Sollima, capo indiscusso delle serie italiane, ha spaccato l’America con il film “Senza Rimorso” - THE VISION

Se dovessimo individuare le narrazioni più centrali e longeve dal secondo dopoguerra a oggi, quelle che hanno formato l’immaginario del secondo Novecento, non c’è dubbio che la guerra fredda sarebbe al primo posto. Un racconto che oscilla tra storia, cultura, soft power, propaganda, ma anche finzione, mito e fantascienza e che salta di decennio in decennio dalla seconda metà del Ventesimo secolo in poi: il conflitto tra i due grandi poli, gli Stati Uniti e la Russia, è anche uno scontro ideologico che ha segnato ciò che siamo oggi come Occidente. Ed è proprio negli anni della guerra fredda che sono nati filoni narrativi come quello dell’action thriller investigativo, uno dei generi centrali per il cinema e la letteratura che ha creato quell’universo di personaggi e ruoli oggi ormai consolidati e universali.

La spia, il cattivo, l’agente della CIA, le missioni segrete; dai film di 007 come Dalla Russia con amore, passando per classici come Indiana Jones, fino ai romanzi di Philip Roth come Ho sposato un comunista – che racconta il maccartismo degli anni Cinquanta – e ai piccoli capolavori delle serie televisive come The Americans, il topos del lungo e complesso conflitto tra i due grandi schieramenti è davvero il centro di tantissime storie che abbiamo consumato per decenni e di cui continuiamo a nutrirci. Una tradizione piena di spunti e di possibili sviluppi, sia reali che fittizi, che non potrà mai estinguersi finché esisterà il mondo come lo conosciamo oggi. Ed è proprio questo il tema da cui parte il nuovo film diretto da Stefano Sollima, Without Remorse, tratto dall’omonimo romanzo di uno dei più importanti scrittori statunitensi di spy story, Tom Clancy, in uscita il 30 aprile su Prime Video. 

Without Remorse (2021)

Secondo il filosofo francese Jacques Derrida l’esperienza del cinema mondiale è perlopiù un’esperienza formata dalla cultura americana. Che ci piaccia o meno, anche noi nati nella lontana penisola mediterranea abbiamo col cinema statunitense un rapporto costante e viscerale. La cosa interessante è quando i nostri registi – formati da una tradizione cinematografica che per quanto industrialmente meno rilevante è altrettanto fondamentale per il canone occidentale da un punto di vista stilistico e formale – entrano in contatto con il cinema d’oltreoceano. Con Without Remorse, la sfida del regista romano è stata quella di portare il suo occhio critico – e così tecnicamente affinato da anni di esperienze con storie italiane – su un piano di racconto tipicamente americano. I romanzi di Tom Clancy rappresentano un’istituzione del genere statunitense per eccellenza, e l’universo di cui l’eroe protagonista di questo action thriller fa parte è un insieme molto più ampio di sottotrame e spin off

Without Remorse (2021)

La storia di John Kelly, interpretato dall’attore Michael B Jordan – protagonista del film Black Panther e ritenuto anche nel 2020 dalla rivista Peoplethe sexiest man alive” – è infatti una costola del macro-racconto di spie e agenti della CIA che ruota attorno all’agente Jack Ryan, protagonista di un’altra famosissima saga sempre firmata da Clancy. Il lungometraggio in uscita su Prime Video crea dunque una sorta di ponte tra un modo di raccontare il thriller e la criminalità organizzata di Sollima – rodato da esperienze ben note anche oltreoceano – e le vicende di un protagonista letterario attorno a cui ruota un intero universo di sottotrame e personaggi: la vendetta personale, il conflitto con le forze segrete russe, chiamato a salvare gli Stati Uniti da un attacco straniero con metodi non ortodossi. La storia di Kelly, esperto Navy Seal, racconta infatti cosa succede quando la moglie dell’agente, incinta, viene assassinata e l’unica alternativa è quella di cercare una vendetta privata, fuori dagli schemi istituzionali di cui Kelly fa parte. La sua missione lo porta così a creare una vera e propria squadra, formata da un’altra esperta Navy Seal, interpretata da Jodie Turner Smith, e da un misterioso agente segreto, interpretato da Jamie Bell: il risultato di questa ricerca di vendetta familiare si trasforma in una campagna molto più grande e decisiva per l’intero futuro degli Stati Uniti e, dal particolare, la trasferta all’insegna della clandestinità diventa invece una missione che ha come scopo finale la salvezza dell’intero Paese. 

