Con il termine sentimenti si intende qualcosa di più delle emozioni, veri e propri stati d’animo, condizioni cognitivo-affettive che durano più a lungo delle passioni e hanno molte sfumature diverse. Fu il matematico e filosofo Blaise Pascal a riconoscere per primo, nel XVII secolo, il valore conoscitivo del sentimento, in un certo senso superiore sia alla ragione che alla percezione sensoriale. Secondo il suo contemporaneo Leibniz, invece, era troppo rischioso considerare il sentimento come strumento di conoscenza, perché confuso, ambiguo, difficile da decifrare e controllare. Eppure, anche secondo lui, l’uomo non avrebbe dovuto fare esclusivo affidamento alla razionalità, che finisce sempre per creare rigide abitudini mentali e dissociazione dall’esperienza dei sensi, che invece sono un fondamentale strumento di guida nel mondo. È giusto cercare allora un’armonia tra questi ambiti, in modo da raggiungere una conoscenza ampia e completa, senza esclusioni.
Nel Novecento, il filosofo tedesco Max Scheler, raccogliendo l’eredità di una riflessione durata tre secoli, arrivò poi ad affermare che il sentimento permette al soggetto di istituire dei valori che danno un significato universale alla sua vita. È qui che sembra innestarsi la riflessione portata avanti da Oscar Farinetti nel terzo episodio, intitolato “The Great Metamorphosis”, di Tech.Emotion – Empower Human Potential – serie creata da Emotion Network e da Facebook e co-prodotta da Lotus Production, in onda stasera su SKY ARTE alle 20:40 e mercoledì su SKY TG24 alle 21.15, e disponibile on demand su NOW TV e SKY Q – e che vede come ospiti Alessandro Baricco, scrittore conosciuto in tutto il mondo in particolare per i suoi romanzi Novecento e Oceano mare, ma anche per i suoi saggi I barbari e The Game in cui cerca di descrivere i cambiamenti socio-culturali in atto, e fondatore della Scuola Holden, la prima accademia di scrittura creativa aperta in Italia; Catia Bastioli, chimica, vincitrice del Premio Inventore Europeo dell’anno e amministratrice delegata di Novamont, azienda italiana leader in Europa per la produzione di plastiche non inquinanti; e il grande velista Giovanni Soldini.
La nostra è un’epoca di enorme e rapida trasformazione ed è il momento di compiere cambiamenti che non possiamo più permetterci di rimandare, ne va della salvezza del pianeta e della nostra stessa sopravvivenza. Per sopravvivere ci è richiesta una mutazione di abitudini, di pensiero, di paradigma. La cosa più importante è capire il momento giusto in cui bisogna cambiare. Riuscire a coltivare un’intuizione preventiva, anche quando tutto sembra andare bene. Il cambiamento va anticipato e la sfida a cui è chiamata oggi l’Italia è quella di coniare un nuovo umanesimo, che veda al centro non il singolo uomo, ma l’intera specie umana e la sua relazione con l’ambiente e le altre specie. Quando i grandi sentimenti vengono condivisi, come è accaduto nel Rinascimento, possono dare vita a grandi cose. E secondo Farinetti il sentimento da riscoprire per guidare una rinascita è la fiducia.
La fiducia è alla base dell’autostima e del rapporto positivo con gli altri. Si diventa fiduciosi attraverso la cura, l’attenzione, l’ascolto, non attraverso regole severe e punizioni. E forse questa è la regola più importante su cui Baricco ha costruito la sua scuola, la libertà, fondata sulla fiducia, che al tempo stesso responsabilizza e permette di trovare la propria strada, senza paternalismo. La sicurezza in noi stessi è una cosa fondamentale per sperare di cambiare le cose che non ci piacciono, positiva quando reale, perché ci permette di costruire qualcosa e di dare una forma al nostro mondo. E la sicurezza nasce dall’accettazione della possibilità dell’errore, dell’imperfezione, e dalla possibilità di ripararlo, concetto per Soldini imprescindibile, perché quando sei da solo in mare non puoi permetterti alcuno spreco, devi saper aggiustare le cose e rispondere con prontezza agli imprevisti.
Per sbloccare il nostro potenziale d’azione sul mondo allora possiamo rivedere il modo in cui viviamo le nostre emozioni e i nostri sentimenti. La cultura, le norme e l’ambiente in cui siamo cresciuti e viviamo influiscono profondamente sulla nostra gestione delle emozioni, anche perché spesso ci è stato insegnato a trattenerle, annichilendo così il loro fondamentale potere trasformativo e adattativo. La rabbia, ad esempio, è un importante strumento di sovversione e ribellione da una condizione che ci rende infelici, la paura ci permette di sopravvivere da pericoli improvvisi. Sia per Farinetti che per Baricco, che non a caso sono soci, è necessario oggi più che mai passare dal senso del dovere al senso del piacere, bisogna agire bene non perché siamo obbligati a farlo, ma perché abbiamo il desiderio di farlo, ne comprendiamo la necessità e la soddisfazione. Come dice Baricco, ormai agiamo solo mossi dalla paura, non per curiosità o desiderio di cambiamento. La paura scatena grandi energie, ma è per sua natura in ritardo rispetto agli eventi. È l’amore che prevede, la paura reagisce. Baricco prosegue dicendo che l’essere umano di oggi è un essere umano che “ha smesso di”, troppo poco animale, separato dal mondo e dalla sua stessa percezione, quindi ancora più solo e straniato. Nonostante le apparenze, grandi zone della nostra esperienza umana ci sono ancora oscure, forse perché abbiamo smesso di porci domande. Le nuove generazioni, magari, grazie alle possibilità della rete riusciranno a riaprire i loro orizzonti.
