In questi anni stiamo vivendo una fase molto importante di trasformazione della nostra società, e soprattutto più rapida che mai. Se già alla fine degli anni Dieci erano chiari i prodromi di un cambiamento, dalla pandemia di Covid in poi sembrano essersi accelerati gli sviluppi dei vari fattori che concorrono a questa evoluzione. Da una parte, l’ecosistema inizia ad accusare visibilmente gli effetti del nostro attuale modello economico, sociale e produttivo, mostrandoci chiaramente i suoi limiti, le sue criticità e la sua insostenibilità d’insieme; dall’altra, la crescita demografica della popolazione mondiale e la sempre maggior densità delle aree urbane ci obbliga, in quanto singoli e collettività, a confrontarci e a prevedere sfide inedite e sistemi di convivenza sempre più complessi, che inevitabilmente riverberano su varie scale di progettazione e design, coinvolgendo anche trasporti e mobilità, oggi più legati che mai al discorso sulla città.
Questi grandi cambiamenti impattano sull’equilibrio del nostro pianeta e tutto ciò si intreccia in maniera intricata anche con la questione dei diritti e dell’emancipazione sociale dalle tradizioni, dalle abitudini e dalle credenze dannose che innervano parte del nostro sistema culturale. Dobbiamo cambiare paradigma di pensiero, così come il modo che abbiamo di considerare il mondo. Appare sempre più chiaro, infatti, che l’affermazione del raggiungimento di una società più giusta sia strettamente connessa alle strategie di contenimento dell’emergenza climatica. I diritti umani costituiscono il fondamento di ogni società equa, e quindi giusta. Il diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza personale, solo per citare i più importanti, sono fondamentali per ottenere qualsiasi forma di emancipazione sociale, nonché di benessere e stabilità, caratteristiche fondamentali per qualsiasi sviluppo positivo ed efficace. Come abbiamo ormai sempre più spesso di fronte agli occhi, la crisi climatica minaccia e mette profondamente in crisi questi aspetti, trasformando l’ambiente che ci circonda da addomesticato a imprevedibile, quando non apertamente minaccioso e causa di eco-ansia. Da una narrazione sull’abbondanza siamo passati a uno scenario fondato sulla scarsità. Ma il concetto di limite non è per forza di cose qualcosa di negativo, anzi, com’è noto per lo sviluppo psico-emotivo degli esseri umani è fondamentale fin da piccoli riconoscerlo. Da questo punto di vista, quindi, non si tratta di essere costretti a fare un passo indietro, ma di cambiare forma in relazione all’ambiente.
Eventi estremi legati al clima, come le ondate di calore, le inondazioni, o al contrario la siccità, colpiscono in modo più pesante soprattutto le comunità vulnerabili, aumentando le disuguaglianze e minacciando la sicurezza personale. Ma questo non dovrebbe farci sentire al sicuro, perché nel giro di poco tempo questa condizione si estenderà all’intero pianeta, direttamente e indirettamente. Non possiamo dunque restare spettatori passivi e continuare a sperare che la sfortuna non ci tocchi, ma iniziare ad agire fin da subito, per contribuire a ridurre il più possibile le conseguenze della nostra impronta ecologica sull’intero pianeta. Anche se siamo spinti a non pensarci, viviamo infatti in un ecosistema globale, in cui vale davvero la legge dell’effetto farfalla, per cui il battito d’ali di un piccolo insetto può scatenare un uragano dall’altra parte del mondo. Oggi dobbiamo essere più consapevoli che mai.
MINI ha compreso in fretta che la sostenibilità deve essere necessariamente diffusa come visione su più ambiti e attori, per questo oltre all’obiettivo di passare ad un parco vetture totalmente elettriche entro il 2030, sostiene progetti che portano avanti lo stesso concetto anche a livello sociale, come quelli sottolineati, per esempio, dalle collaborazioni con il Tortellante, laboratorio terapeutico-abilitativo, fondato a Modena nel 2016 da Massimo Bottura e Lara Gilmore, dove giovani nello spettro autistico si dedicano alla produzione di pasta fresca fatta a mano; o la SOS – School of Sustainability, fondata nel 2015 dall’architetto Mario Cucinella. Unendo Big Love for the People e Big Love for the Planet MINI promuove la mobilità sostenibile, così come la sostenibilità sociale. Dopo essere stata storytelling partner del Tortellante nella realizzazione del podcast La rivoluzione tranquilla, che dava voce alla storia e ai racconti di tutti coloro che sono stati coinvolti nelle attività terapeutiche, MINI continua a impegnarsi a sostenere il progetto unico al mondo, capace di cambiare le cose in modo positivo e virtuoso, tracciando il futuro dei ragazzi autistici attraverso la produzione e trasmissione alle nuove generazioni di un’eccellenza della tradizione gastronomica modenese: la pasta fresca. Una pasta piena di cultura, bellezza, condivisione, relazione, crescita sociale. L’unico modo per ottenere un cambiamento reale e duraturo, infatti, è di agire tutti insieme, su più fronti, anche quelli apparentemente meno legati a questo discorso, come l’intrattenimento, la cucina, o il turismo, gli spazi di aggregazione all’interno del tessuto urbano. È in particolare in questa dimensione che si muove MINI, da sempre strettamente legata alla vita in città, ai suoi ritmi rapidi e ai suoi stimoli, così come alla cultura.
