
Se c’è un elemento che credo differenzi profondamente la mia generazione da quelle che l’hanno preceduta è la crescente difficoltà che io e i miei coetanei abbiamo nel formulare sogni proiettati al futuro. Non solo quelli liberi, disinibiti e incoscienti che risuonano nelle risposte che si danno da piccoli alla domanda “Cosa vuoi fare da grande?”, replicando con qualche classico del repertorio come “l’astronauta” o “la cantante”, senza pensare a tutto quello che c’è nel mezzo, tra progetto e realizzazione, e che ti porta a diventarlo. Quando dietro al progetto di fare il graphic designer, il tatuatore, o il medico, di formare una famiglia nostra o di comprare casa, scopriamo la necessità di una serie di passaggi intermedi: tenere conto dei mezzi che occorreranno per formarci, del tempo, dei soldi e del luogo in cui vorremmo concretizzare le nostre ambizioni, o ancora del modo in cui daranno direzione alla nostra vita. Anche quando i nostri sogni trovano una loro misura e collocazione, facendosi quindi più ponderati e diventando in un certo senso “grandi” insieme a noi, in sostanza, abbiamo sempre la sensazione che ci sia qualcosa a ostacolarli, a renderli implausibili.
Non che venti o trent’anni fa le difficoltà per costruirsi la vita così come ce la si era immaginata fossero inesistenti, ma alcuni progetti lavorativi o personali – trovare un lavoro stabile, avere uno stipendio compatibile con le rate di un mutuo o la crescita di un figlio – venivano percepiti come assolutamente inquadrabili nelle normali aspettative di un giovane adulto sul proprio avvenire, e non apparivano immancabilmente come prospettive troppo ambiziose, al limite dell’irrealizzabile. Le generazioni più giovani hanno dovuto imparare a fare i conti con una sorta di “pregiudizio di irrealizzabilità”, che vale come premessa a ciascuna delle loro proiezioni future, spesso per ragioni economiche di contesto: a forza di sentirci ripetere che nonostante la laurea non troveremo mai il lavoro che vorremmo – al massimo uno gravemente sottopagato; che l’ascensore sociale bloccato per quanto ci impegniamo continuerà a pesare sui nostri redditi; e che il contesto socio-economico di crisi in cui viviamo da quando siamo nati renderà sempre più difficile l’idea di mettere da parte dei risparmi, abbiamo sviluppato un sentimento di sfiducia sempre più profondo, perdendo lo slancio che muove qualsiasi progetto di vita. Sembra quasi che i nostri desideri futuri si siano ridotti a meme: occasioni per fare dell’autoironia su speranze utopiche, consolandoci con il sarcasmo su ciò che probabilmente non riusciremmo mai a essere o raggiungere.
Questo meccanismo di “memizzazione” del futuro, però, sta dando vita a un loop che ci porta al polo opposto rispetto alla sensazione che vivevamo da bambini: saltiamo direttamente alla conclusione sui nostri progetti, ma non credendo che tutto sia in qualche modo realizzabile. Al contrario, percepiamo come sempre più opprimente la convinzione per cui non riusciremo a combinare nulla di ciò che desideriamo per il nostro futuro. Per invertire questa tendenza di sfiducia dilagante, che sta già mostrando le sue conseguenze tra i più giovani, il Gruppo BCC Iccrea, il più grande gruppo bancario cooperativo italiano, ha deciso di lanciare il progetto Generazione BCC: una nuova strategia di comunicazione dell’offerta dedicata agli Under 35, che si concentra su una serie di servizi inerenti alla gestione delle finanze e alla pianificazione del futuro in vista di un’indipendenza economica stabile e soddisfacente. Per farci spazio e riprenderci il nostro potere decisionale sul nostro futuro, come suggerito dal Gruppo BCC, serve infatti che torniamo a guardare ai passaggi intermedi della costruzione delle nostre ambizioni – la formazione, le possibilità di investimento, le strategie di risparmio –, per riacquisire la fiducia nei nostri sogni e dar loro una concretezza, inserendoli nel – seppur difficile – contesto socio-economico attuale, in modo da conferire loro un nuovo slancio.
Nel contesto di un Paese come l’Italia, dove a dirsi “pessimista” nei confronti del proprio futuro economico è quasi il 40% dei giovani, e dove quest’anno si è registrato un picco di neet (ragazzi tra i 15 e i 35 anni che non studiano e non lavorano) che ha superato i 2 milioni di persone, è infatti fondamentale che gli investitori e imprenditori privati si affianchino ai provvedimenti governativi – spesso insufficienti e poco incisivi – per ricostruire nelle nuove generazioni una fiducia nel futuro e nei propri progetti che passa necessariamente anche per la stabilità e l’indipendenza economica. Ciò che il Gruppo BBC Iccrea ha intuito, infatti, è la necessità di favorire e valorizzare i giovani dal punto di vista della gestione finanziaria, in modo che la nostra generazione, nel prossimo futuro, possa diventare protagonista delle scelte necessarie alla pianificazione di un avvenire diverso da quello che stiamo vivendo, prendendosi la responsabilità di riflettere, discernere e soprattutto decidere in che modo investire le risorse stanziate per ricostruire un domani che ci riguarda in prima persona. Uno spazio che spesso ancora non riusciamo a trovare, a causa di un contesto fatto a immagine e somiglianza delle generazioni che ci hanno preceduto, e di una scarsità di risorse economiche che, se male amministrate, non ci potranno mai permettere di accedere alla vita a adulta che ci spetterebbe – e quindi all’impegno rispetto al futuro che questa comporta.
