La mia esperienza del poliamore non è un cliché - The Vision
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Basta aprire la home di poliamore.org per vedere che i poliamorosi sono riusciti nel difficile compito di trasformare un concetto figo in una messa in scena laida e noiosa da oratorio, la cui narrazione sembra ispirata a qualcosa a metà tra le riviste di cucito tedesche e le pubblicità progresso del consultorio – quelle che ti spiegano come si prende l’AIDS senza mai fare un riferimento al sesso, al culo o alle spade. Insomma, parti da Tilda Swinton (splendida icona poliamorosa) e arriva a immaginare l’entità più lontana che ti venga in mente: Salvini nudo sulla copertina di Oggi, o non lo so – onestamente faccio fatica anche solo a immaginarla.

Non paghi, trattano l’argomento come se fosse assimilabile a una malattia – tipo l’omosessualità, per dirne una. Il sito si apre con una serie di FAQ che sembrano formulate da bigotte della messa del sabato sera o da professoresse di religione in pensione, quelle con le calze color carne 60 denari – tanto da farmi venire il dubbio che la loro visione del mondo alla fin fine sia diventata anche la nostra. Nell’ordine:

“Poliamore” è un modo più accettabile per dire “tradimento”? Già, siamo un grande paese cattolico (questa è quasi commovente e capisco che il dubbio possa essere lecito).

Lo scopo del poliamore è quello di fare sesso con molte persone? Ti piacerebbe.

Come faccio a sapere se sono poliamoroso? Con un prelievo di sangue, mi hanno detto.

L’orientamento al poliamore è innato? Aka posso curarmi o giustificarlo a mia moglie in termini evolutivi? Giuro, non sono un traditore, è che mi disegnano così.

In una relazione poliamorosa tutti fanno sesso con tutti? Se sei fortunato sì, ma magari invece sei solo quello che paga vacanze e cene.

Come si fa a trovare il tempo per più di una relazione? Questa me la sono sentita fare molte volte, seconda solo a “Come hai fatto a trovare il tempo per imparare tante lingue”. E voi come fate a scopare in giro? Quante partite di calcetto e lezioni di yoga dovete inventarvi?

Ma ancora: I poliamorosi conducono una sessualità promiscua? Non più di qualsiasi individuo con una vita sessuale mediamente attiva, direi.

Le persone poliamorose temono i rapporti impegnati? Non più dei trentenni italiani.

Si può raggiungere un’intimità autentica nel poliamore? In che senso?

Le persone poliamorose non sono gelose? Ed eccone finalmente una che ha senso. No, grazie a Dio, no. La cosa meravigliosa del poliamore è che ci vuole molta fiducia, poca paura e molta fede nell’amore. Il poliamore è una scelta, tua e di chi ti sta a fianco. Non tutti sono pronti a capire. Un mio fidanzato non voleva nemmeno che uscissi col rossetto o lo smalto rosso, figuriamoci con un altro uomo. Ma non sempre è un aut aut.

Purtroppo si arriva inevitabilmente all’ultima domanda: Poliamore e poligamia non sono la stessa cosa? Teoricamente no, anche se qualcuno vorrebbe. Quando parliamo di poliamore non sembra ma parliamo veramente di amore alla n.