L’emancipazione sociale richiede infatti una popolazione informata e consapevole. L’educazione e la sensibilità svolgono un ruolo centrale in questo processo, non solo nel diffondere l’importanza dei diritti umani, ma anche nell’informare le persone sui cambiamenti climatici e sulle loro implicazioni. La consapevolezza ambientale quindi è fondamentale per promuovere comportamenti sostenibili e per spingere la società verso una transizione ecologica, anche a livello di mobilità. La partecipazione attiva dei cittadini è essenziale per plasmare politiche che affrontino congiuntamente le sfide dei diritti umani e della crisi climatica. L’advocacy, intesa come impegno civico volto a promuovere il cambiamento, è un potente strumento per influenzare le decisioni politiche. La società civile deve essere parte integrante del processo decisionale per garantire che le politiche siano inclusive ed efficaci.
La nuova MINI Countryman, in particolare combina la mobilità elettrica senza emissioni locali con il massimo livello possibile di sostenibilità. Ciò include la rinuncia a tutti gli elementi decorativi cromati degli esterni e degli interni, nonché la produzione dei cerchi in lega leggera fusi con alluminio riciclato fino al 70%. In combinazione con l’utilizzo di elettricità verde per la produzione, riduce le emissioni di CO2 rispetto ai processi di produzione convenzionali. Inoltre, non sono necessarie materie rare per la produzione degli efficienti motori. Le superfici, l’interno delle portiere, il pavimento del veicolo e i tappetini sono realizzati in poliestere riciclato di alta qualità ed estremamente confortevole, alternativa che riduce notevolmente le emissioni di CO2 e riduce il consumo d’acqua rispetto alla produzione del cotone.
Se da una parte dobbiamo parlare quindi di una corsa al miglioramento della nostra relazione e interazione con il pianeta Terra, che inevitabilmente passa anche dalla mobilità e da tutti gli strumenti che possono ridurre la nostra impronta ambientale, dall’altra dobbiamo migliorare la nostra capacità di convivere, allargando le maglie della tolleranza e dell’accettazione della diversità, in modo da convergere verso una società basata sul rispetto delle differenze interspecifiche. Anche perché gli effetti della crisi climatica, per quanto comuni a tutti, al momento hanno e avranno conseguenze negative in particolar modo per le fasce più vulnerabili della popolazione, che non sempre sono minoranze in termini numerici, ma solo in termini di potere.
La crisi climatica è intrinsecamente legata a modelli economici insostenibili. L’adozione di pratiche di economia circolare e lo sviluppo sostenibile sono cruciali per mitigare l’impatto ambientale delle attività umane. Un’economia che rispetta i limiti del pianeta è essenziale per preservare le condizioni di vita e per garantire che nessun individuo sia privato dei propri diritti fondamentali. I diritti umani e l’emancipazione sociale non possono essere pienamente realizzati senza affrontare la crisi climatica. Le strategie di contenimento ambientale devono essere informate dai principi di giustizia sociale ed equità. Solo attraverso un impegno collettivo per costruire una società sostenibile e giusta possiamo sperare di garantire un futuro in cui ogni individuo possa godere appieno dei propri diritti, vivendo in armonia con il nostro ambiente.
Questo articolo è stato realizzato da THE VISION in collaborazione con MINI, che con le sue scelte di sostenibilità si impegna da tempo per il futuro e per rendere realtà il desiderio di un mondo più sostenibile già nel presente. La nuova gamma di modelli completamente elettrici garantisce una guida senza emissioni locali e, grazie alla combinazione di un design unico, di una tecnologia avanzata e di un’esperienza digitale coinvolgente, porta il DNA di MINI a un nuovo livello.
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