Una scelta strategica decisa può innescare un fenomeno collettivo: è “The Domino Act” - THE VISION

Ci sono oggetti capaci di emozionare. Sono forme che veicolano un sentimento, un ricordo, un desiderio. La capacità immaginativa degli esseri umani – e la loro costante, radicale, ostinazione nel compierla. È il caso dell’ultimo prototipo firmato Audi, skysphere concept, esposto all’House of Progress, così come della suggestiva installazione che lo circonda, intitolata “The Domino Act” e sviluppata dal designer Gabriele Chiave insieme al collettivo di creativi Controvento in occasione del FuoriSalone di Milano.

“The Domino Act” riprende il concetto di circolarità che sta alla base dell’idea di progresso abbracciata da Audi ormai da tempo e interpreta il concetto di “effetto domino” in chiave positiva, sottolineando come una decisione coraggiosa in un ambito strategico possa innescare un processo virtuoso collettivo. Il “domino effect”, infatti, è il dogma delle Nazioni Unite, e ribadisce come tutto sia interconnesso, soprattutto a livello di effetti negativi: se una cosa va male tutto il resto andrà male, ma questo processo può valere allo stesso modo a livello positivo, anche se la forza di inerzia da superare può sembrare maggiore.

L’istallazione, incorniciata dal perimetro del porticato barocco, ricorda la forma della famosa biblioteca civica di Stoccolma, progettata nel 1920 da Gunnar Asplund. Il podio circolare – riempito di inerti, capaci di attivare un immediato cambio di percezione sotto i piedi dei visitatori – si raggiunge salendo tre bassi gradini e da un lato ospita la visionaria roadster elettrica, mentre dall’altro alcune componenti che simboleggiano l’impegno di Audi verso la circolarità, e i cui famosi quattro anelli riprendono il ciclo chiuso dell’alluminio, del vetro, della plastica e dell’acqua. Nell’insieme le proporzioni in cui viene suddiviso lo spazio ricordano una sorprendente traduzione circolare delle piante squadrate di Mies van der Rohe.

Tutto intorno si alza un cerchio di monoliti metallici, alti 4 metri e mezzo. Una sorta di Stone Age futuristica e vibrante che di giorno riflette l’ambiente circostante e le figure che la attraversano, creando una fitta rete di relazioni e corrispondenze visive, mentre di notte si attiva, illuminandosi e dando vita a un vero e proprio spettacolo sonoro e luminoso, capace di coinvolgere gli altri sensi. Secondo Gabriele Chiave, infatti, l’impegno tangibile delle persone si ottiene grazie all’interesse, all’attenzione, alla meraviglia. Il monolite da sempre è una forma che accompagna gli esseri umani, simbolo di mistero e al tempo stesso conoscenza e progresso, di tensione verso un sapere sconosciuto. Una forma semplice – ripresa anche da Stanley Kubrick in 2001: Odissea nello spazio – ma profondamente enigmatica, con cui ci troviamo a confrontarci. Anche per questo è stata fatta la scelta di realizzare superfici a specchio, di fronte a cui ci si ritrova a tu per tu con la nostra immagine, senza possibilità di scampo, come se la nostra coscienza ci si parasse davanti, chiedendo di prendere posizione ora e “smascherandoci”.

Gabriele Chiave e Fabrizio Longo

A differenza del monolite di pietra, però, le tecnologie digitali di oggi permettono ai monoliti di Chiave e Controvento di “respirare”, pulsare come e insieme ai loro spettatori, dando un profondo senso di unione. Agire tutti insieme, infatti, è sicuramente meno spaventoso e faticoso che aprire la pista, cosa che invece, dalla sua posizione di rilievo, e quindi anche di grande responsabilità, si è impegnata a fare Audi. Per questo Chiave con la sua installazione vuole invitare, attraverso una chiamata sensoriale ed emotiva, a risvegliarci, “coming alive and acting together”. L’idea è quella di una presa di coscienza collettiva. Una spinta iniziale capace di diffondersi ed espandersi sempre di più, ai vari livelli dell’economia, della società e della cultura.

Non a caso, in controtendenza, questo brand sviluppa il design dei suoi modelli a partire dall’interno dell’abitacolo, mettendo letteralmente l’essere umano e la sua esperienza al centro e andando poi a costruirgli intorno un ambiente di guida, ed espandendosi mano a mano verso l’esterno, per poi ottenere le linee dell’involucro del veicolo. Interno ed esterno in questo modo risultano intimamente connessi, inscindibili, proprio come a livello più ampio l’essere umano e il suo ambiente, il pianeta. Il benessere del primo risulta infatti irraggiungibile senza il benessere del secondo, la sfera più grande che lo contiene. Perciò Audi si è impegnata a estendere la produzione carbon neutral dagli attuali quattro siti produttivi a tutti gli impianti entro il 2025 e ad ampliare nei prossimi 3 anni la gamma full electric, con più di 10 nuovi modelli. A tal fine ha reingegnerizzato l’intero processo produttivo partendo dalle fonti rinnovabili e dalle materie prime, attraversando la supply chain fino ad incidere sul fine ciclo di vita delle vetture. La domanda progettuale sul fine vita dei mezzi di trasporto e degli edifici in particolare, essendo tra i prodotti umani più impattanti e inquinanti (inutile nasconderlo), influenza profondamente anche la loro ideazione e progettazione e permette di prendere a monte scelte più efficaci, che prevedono già il riciclo, la scomposizione e il riutilizzo delle varie componenti. Anche per quanto riguarda il padiglione House of Progress tutto infatti potrà essere smontato, disassemblato, riutilizzato: tutto è recuperabile, perché uno dei valori fondamentali della famosa casa automobilistica è la coerenza.

