Ho scoperto di essere sieropositivo all’inizio del 2016 e fin dalla diagnosi ho notato nei medici una certa insistenza affinché comprendessi bene la necessità di curarmi. Un’insistenza che sul momento ho trovato bizzarra e un po’ fuori luogo: non avevo certo intenzione di fare altrimenti. Eppure mi sembravano apprensivi, sospettosi: come mai? Era come se avessero avuto paura che mi dileguassi o che finissi risucchiato dal gorgo di quelle che mi venivano presentate, senza specificare oltre, come “strane idee che girano”. Volevano fossi certo che l’unica strada percorribile erano queste pastiglie rosa pallido, che avrei dovuto prendere – e che continuo a prendere – ogni sera dopo mangiato. Mi hanno salvato la vita.
L’ho capito poi, con l’andare dei mesi: in effetti ci sono persone sieropositive che scelgono di non curarsi. E non perché vogliano consapevolmente farla finita. Si tratta di persone che rifiutano le terapie – o che magari fingono di assumere i farmaci – perché suggestionate dalle cosiddette teorie negazioniste sull’HIV, secondo le quali il virus non esiste o, quantomeno, non è la causa dell’AIDS. Per i negazionisti l’HIV sarebbe un’invenzione o una strumentalizzazione delle case farmaceutiche a fini speculativi. Non c’è neanche bisogno di dire che si tratta di teorie del tutto infondate: il nesso causale tra virus dell’HIV e AIDS è ampiamente dimostrato dalla letteratura scientifica. Per intenderci: tra i sostenitori vi rientrano Gabriella Mereu, che cura i malati di HIV coi fiori di Bach e la dieta vegana, e Eleonora Brigliadori, per la quale l’HIV è un’ “etichetta buona solo per vendere pillole”, quando in realtà la causa della malattia è psicologica (“il non amore”).
Queste teorie sono molto pericolose, anche perché danno alle persone – magari in un momento di fragilità, a seguito della diagnosi – la convinzione che sia possibile curarsi con qualche accorgimento alimentare e qualche altra pratica new age. Che si possa in qualche modo far finta di niente. Circolano da molto tempo e si sono diffuse anche in Italia: di recente hanno anche visto un certo revival, complice la diffusione degli stili di vita alternativi e le critiche alla medicina allopatica (di cui un esempio lampante sono i no-vax). Esiste anche una pagina Facebook creata dai negazionisti italiani, HIV non causa AIDS, che conta più di 2.500 membri; per fortuna, sempre su Facebook, c’è anche un’altra pagina che si dedica invece a smentire le tesi antiscientifiche dei complottisti, HIV causa AIDS, che se la passa meglio a livello di follower (quasi 4.400) e che tra le altre cose ha pubblicato anche un elenco di nomi di negazionisti morti a causa delle loro fantasiose teorie.
Si tratta di un tema di cui non si parla molto sui media: anche se di recente un’eccezione c’è stata. Nel 2016, in un servizio mandato in onda dalle Iene, sono stati intervistati due esponenti italiani di questo filone oscurantista che sostituisce ai dati scientifici superstizione e articoli di quart’ordine. Si tratta del guru dell’alimentazione naturale Valdo Vaccaro e del dottor Mastrangelo, oncologo ed ematologo sorprendentemente non ancora radiato dall’Ordine, convinto del fatto che i farmaci per l’HIV servano solo a “far star male o ad ammazzare la gente”. Entrambi, apertamente, consigliano alle persone sieropositive di non curarsi, suggerendo – al posto dei farmaci antiretrovirali – probiotici, vitamina C e antiossidanti (Vaccaro suggerisce cene a base di radicchio e cipolla cruda). Si tratta di consigli che, a scanso di equivoci, portano inevitabilmente alla morte. È proprio a questo tipo di teorie che i dottori facevano riferimento quando volevano assicurarsi che fossi intenzionato a farmi seguire e ad assumere i farmaci.
Purtroppo non sono solo medici folli a sostenere queste farneticazioni: Beppe Grillo anni fa appoggiava in modo esplicito – e con gioia – le stesse teorie, definendo l’AIDS “la bufala del secolo”. In un’intervista del 1997 il comico diventato leader politico affermava: “Io ho la convinzione che l’Aids non esiste, che questa malattia è stata un modo per prendere fondi, miliardi di dollari. Mai è stato provato che esista il virus Hiv, nessuno l’ha mai visto.” In uno dei suoi spettacoli più famosi, Apocalisse morbida, risalente al 1998, Grillo esponeva, euforico, il punto di vista negazionista. Pare che la registrazione non si trovi più negli store online ma su YouTube è facilmente reperibile. Nei filmati disponibili si vede Grillo dire che “ci sono seri sospetti che l’HIV sia una bufala,” che nessuno “Ha mai fotografato il virus dell’HIV” – il che è falso, perché come spiega qui uno dei massimi esperti italiani è stato isolato, fotografato e coltivato anche in laboratorio – e che è la cura contro l’HIV a causare l’AIDS. Quindi, di fatto, con queste sue asserzioni potrebbe aver indotto alcuni malati a non curarsi.
