Lunedì si è svolto a New York il Met Gala, evento mondano a scopo benefico organizzato dal Metropolitan Museum of Art. Rimandato più volte a causa della pandemia, il red carpet di quest’anno era molto atteso specie perché avveniva a ridosso della New York Fashion Week ed entrambi gli eventi avevano come scopo quello di rilanciare l’industria della moda statunitense particolarmente colpita, così come molti altri settori, dalle conseguenze dell’ultima crisi economica. Il Met Gala attira celebrità da tutto il mondo ed è una grande occasione di visibilità per i marchi e i loro testimonial e per prendere parte all’evento è necessario versare una quota di partecipazione di circa 30mila dollari.
Nonostante il tappeto rosso fosse popolato di celebrità come di Rihanna, Kanye West e Kim Kardashian, l’attenzione dei media si è concentrata in particolare su Alexandria Ocasio-Cortez, deputata socialista del Congresso degli Stati Uniti, che si è presentata con un abito bianco con la scritta rossa “TAX THE RICH” sulla schiena, firmato da Aurora James, direttrice creativa del marchio newyorkese Brother Veilles, fondatrice del brand Brother Vellies. Originaria del Canada, James si è trasferita a New York con l’obiettivo di lanciare una sua linea di moda; ha conosciuto AOC quando la deputata lavorava come barista e lei gestiva una bancarella di vestiti di seconda mano a Brooklyn e da allora le due sono rimaste in contatto. Nel post di Instagram in cui comunicava la sua partecipazione al Met, Ocasio-Cortez ha voluto sottolineare di aver scelto Aurora James per via del suo impegno per la moda sostenibile e per supportare una giovane donna nera e immigrata negli States.
L’abito scelto per l’occasione riprende un claim già usato per il merchandising di Ocasio-Cortez durante la precedente tornata elettorale, andato sold out in poche ore dopo che la deputata l’aveva mostrato durante una diretta Instagram.
Già in quella occasione la stampa conservatrice e alcuni deputati repubblicani avevano criticato duramente la scelta di AOC di vendere un prodotto a un prezzo tutt’altro che popolare (58 dollari per una felpa) e di voler sostanzialmente lucrare con i suoi slogan elettorali. Ocasio-Cortez non è nuova a questo tipo di attacchi da parte dei media, dei social e dell’establishment repubblicano, tant’è che già la sera del Met Gala aveva twittato dal suo account: “Prima che gli hater diano di matto, i funzionari eletti di New York sono regolarmente invitati a partecipare al Met per via delle responsabilità nel supervisionare e sostenere le istituzioni culturali della città. Io ero una tra i tanti presenti questa sera”.
Le risponde, seppur indirettamente, Vanessa Friedman del New York Times su Twitter, che cerca subito di smontate la difesa preventiva con un’osservazione che vorrebbe non lasciare scampo, ma risulta un po’ forzata: “A tutte le persone che affermano che AOC ha ricevuto un biglietto ‘gratuito’ per il #MetGala: solo perché non l’ha pagato non significa che sia ‘gratuito’. Qualcuno ha pagato 35mila dollari per lei affinché potesse partecipare. Avrebbe potuto desiderare che quei soldi venissero usati per qualcosa di diverso da un biglietto per una festa d’élite”. Come ha ricostruito la stessa testata nel 2018, in realtà capita spesso che l’organizzatrice della serata, Anna Wintour, inviti varie personalità a presenziare gratuitamente all’evento, senza che vi sia qualcuno a pagare per loro. Inoltre, tutto il ricavato dell’evento è destinato a finanziare le attività culturali del Costume Institute, l’unica sezione del Metropolitan Museum di New York a dovere trovare autonomamente dei fondi.
Aurora James, fondatrice del brand Brother Vellies, ha dichiarato in un’intervista alla CNN di aver scelto insieme alla deputata di veicolare un messaggio politico durante la partecipazione all’evento: “Non avrebbe mai scelto di partecipare a un evento del genere solo per indossare un bel vestito. La moda è vista come una cosa frivola, ma con il mio brand e insieme a molte altre persone, è uno strumento di comunicazione”. James, che ha confermato che il vestito è stato dato in prestito alla deputata, non ha voluto svelare il costo dell’abito ma ci ha tenuto a sottolineare che la creazione è stata realizzata con materiali di riuso.
Come ampiamente previsto, però, anche stavolta i media e i social si sono scatenati contro Ocasio-Cortez. Scrive il magazine online Slate: “Una cosa è chiedere tasse più alte ai ricchi; un’altra è credere che muoversi all’interno delle classi privilegiate li convincerà ad accogliere un sostanziale taglio delle tasse”. L’articolo riporta anche un tweet della scrittrice Samira Ibrahim che dichiara: “Il problema con AOC è che è una figura nazionale che in realtà dovrebbe essere legata a una realtà locale. La sua comunità sta lottando per ottenere i fondi federali per riprendersi da un uragano RN – proprio dall’altra parte del ponte – e lei è a un evento esentasse a parlare del suo vestito”.
