Nel 2009 uscì Il corpo delle donne, documentario realizzato da Lorella Zanardo che, come scrive lei stessa, “è stato il primo centrato sulla critica allo sfruttamento delle immagini delle donne a fini commerciali, ideologici e politici”. È impossibile capire il successo de Il corpo delle donne senza collocarlo nel contesto in cui uscì, il lavoro di Zanardo destò molto clamore anche perché venne utilizzato come arma politica per attaccare l’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che alla fine dell’anno successivo, venne travolto dal cosiddetto scandalo Ruby-gate”. Resta però innegabile che il lavoro divulgativo di Zanardo abbia contribuito a cambiare la rappresentazione delle donne nella televisione italiana: il documentario mette in fila senza troppi fronzoli immagini di corpi esibiti a tutte le ore, vestiti o meno, sempre e comunque per lo sguardo maschile. Questa rappresentazione, per anni ha trovato collocazione in tv senza che la cosa destasse scalpore, ma strappati dal loro contesto quei corpi e quegli sketch non potevano non colpire, e infatti dopo quella stagione, salva qualche rara eccezione, di showgirl poco vestite in televisione non se ne vedono molte.
Undici anni dopo, per la precisione il 25 novembre di quest’anno, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, l’account di TRASH ITALIANO (3,3 milioni di follower su Instagram e 1 milione e centomila su Twitter) ha pubblicato un estratto della trasmissione di Rai 2 Detto Fatto. Il video mostra la ballerina Emily Angellillo esibirsi in un tutorial per sedurre un uomo al supermercato: l’indignazione è stata unanime e ha portato alla sospensione del programma che, a onor del vero, aveva già fatto registrare negli anni un sensibile calo di ascolti. La reazione del pubblico è stata di certo amplificata dalla scelta di condividere il video proprio in occasione del 25 novembre, ma è altrettanto certo che sia la coda lunga di un processo di rimozione iniziato nel 2009 da Lorella Zanardo, che ha portato alla progressiva vestizione delle donne del piccolo schermo. Non basta però nascondere i corpi delle donne per rendere la televisione un ambiente paritario.
Nella tv italiana, dai tempi di Mina fino ai giorni nostri, sono stati decine, se non centinaia i volti femminili a entrare nelle case degli italiani. Ma è stato con l’arrivo della televisione commerciale che si è passati dalla rappresentazione del corpo nudo come messaggio di liberazione sessuale alla sua esibizione per compiacere lo sguardo maschile. Una delle scene che a distanza di anni fa più impressione è “la scossa” de L’Eredità, in cui una giovanissima Giovanna Civitillo si dimenava a ritmo di musica con la telecamera e riprenderla dal basso verso l’alto indugiando sulle gambe e le natiche, mentre un’altra camera era fissa sul conduttore del programma, Amadeus, che guardava inebetito il balletto. Oggi Amadeus e Civitillo sono felicemente sposati e le vallette de L’Eredità non sono più le ereditiere ma le professoresse, sono molto vestite ma ballano sempre attorno al conduttore; insomma, il loro ruolo rimane puramente ornamentale.
Qui bisogna registrare un dato di fatto: se molte delle letterine, delle ereditiere e in generale delle show girl di quegli anni oggi sono affermate conduttrici come Andrea Delogu, Ilary Blasy, Silvia Toffanin, Alessia Ventura e Elena Santarelli, è impossibile trovare tra le nuove leve giovani professioniste in grado di lasciare il segno. Questo perché, piaccia o meno, quei ruoli consentivano a molte ragazze di muovere i primi passi nel mondo dello spettacolo. Dopo Passaparola, ad esempio, Ilary Blasi passò al ruolo che è poi stato di Filippa Lagerback. Dal 2013, Lagerback presenta gli ospiti di Che Tempo che fa; ma il suo ruolo rispetto all’economia del programma rimane ancillare: il conduttore è sempre l’uomo.
