Il caffè, con le pause che ci offre, è in grado di scandire il ritmo delle nostre giornate. Allo stesso modo i calendari segnano il tempo delle stagioni che passano, misurandole di mese in mese con le proprie immagini. Se n’era già resa conto una nota azienda di pneumatici che, negli anni ’60, aveva creato un calendario per il cui ruolo da protagonista era stato eletto il corpo femminile. Anche Lavazza nei primi anni ’90 ha deciso di creare qualcosa di esclusivo e che potesse lasciare il segno: il nuovo oggetto, però, avrebbe dovuto essere qualcosa di estremamente ricercato, in grado di essere chiave di interpretazione della contemporaneità e insieme oggetto d’arte. Creare immagini di una bellezza senza tempo e, insieme, che potessero essere fortemente rappresentative dell’anno che avrebbero raccontato, figlie della propria epoca: sarebbe stata questa la sfida.