Dovrebbero essere gli intellettuali ad anticipare i tempi, a prevedere e a indicare la strada, ma nel corso dei secoli, e in particolare con l’avvento dei totalitarismi questo ruolo è stato severamente punito, e si è creato uno iato sempre più ampio tra artisti e istituzioni. Gli intellettuali di tutto il mondo con la violenta repressione dei regimi hanno imparato a tacere e a diventare gli aedi del potere, per non perdere la possibilità di esprimersi hanno abdicato alla sua stessa autenticità, togliendo qualsiasi valore alle loro opere. Il loro ruolo è stato svuotato di senso e minimizzato. L’esatto opposto di quello che accadeva durante il Rinascimento, in cui nella stessa bottega del Verrocchio, ricorda Farinetti, si trovavano tra i tanti futuri talenti i giovani Leonardo Da Vinci, Botticelli, il Ghirlandaio, e Lorenzo De Medici, che li esortava ad avere fiducia in loro stessi, solo così qualcuno prima o poi avrebbe capito la loro arte. Ma anche quando avrebbero lasciato la loro terra d’origine non avrebbero mai dovuto dimenticarla, anzi, avrebbero dovuto raccontarla al mondo. I totalitarismi del Novecento ci hanno impoveriti e segnati molto più di quanto siamo disposti a credere. La paura, il desiderio di essere parte di un gruppo, di seguire le regole, punire chi non le rispetta per paura che a causa sua tutti siano puniti, l’omertà, la necessità di mescolarsi e uniformarsi: questi sentimenti negativi, tenuti insieme dal timore, ci hanno intristiti, ci hanno tarpato le ali, rendendoci compressi e frustrati, e per un certo periodo molto governabili, disponibili ad accettare qualsiasi cosa pur di avere un tornaconto personale e non rimetterci. È ora di cambiare le cose, ritrovare il coraggio per rischiare, è per farlo secondo Farinetti è necessario inventare un nuovo vocabolario, capace di raccontare e al tempo stesso ispirare una metamorfosi.
Secondo Farinetti bisogna passare dal mangiare alla terra, dall’amare al riparare, dallo studiare al mutare, dal lavorare all’insieme, dal sognare all’avvenire. I sentimenti si cambiano attraverso i piccoli gesti e le ispirazioni di grandi personaggi. Per Giovanni Soldini grazie alla scoperta dell’altro, del viaggio, del contatto con le altre culture e dal desiderio di comprenderle. Ancora una volta, per mettersi in mare è necessario avere un’enorme fiducia. Passare dal timore al coraggio, dal piccolo al grande, cogliere l’infinito nelle piccole cose e il quotidiano in quelle apparentemente sovrumane. Se solo siamo disposti a osservarla e ad ascoltarla, la terra ci insegna e ci suggerisce infinite idee e forme. Per portare nel mondo le energie di una rinascita positiva, come suggerisce Baricco, è allora necessario far girare le energie tra gli esseri umani, scatenare la condivisione dell’intensità.
Oscar Farinetti ha detto a THE VISION che “L’unico modo di portare a termine le cose e quindi di raggiungere un obiettivo, è non fermarsi mai, nonostante tutto. I sentimenti sono fondamentali per darci questa spinta, come è stato scoperto sono biologici, ereditari, ma in gran parte prendono forma negli anni dell’infanzia, fino alla preadolescenza”. Per questo è necessario dare attenzione alle istituzioni scolastiche dedicate alla formazione dei bambini, sempre più abbandonate a se stesse. È poi importantissimo sapersi orientare, accorgersi in tempo se si sta seguendo la strada sbagliata, per cambiarla. “Sai che stai andando nella direzione giusta quando il bene comune e il bene collettivo si sviluppano parallelamente,” ha continuato Farinetti. “Nel famoso grafico disegnato nel 1976 dal professor Cipolla – [inserito nel libretto scritto per gioco, ma che divenne un best seller, Le leggi fondamentali della stupidità umana] – bisogna trovarsi a Nord-Est, dove c’è l’intelligenza, ovvero il quadrante in cui interesse privato e bene collettivo si incontrano”. Ha poi concluso dicendo che “quello del paesaggio è un concetto fondamentale, che esiste solo dentro di noi. È un concetto umano. I primi paesaggisti sono stati i contadini, poi sono seguiti i grandi architetti. A volte, però, si rischia di creare una dicotomia tra bene e bellezza, estetica e impegno. Dostoevskij ne L’Idiota scrisse sì che il mondo lo salverà la bellezza, ma questa è una frase a effetto per dire che gli unici che possono salvarsi e al tempo stesso salvare il mondo in cui viviamo siamo noi. Per cambiare le cose è necessario non perdere mai la speranza. Oggi deve esserci una presa di coscienza da parte degli imprenditori, i mercanti devono entrare in scena perché nell’epoca dei consumi sono loro i protagonisti. Devono impegnarsi a cambiare i servizi e i prodotti che offrono, perché il cambiamento può venire dai consumatori, ma sarà molto più rapido se saranno i produttori in primis a capire la necessità di un rapido cambio di visione”.
Affinché si trovi il coraggio di agire è necessario qualcuno che ci dia fiducia, ma se quel qualcuno non c’è dobbiamo essere noi a sviluppare gli strumenti di cui abbiamo bisogno per iniziare la nostra avventura.
“Tech.Emotion – Empower Human Potential” è stata creata da Facebook e da Emotion Network, la media company fondata a Milano da Mattia Mor, Karin Fischer, Gianluca D’Agostino, Massimo Redaelli, Alec Ross, Claude Finckenberg e Thomas Schneider e co-prodotta con Lotus (Leone Film Group) nelle persone di: Enrico Venti, produzione esecutiva, Salvatore De Chirico, sceneggiatura, Danilo Carlani e Alessio Dogana, regia.