Il servizio pubblico si è rivestito, ma il sessismo sulle reti Rai rimane. E se state pensando a Detto fatto, forse, vi sbagliate. Il programma di Rai 2, prima condotto da Caterina Balivo e poi da Bianca Guaccero, negli anni ha promosso un’immagine della donna inclusiva e non stereotipata. Un esempio su tutte è quello di Elisa D’Ospina, modella “curvy” spesso ospite della trasmissione per parlare di moda alle donne che non portano la 42; un’altra ospite fissa è stata Cristina Fogazzi in arte Estetista Cinica, una delle voci più influenti dell’empowerment femminile su Instagram. Ma negli anni a Detto Fatto, accanto ad argomenti più leggeri, si è parlato di omosessualità, bullismo, violenza di genere, islam, femminismo. Insomma, se il siparietto della spesa al supermercato non è di certo riuscito, dispiace leggere tutto questo clamore attorno a una trasmissione che da anni cerca di portare al pubblico di Rai 2 qualcosa di diverso. Macina grandi ascolti invece Doc – nelle tue mani, il grande successo di stagione con una media del 30% di share (numeri da semifinale di Champions League).
La fiction – firmata LUX Vide, che ha prodotto anche Don Matteo, Che Dio ci aiuti e Un Passo dal Cielo su Rai 1 – in una puntata andata in onda il 15 ottobre metteva a confronto due donne, una workaholic non credente e una giovane suora. La prima ha un cancro terminale, la seconda deve fare un raschiamento per un aborto spontaneo di cui non si era accorta. Tra le due è la donna che ha messo al primo posto la carriera ad avere il referto più grave, mentre la suora, dopo l’intervento, chiede che il prodotto del suo aborto venga seppellito. Solo poche settimane prima, a Roma, la testimonianza di una donna aveva portato alla luce lo scandalo delle sepolture dei feti avvenute senza il consenso delle madri e con i loro nomi messi in bella vista sopra le sepolture. Rai e Lux hanno ritenuto opportuno che in una fiction così seguita fosse sottolineata la necessità della sepoltura del feto e l’episodio è passato totalmente inosservato nonostante il grande seguito della serie, soprattutto tra i giovani. Nessuno ne ha parlato, nessuno ne ha discusso, nessuno ha commentato l’opportunità o meno che quel messaggio andasse in onda in un momento del genere.
A Mediaset resistono ancora le veline, ma i volti di punta del Biscione sono due signore della televisione: Barbara D’Urso e Maria De Filippi, mentre Barbara Palombelli e Silvia Toffanin sono alla guida di due programmi di grande successo, rispettivamente Forum e Verissimo. Le vallette non fanno più stacchetti ma partecipano ai reality, che nel frattempo sono diventati il trampolino di lancio di luminose carriere come quelle di Belen Rogriguez e Giulia De Lellis. Anche i tronisti e le troniste di Uomini & Donne col tempo sono diventati meno spavaldi e più riflessivi, oggi cercano il grande amore e non si vergognano di apparire fragili, con il Trono Over i corteggiatori e le corteggiatrici sono spesso mamme e papà alla ricerca di una seconda possibilità in amore, si parla spesso della difficoltà di far coincidere lavoro e famiglia e molto spesso a discutere di queste cose sono anche persone molto anziane.
I corpi svestiti resistono a Temptation Island, una produzione Fascino di Maria De Filippi, ma a spogliarsi non sono solo le donne: tanto le tentatrici quanto i tentatori devono ammaliare le rispettive prede in costume da bagno. Se sono lontani i tempi degli spogliarelli del Bagaglino, il Grande Fratello versione VIP regala a ogni puntata qualcosa su cui riflettere, tra outing, frasi sessiste e le esternazioni misogine di Pupo. Ultima, solo in ordine di tempo “essere gentili con un milionario è più naturale per una donna”. In un programma in cui è possibile essere espulsi per una bestemmia, tutto ciò che offende le donne ma non Dio passa in secondo piano. Anche qui le sollevazioni di scudi sono poche, se si fa eccezione degli spettatori del programma tanto agguerriti sui social da portare alla luce, spesso durante la stessa diretta in prima serata, frasi o episodi condannabili, come una battuta sessista fatta da Mario Balotelli alla concorrente Dayane Mello.
Sembra quindi che il sessismo in televisione faccia scalpore solo quando si riferisce a corpi femminili svestiti. Dall’uscita de Il Corpo delle Donne la televisione italiana è decisamente meno sessista, ma se si pensa che il problema sia la passeggiata sui tacchi a Detto Fatto si sta sbagliando bersaglio. Oggi il sessismo è meno esibito, più sottile; le donne sono vestite, certo, ma hanno quasi sempre un ruolo gregario. Del resto, la televisione può avere sì una funzione educativa, ma oggi è prima di tutto lo specchio che riflette chi la guarda, cioè noi, e ci dimostra che evidentemente siamo ancora un Paese misogino e sessista.