per la prima volta sui mercati finanziari è importante adottare una strategia di investimento basata su un approccio di lungo periodo, finanziando attività imprenditoriali in grado di creare valore economico e sociale per tutta la comunità di riferimento. La transizione ecologica, necessaria per far fronte ai cambiamenti climatici causati dall’attività antropica degli ultimi due secoli oltre che alle sanzioni che abbiamo imposto alla Russia, ci dovrebbe portare – e lo fa anche con una legislazione in merito che si sta facendo strada – a evitare il finanziamento di settori che abbiano un impatto negativo sull’ambiente, come le aziende che operano nel campo minerario, in quello delle armi o delle energie fossili, anche se spesso quello che viene compiuto da alcuni fondi è semplice greenwashing. In passato sembrava essersi radicata la credenza che dall’etica non si possano fare soldi, ma non è affatto così e sarebbe ora di invertire questo paradigma.

Un altro tema fondamentale da tenere in considerazione nelle scelte di investimento è la responsabilità fiscale dei gruppi multinazionali. Molte grandi società, infatti, aggirano la legislazione dei Paesi in cui operano per versare le imposte soltanto negli Stati che offrono vantaggi in termini di tassazione. Decidere di destinare i propri risparmi ad aziende responsabili da un punto di vista fiscale significa contribuire a creare un sistema più equo, che abbia una maggiore attenzione rispetto alla redistribuzione delle risorse tra i cittadini. In aggiunta alle criticità di natura ambientale e fiscale, è poi necessario tenere in considerazione anche il rispetto dei diritti dei lavoratori da parte delle imprese. Capita spesso, infatti, che accanto alla decisione di chiudere uno stabilimento produttivo si nasconda la volontà di realizzare profitti di breve periodo sulla pelle dei dipendenti e di intere comunità. A differenza di quanto si potrebbe pensare, su questo versante millennial e gen Z stanno avendo un impatto significativo sulla finanza tradizionale. È evidente, infatti, che non possiamo affrontare il futuro con gli strumenti del passato, a meno che non si voglia tornare indietro allo stereotipo dell’uomo d’affari con la ventiquattrore e i quotidiani sotto braccio.


Questo articolo è realizzato da THE VISION in collaborazione con MSI, tra i principali colossi nel settore dell’Information Technology e del gaming a livello globale, oggi sinonimo di costante ricerca di qualità e design avanzato. Grazie a laptop progettati specificatamente per gamer, content creator, professionisti di vari settori e studenti, MSI realizza soluzioni tecnologiche all’avanguardia ed è impegnata in prima linea anche nel settore dell’intelligenza artificiale, della realtà virtuale, del metaverso e dell’Internet of Things.

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