Without Remorse (2021)

La storia di Senza rimorso è dunque una missione stimolante per la carriera di Stefano Sollima che dal cinema nostrano si trova alla seconda regia per pellicole straniere: il suo passaggio a Hollywood, inaugurato con la pellicola del 2018 Soldado, ha già segnato in qualche modo una vera e propria transizione da ambientazioni e soggetti iper-italiani ad altri invece stranieri, lontani come cornice dalle sue classiche location ma con diversi punti di contatto contenutistico, arricchite dal suo stile che è ormai una vera e propria firma registica. Sollima – cresciuto nel cinema, il padre Sergio ha diretto anche capitoli della famosa saga di Sandokan – è infatti l’autore di alcuni film che negli ultimi vent’anni hanno contribuito a creare una nuova estetica italiana, tanto forte e riconoscibile da diventare prodotto di esportazione, oltre che d’eccellenza. 

Soldado (2018)

Dopo essersi fatto conoscere con Romanzo Criminale, è con la serie Gomorra che Sollima compie un salto di qualità davvero notevole sotto molti punti di vista, gli stessi che probabilmente lo hanno fatto notare anche all’estero. Gomorra inizia nel 2014 e Stefano Sollima dirige le prime due stagioni – a mio avviso anche le più belle – insieme a Francesca Comencini, Claudio Cupellini e Claudio Giovannesi. Per il mondo della serialità italiana potremmo definirlo un cultural reset. La storia della guerra di secessione interna ai clan camorristi di Secondigliano diventa un prodotto tanto popolare e seguito da assumere il ruolo di caposaldo di un genere a sé stante. Anche in questo caso, l’aspetto interessante è che è proprio il suo essere così radicato in un contesto specifico, con addirittura un dialetto che necessita spesso di sottotitoli, a renderlo invece un’opera che affascina e cattura un pubblico lontano dalla realtà che racconta. Il codice della criminalità organizzata campana, mescolato con personaggi simbolici che ricalcano e romanzano storie vere di camorra, diventa con questa serie un codice universale di rappresentazione, replicabile e riconoscibile. Un’operazione di trasposizione e di creazione di un genere che assume così il ruolo di cifra stilistica di Stefano Sollima: continua la saga del racconto della criminalità organizzata e del sottobosco della malavita italiana, sia con il film Suburra – altro cult recente – sia con la trasposizione di un’altra opera di Roberto Saviano, la serie ZeroZeroZero incentrata sul racconto profondo e sorprendente del mondo che gira attorno alla produzione e alla distribuzione della cocaina. Creando uno stile di racconto che si rifà alla particolarità di alcuni luoghi e alle vicende a essi legate, Sollima riesce a bucare i confini nazionali portando al mondo la rappresentazione di realtà che esistono tuttora e che giocano ruoli centrali nella formazione di alcuni sottostrati sociali che appaiono spesso come mondi separati dalla normalità della nostra vita quotidiana.

Zerozerozero (2020)

La sfida di Sollima per una trasposizione così importante e centrale per la tradizione letteraria americana come quella di Without Remorse è stata dunque quella di reinterpretare un personaggio e un’ambientazione in modo attuale e personalizzato. Il racconto ha in sé tutte le caratteristiche più emblematiche della spy story classica ma si arricchisce al tempo stesso con elementi di contemporaneità che creano un mix inedito per l’enorme e sempre in espansione universo Ryan – il “Ryanverse” come lo chiamano negli Stati Uniti – nutrendolo di nuovi temi e personaggi: dalla scelta di un produttore e protagonista come Michael B Jordan, volto simbolo di una nuova Hollywood; alla direzione di Sollima, regista che porta allo sguardo classico statunitense del genere il suo tocco autoriale. Lo stile  di Sollima infatti si percepisce sin dalle prime inquadrature e dal suo modo inconfondibile di utilizzare un’alternanza tra immagini senza colonna sonora, con la crudezza della recitazione e dei volti dei protagonisti in primo piano, e momenti di alta tensione che si espandono sullo schermo con azioni serrate, incalzanti e dirompenti, immerse in quell’oscurità di scena che il regista sa dosare con sapienza.

Without Remorse (2021)

La guerra fredda viene così raccontata da uno dei suoi narratori per eccellenza, Tom Clancy, e reinterpretata da un regista che ha rivoluzionato l’estetica della rappresentazione italiana, e questa combinazione in Without Remorse trova uno spazio d’azione a cui gli spettatori non sono mai stati abituati ad assistere, in un mix di immagini e temi che combinano il massimo dell’americanità con il meglio dell’italianità cinematografica.


Questo articolo è stato scritto in collaborazione con Prime Video in occasione dell’uscita del film “Senza rimorso” di Stefano Sollima, in esclusiva da venerdì 30 aprile sulla piattaforma.

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