I giovani, nell’accezione di aggregato sociale in procinto di affacciarsi all’età adulta, sono infatti una categoria ampia che si distingue nelle necessità e nei comportamenti: età, stile di vita, prospettive. Per questo ridare concretezza ai sogni di ognuno di loro, significa favorire delle strategie di risparmio e investimento mirate, abbastanza flessibili da seguire il ritmo di progetti di vita in evoluzione. Da qui la strutturazione del progetto Generazione BCC, che declina l’offerta del gruppo su diversi segmenti suddivisi per fasce d’età e momenti della vita: quello per gli Under 18, pensato per i “progetti liberi” – come il desiderio di investire nella formazione universitaria, o di risparmiare per l’acquisto di una macchina, agevolati da prodotti come il conto junior, accessibile senza spese sino alla maggiore età; quello dedicato alla fascia 19-35 e modellato sui cosiddetti “progetti flessibili” – la gestione dei primi stipendi o la pianificazione di eventuali investimenti più importanti, come quelli nell’immobiliare, supportati da servizi come il PAC, il piano di accumulo capitale di BCC, o il fondo pensione aureo per iniziare a costruire la propria pensione integrativa; e infine il segmento degli “Startupper” o “progetti solidi”, che si rivolge ai ragazzi che si affacciano al mondo dell’impresa, aiutandoli a mettere a terra le loro idee per un successivo lancio sul mercato – attraverso piani di prestito e finanziamento personalizzati. Ciascuna di queste sezioni racchiude quindi l’offerta di prodotti che vogliono lavorare per obiettivi, rispondendo a esigenze di vita differenziate: conto corrente, carte di pagamento, prestiti per l’istruzione, piani d’investimento costruiti ad hoc; e contribuendo a rendere “palpabili” le aspirazioni e i desideri dei clienti, attraverso la concretizzazione dei passi finanziari che servono per arrivare alla loro realizzazione.
Accanto ai servizi dedicati a obiettivi specifici, c’è poi un impegno concreto di BCC nell’educazione finanziaria, portato avanti tramite la comunicazione del gruppo e ancor di più nella guida del cliente in filiale. Prodotti come il PAC, il fondo pensione aureo e il prestito d’onore per finanziare la propria formazione universitaria, rappresentano infatti misure dall’importante valore sociale, dato che saranno sempre più necessarie per garantire una stabilità finanziaria a lungo termine alle nuove generazioni. Conoscere il funzionamento delle pensioni integrative, dei tassi dei mutui e delle assicurazioni, così come meccanismi di finanziamento per le proprie idee d’impresa, serve a dare ai giovani strumenti fondamentali per comprendere la realtà sociale e politica in cui viviamo, e per far fronte a un momento storico in cui si stanno avvicendando molteplici crisi economiche e geopolitiche globali, oltre che un incisivo aumento delle disuguaglianze e una conseguente corrosione delle misure di assistenza pubblica, sicurezza sociale e welfare. Essere dotati dei mezzi che servono per capire come superare gli ostacoli finanziari posti dalla realtà in cui viviamo deve diventare quindi una prassi, consentendo ai giovani di non guardare alla pianificazione del futuro economico come qualcosa di oscuro e incomprensibile, ma con indicazioni efficaci che li aiutino a fare scelte consapevoli.
In questo momento, in cui c’è sempre meno speranza nel futuro, è quindi dai nostri progetti, desideri e sogni personali che potremmo ripartire per tornare a credere e costruire cosa vogliamo essere. Perché il domani arriverà lo stesso, anche se non riusciamo a prevederlo e a pianficarlo, ed è dunque nel nostro interesse avere gli strumenti che servono per avviarci al futuro con un po’ meno timore nei confronti di ciò che riserva. La tentazione di cedere a un “pregiudizio di irrealizzabilità”, lasciandoci convincere che non avremo mai abbastanza tempo, soldi ed energie per concretizzare ciò che desideriamo, può essere sventata attraverso l’organizzazione di quelle che sono le fasi intermedie di un progetto, affrontandole una alla volta, e concretizzando passo passo l’ambizione che le sostanzia, che si tratti di aprire una start-up o di trovare il mutuo più adatto per vivere nel luogo che ci fa sentire a casa. Se infatti il contesto in cui viviamo ci porterebbe a saltare alle conclusioni, rinunciando a molto di ciò che vorremmo realizzare e lasciandoci sfiduciati, dobbiamo imparare a rivolgerci a chi si preoccupa di accompagnarci in tutte le fasi che precedono il momento conclusivo di un progetto, qualsiasi esso sia, così da dimostrare a noi stessi che potrebbe finire in modo diverso da come avevamo preventivato.
Per evitare di ridurre il nostro futuro a un meme, dobbiamo quindi provare a ricordarci che anche i sogni si costruiscono, nel momento in cui si hanno i mezzi giusti per farlo e qualcuno che si impegna a farteli scoprire, soprattutto dal punto di vista finanziario. Anche perché solo dai sogni, progetti e desideri che ci muovono a livello individuale possiamo provare a immaginare un avvenire diverso anche sul piano collettivo, agendo in vista di un futuro che ci possa rispecchiare più del presente che ci è stato consegnato, e che serva a consegnare alle prossime generazioni un luogo dove diventare adulte con slancio, invece che con paura.
Questo articolo è realizzato da THE VISION in collaborazione con GRUPPO BCC Iccrea, il maggiore gruppo bancario cooperativo italiano, che si distingue per promuovere la cooperazione, l’educazione al risparmio e alla previdenza, nonché la coesione sociale e la crescita responsabile e sostenibile nei territori in cui opera. Il progetto “Generazione BCC” offre strumenti finanziari dedicati alle nuove generazioni per realizzare un mondo di possibilità, dal primo conto al primo progetto.