Le critiche sono arrivate anche da media e osservatori italiani. L’analista e consulente politica Martina Carone in un articolo apparso su formiche.net scrive: “Ma siamo sicuri che ridare questa centralità al proprio corpo (al di là della sua forma) sia la migliore battaglia possibile? Il mezzo è il messaggio, e la forma diventa parte integrante del contenuto. Ma non sempre – forse – sovrapporre i due piani è la scelta più giusta”. Carone si riferisce alle storie pubblicate da Ocasio-Cortez subito dopo il Gala in cui la deputata, forse citando una celebre scena di Io e Annie di Woody Allen, tira in ballo Marshall McLuhan e la sua famosa teoria.
L’articolo di Carone è stato ripreso dalla giornalista Nathalia Zevi che ha commentato: “Stavo scrivendo ‘ci sono molti modi per lanciare un messaggio politico. Siamo sicuri che scriverselo sul sedere sia la via migliore?’”. Anche l’imprenditrice Cristina Fogazzi, meglio conosciuta come Estetista Cinica, ha commentato la vicenda scrivendo in una storia : “Comunque TAX THE RICH al Met Gala mi ha fatto un poco ridere”. Diverse sono state le voci che si sono alzate per criticare la scelta di Alexandria Ocasio-Cortez e quasi tutte sono d’accordo nel sottolineare la presunta ipocrisia di presentarsi a un evento organizzato da gente ricca per dare visibilità a gente ancora più ricca per chiedere a queste persone di pagare più tasse. Come ha sottolineato lei stessa, però, la decisione di portare quel messaggio a una serata simile “è estremamente importante”, perché la maggior parte dei discorsi sulla redistribuzione della ricchezza avvengono tra le persone con redditi medio-bassi, mentre “è ora di includere tutte le classi sociali nel dibattito”.
Ocasio-Cortez ha trascorso l’indomani del Met a rispondere più o meno indirettamente ai suoi detrattori. In una storia ha raccontato di essere abituata a essere duramente criticata da ogni schieramento politico e ha rivendicato la scelta di portare quel messaggio in un luogo pieno di gente scettica rispetto al valore della ridistribuzione della ricchezza. A supporto di questa tesi, sempre su Instagram, la deputata statunitense ha mostrato l’impennata di ricerche su Google della frase “TAX THE RICH” il giorno dopo il Met Gala.
“Sono stanca di fare le stesse identiche cose che fanno gli uomini – inclusi gli uomini eletti nel campo progressista – e di ottenere un riscontro completamente diverso da loro. Quindi tutto ciò che posso fare è prenderne atto e prendere le decisioni di testa mia in base a quello che la vita mi ha insegnato”. Quest’ultimo punto toccato da Alexandria Ocasio-Cortez è particolarmente interessante e riguarda tutte le donne. Non è una novità infatti che i corpi femminili siano in costante osservazione e non è una novità che alle donne venga imposto di scegliere se essere curate, alla moda e sensuali o essere credibili, autorevoli, rispettate. Le due cose, per la cultura sessista e patriarcale in cui viviamo, vanno in contraddizione. La punizione per chi, come Alexandria Ocasio-Cortez, usa le attenzioni morbose altrui sul proprio corpo per lanciare un messaggio è, evidentemente, la gogna pubblica.
AOC era già stata duramente criticata per aver indossato vestiti molto costosi per la copertina che le aveva dedicato Vanity Fair e prima di allora per un video in cui si truccava sul canale Youtube di Vogue – proprio come è successo alla filosofa Maura Gancitano pochi giorni fa. Le scelte di una donna in fatto di abiti, vestiti e cosmesi non sono che lo specchio di tornasole per chi, delegittimando una persona rispetto al genere in cui si identifica, delegittima le proprie idee. Criticando apertamente e in modo costruttivo le idee e i programmi, i detrattori metterebbero l’avversario sul loro stesso livello, concentrandosi invece sulla sua storia personale, sul suo abbigliamento e sull’uso apparentemente disinvolto sui social la sminuiscono, o quantomeno tentano di farlo.
Alexandria Ocasio-Cortez così come molte sue coetanee è una nativa digitale e questo non vuol dire soltanto che è padrona dei mezzi che i social le offrono, ma è anche consapevole dei rischi a cui viene esposto chi ha una grande visibilità. Fin dall’inizio della sua carriera la deputata è diventata un modello per molte persone ma, allo stesso tempo, un bersaglio perfetto per altre, in particolare per la base più estremista del partito repubblicano statunitense guidato da Donald Trump. A questi si è accodata anche la stampa più reazionaria di tutto il mondo. AOC ha però usato la grande attenzione che i suoi stessi detrattori le concedono a suo vantaggio, sfruttandola per le cause che le stanno più a cuore, come ha fatto recentemente sostenendo il blocco degli sfratti promosso dalla sua collega al Congresso Cori Bush.
Resta il fatto che questo tipo di attenzione nei confronti delle donne esiste, a destra e a sinistra, e più queste si rifiutano di adeguarsi a modelli conformisti, più vengono prese di mira. Alexandria Ocasio-Cortez non solo non si adegua, ma ha deliberatamente deciso di sfidare lo status quo andando per la sua strada e vivendo la sua esperienza in politica in maniera che alcuni giudicano spregiudicata e naïve, ma che sta diventando un modello per tante donne in giro per il mondo. Chi si ferma è perduto, ma anche chi si adegua, per questo dovremmo abituarci a vedere sempre più persone come Alexandria Ocasio-Cortez, anche se nessuno probabilmente stenderà ai loro piedi un tappeto rosso.