Sono poliamorista da quando il mio fidanzato storico mi tartassò talmente tanto temendo che lo tradissi che alla fine lo tradii per davvero, per dimostrargli che il mio amore non si basava su quello, ça va sans dire. Non capì. Lo lasciai. Non so se è scritto sul Sito, ma essere poliamorosa non significa essere obbligati a frequentare costantemente più persone alla volta perché se no non si sta bene. Probabilmente se mai avessi trovato una donna di cui innamorarmi sarei anche lesbica. Ma non è ancora successo. Da allora al momento in cui sono riuscita a trovare un compromesso tra ideale e reale sono passati molti anni e nel frattempo il poliamore si è guadagnato addirittura una pagina su Wikipedia. A questo proposito, nella sezione “Community” – parola che trovano innovativa solo alcuni consiglieri di giunta – c’è il link alla pagina Facebook, Twitter, Google+ e YouTube (posteranno dei tutorial?). Sono anche su OkCupid, della serie “Sono pronto per avere cinque ragazze ma non riesco a trovarne neanche una”. Ci manca poco che si guadagnino una categoria su Youporn: “Non stiamo solo scopando, è amore vero”. C’è anche una lista di libri consigliati che fanno mostra di copertine brutte come solo quelle di certi libri di discipline olistiche sanno essere. A giudicare dalla loro comunicazione sembra che una grande percentuale di poliamorosi – o almeno di coloro che hanno il coraggio di battezzarsi con questo nome orrendo – siano ex cattolici frustrati che hanno finalmente trovato l’illuminazione. E infatti anche loro vogliono sposarsi!

La cosa più lontana dal fascino, dal desiderio e dal mistero sono per antonomasia le etichette, ovvero alcune semplici e rassicuranti regole condivise su larga scala. Se vuoi essere parte di questo gruppo devi essere così, ma soprattutto devi comportarti cosà. Le regole condivise da pochi hanno ancora un loro potenziale erotico, come tutti i limiti, ma quando diventano leggi universali perdono qualsiasi attrattiva epidermica. Spesso a queste regole si accompagna un certo bisogno di ostentare esplicitamente la propria condizione – di solito questa cosa la si supera attorno ai sedici anni, insieme alla formazione dell’ego, ma a volte no. Fanno così i vegani, gli omosessuali e i dark (categoria che a discapito dei pronostici non si è ancora estinta, anche se ora si fa chiamare goth).

Il campanello d’allarme scatta quando qualcuno deve manifestare il proprio orgoglio per appartenere a un certo gruppo. Non arrabbiatevi amici gay e amiche lesbiche, lo so che voi siete stati costretti a farlo per far valere i vostri diritti in questo sporco mondo, e che i vegani sono costretti a farlo per far valere i diritti della Natura e dei vitelli in questo sporco mondo, e i poliamorosi… Aspetta un momento, i poliamorosi no. Ai poliamorosi (ogni volta che lo ripeti muore un poeta) nessuno rompe le palle, o forse vogliono sposarsi in tre? A quanto pare sì. Ma perché hanno tutti questa smania di sposarsi? Il matrimonio è uno strumento estremamente sorpassato – a tratti anche poco civile. Perché sentiamo il bisogno di tornare così indietro e di uniformarci alle norme invece di concepirne di nuove, che meglio rappresentino ciò di cui sentiamo il bisogno? Perché vogliamo sentirci accettati. È più forte di noi. Infatti i poliamorosi hanno anche un FORUM – ve li ricordate gli anni ’90? – definito come “uno spazio virtuale dove sentirsi accettati per quello che si è”.

Ho i brividi. Respiro. Pensiamo tutti per un minuto a Jules e Jim – se non lo avete visto guardatelo, adesso – anche solo a Jeanne Moreau se preferite, a Les Amours imaginaires (tradotto non a caso con Heartbeats, ma forse sarebbe stato più corretto Heartbreakers, perché non ho controllato cosa dica a riguardo il Sito ma nella mia esperienza – come nella maggior parte dei rapporti canonici d’altronde, è l’amore bellezza – è finita sempre male), o se proprio proprio a The Dreamers, di cui poco ci preme il valore cinematografico quanto vedere dentro una vasca in un’unica inquadratura Eva Green, Louis Garrel e Michael Pitt. Chissà poi perché sono sempre due uomini e una donna, e mai viceversa. Purtroppo la vita reale – la gente reale – ha questo brutto vizio di mettercisi in mezzo, di prendere le grandi idee e renderle prosaiche. Lo ha fatto anche con Facebook e Airbnb d’altronde, perché non dovrebbe farlo col menage libertino fin de siècle? Con il grande amore?

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