A questo proposito Fabrizio Longo, Direttore di Audi Italia, mi ha detto: “Si semina oggi per raccogliere domani. Noi ci impegniamo già oggi a rispondere alla sensibilità emergente dei giovani, in un’ottica in costante divenire, che mira a stabilire un contatto profondo di affinità valoriale. È necessario investire oggi, senza pensare cinicamente di poter raccogliere immediatamente i frutti dei propri investimenti, ma per costruire una percezione solida e credibile”. Tra le componenti principali che hanno permesso alla casa dei quattro anelli di raggiungere i risultati attuali, secondo Longo, ci sono visione, coraggio e determinazione. “In particolari momenti bisogna saper chiudere gli occhi e fare salti a volte addirittura di decenni, cosa che implica grande capacità e sensibilità. Per farlo è fondamentale avere coraggio, soprattutto per decidere di essere i primi a farlo e sostenere la propria visione. Infine, il coraggio senza la determinazione rischia di diventare un aspetto esclusivamente emotivo, necessario sì, ma che potrebbe non portare a un risultato concreto. Anno dopo anno, quinquennio dopo quinquennio, nonostante le difficoltà è allora necessario mantenere la rotta giusta e decidere ciò che si vuole essere e ciò che si vuole diventare. Siamo immersi in uno sviluppo, in una trasformazione tecnologica che è parte integrante del nostro DNA, ma al tempo stesso non abbiamo mai abiurato al credo che ci condiziona fortemente e felicemente, che è quello della centralità della persona. Ci troviamo in una posizione molto baricentrica, in cui non attribuiamo a nessuna tecnologia il compito di soppiantare quella che è la capacità di discernimento dell’uomo. Ci poniamo costantemente il tema etico che precede la tecnologia in sé. È fondamentale salvaguardare il capitale esperienziale delle varie professionalità, che potrà transitare, migrare, da un background a un altro. Per alcune filiere che potranno subire delle trasformazioni, ce ne sono molte altre che nei prossimi quattro anni nasceranno, e che sono già parte del nostro grande piano di investimenti,” ha concluso.

Attraverso il progetto “Audi Mission Zero” al momento il brand riesce a utilizzare energie da fonti rinnovabili per il 41% del suo fabbisogno, grazie per esempio all’uso di enormi campi di pannelli fotovoltaici installati sui tetti dei suoi stabilimenti, come nel caso di Győr, in Ungheria. Inoltre, l’uso di software all’avanguardia nella sede di Ingolstadt, in Baviera, permette di compensare i picchi di energia richiesti in particolari momenti del giorno da determinate lavorazioni, e facilita l’efficientamento energetico anche andando autonomamente a schermare le varie parti degli edifici più esposte al sole, che sembra una banalità ma come pratica sistematizzata produce enorme risultati dal punto di vista della sostenibilità. Il processo di recupero degli scarti dei fogli di alluminio utilizzati per le portiere fa sì che si risparmi il 95% dell’energia che invece sarebbe necessaria per creare nuovo alluminio. Il riutilizzo dei fallati invece permette di risparmiare il 90% di acqua. Inoltre la casa dei quattro anelli ha sviluppato ben due metodi per riciclare la plastica senza perderne i necessari ed elevatissimi standard qualitativi, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza: attraverso solventi biodegradabili che restituiscono la plastica pura, o – ancora meglio – attraverso la produzione di un olio simile al petrolio, da cui poi si va a rigenerare una nuova plastica – inoltre i costi di questo processo all’avanguardia sono gli stessi che sarebbero necessari a smaltire questo materiale. Per quanto riguarda le batterie si è invece capito che quando perdono le caratteristiche performanti per alimentare il motore delle auto, possono continuare a essere usate in ambito edilizio e civile, connesse e trasformate in accumulatori statici. Infine, una delle sfide più grandi che l’azienda si pone è di arrivare a dimezzare il consumo di acqua totale della sua filiera produttiva entro il 2035.

Audi si pone quindi come brand di riferimento ed esempio positivo, capace di restare invariato nel tempo a livello di percezione, pur evolvendo profondamente, ma garantendo sempre qualità e coerenza. Design, ricerca e innovazione si mescolano quindi dando vita alla nuova gamma elettrica della casa dei quattro anelli, con prestazioni elevatissime, così come a un’effettiva transizione ecologica degli impianti, capace di liberare un grande potenziale a livello di posti di lavoro e di ridurre enormemente gli sprechi e l’impatto della produzione, riuscendo nella difficile impresa di dimostrare come qualità premium ed emozione possano emergere all’interno di una cornice di impegni e obiettivi virtuosi, così come da un approccio totalmente sostenibile basato sull’economia circolare, che non necessita di eclatanti prese di posizione fatte per stupire, perché i suoi prodotti già parlano da soli. Speriamo che questo messaggio e lo stesso impegno si diffondano in fretta, anche per quanto riguarda molti altri ambiti produttivi.


Questo articolo è stato realizzato da THE VISION in collaborazione con Audi, che dal 17 al 23 aprile apre le porte dell’Audi House of Progress, presso gli spazi del Portrait Milano in Corso Venezia. Qui, l’installazione “The Domino Act” del designer Gabriele Chiave con Controvento accoglie la concept car Audi skysphere, l’avveniristica roadster full electric dal passo variabile in anteprima assoluta a simboleggiare come progresso tecnologico ed emozione possano nascere da un approccio totalmente sostenibile basato sull’economia circolare.

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