Come se non bastasse, Grillo nel suo spettacolo mischiava il delirio antiscientifico alla derisione verso la patologia e i malati: “Quando hanno chiesto a Gallo [co-scopritore del virus dell’HIV, ndr.] di portare la prova che esiste, lui ha detto: ’È un virus strano, che muta’”. Al che Grillo aggiungeva, indicandosi i glutei e probabilmente alludendo ai rapporti anali: “Ecco perché si chiama retrovirus”. E tutti giù a ridere.
Noncurante del fatto che la ricerca scientifica proceda inevitabilmente per tentativi ed errori, Grillo si scagliava anche contro la ricerca: “Ogni tre mesi c’è una scoperta scientifica: scoperto il vaccino dell’AIDS! A ogni scoperta scientifica finta c’è una raccolta fondi vera, verissima. Basta, basta, basta”. Ho già accennato al fatto che Grillo – che se la prendeva anche con le cure contro il cancro – ha contribuito a diffondere l’idea che l’AIDS fosse causato dai farmaci contro l’HIV. Peccato che in realtà già all’epoca fossero stati introdotti (e da due anni) gli antiretrovirali, la categoria di farmaci attualmente in uso, dagli effetti collaterali ben diversi rispetto all’AZT, citato dal comico nei suoi monologhi – l’AZT aveva effettivamente pesanti effetti collaterali, ma in molti casi aiutò comunque a prolungare la vita degli ammalati, permettendo loro di sopravvivere fino all’arrivo degli antiretrovirali.
Si tratta di parole infondate dal punto di vista scientifico e gravemente offensive, per le quali Grillo non ha mai prodotto scuse o smentite. Non l’ha fatto nemmeno quando, nel maggio del 2012, la LILA (Lega Italiana per la Lotta all’AIDS) gli ha indirizzato una lettera aperta, che ha fatto il giro dei quotidiani, chiedendogli pubblicamente di chiarire le sue posizioni su HIV/AIDS, dato che le sue uniche dichiarazioni sul tema erano quelle in sintonia col negazionismo. Dichiarazioni che, come si dice nella lettera, all’epoca hanno avuto un effetto deleterio sulla credibilità della ricerca e delle associazioni: “Siamo perfettamente consapevoli che lo spettacolo teatrale di un comico, che si avvale di un particolare linguaggio, chiamiamolo iperbolico, non equivale a un programma politico. Altrettanto però non si può dire di parecchi suoi attuali estimatori, che quello spettacolo lo stanno usando contro di noi e contro il buonsenso”.
Era il 1998: molto tempo fa, è vero. Ma a chi ritiene che si tratti solo di uno show datato va fatto presente che in realtà quelle affermazioni sono tornate altre volte nel corso degli anni, e sono finite anche nero su bianco. Ad esempio sono riportate nel libro “Tutto il Grillo che conta” del 2006. E neanche a quel punto è arrivata alcuna smentita o presa di posizione da parte di Grillo. Né smentite o critiche a Grillo sono arrivate più di recente da altri esponenti M5S (nato del 2009). Alla fine degli anni ’90 ricerca e cure erano a un stadio diverso rispetto a oggi, ma ora non ci sono più scuse: quelle affermazioni devono essere pubblicamente smentite.
Il negazionismo sull’HIV, va detto, è perfettamente in linea con molte delle idee antiscientifiche diffuse da Grillo negli anni. Si inseriva infatti in una politica a largo raggio di promozione di false credenze: dalla crociata contro i vaccini (la malattia “scompare per i cazzi suoi”) a quella contro la prevenzione oncologica, criticata perché espone a falsi positivi e favorisce le aziende farmaceutiche, passando per gli insulti indirizzati a Umberto Veronesi – ribattezzato “Cancronesi” – ma anche a Rita Levi Montalcini, che chiamò “vecchia puttana”, accusandola di aver ottenuto il Nobel grazie a un’azienda farmaceutica.
Le tesi negazioniste hanno prodotto danni enormi e molte morti. Basti dire che è stato necessario un atto ufficiale da parte della comunità scientifica: nel 2000, a Durban, in Sudafrica, il mondo della ricerca e dell’attivismo si è dovuto riunire per sottoscrivere una dichiarazione firmata da 5.000 scienziati (di cui 11 premi Nobel) con la quale è stato messo in chiaro ufficialmente che l’HIV è la causa dell’AIDS. Eppure nemmeno allora il leader del Movimento 5 Stelle ha fatto retromarcia.
E non è un caso che fosse stato scelto il Sudafrica. Gli effetti reali e tragici del negazionismo purtroppo sono testimoniati dalle 330mila vittime che ci sono state solo in quel Paese tra il 1999 e il 2007 (come dimostra questo studio pubblicato sul Journal of Acquired Immune Deficiency Syndromes). 330mila persone che non hanno assunto i farmaci antiretrovirali a causa della scellerata politica dell’allora presidente Thabo Mbeki che tagliò i fondi per l’acquisto dei farmaci ufficiali nell’intento di promuovere le demenziali cure alternative fatte di succo di limone e vitamine. L’endorsement di Grillo ai negazionisti dell’HIV è un fatto ignobile che non può finire del dimenticatoio: chi ha dato ascolto a quelle tesi potrebbe aver pagato un prezzo altissimo. E le sue parole non possono essere dimenticate soprattutto per il ruolo che Grillo ha assunto successivamente, ovvero quello di leader politico.
Di recente HIVForum, il portale in cui ho trovato le prime preziose informazioni quando ho ricevuto la mia diagnosi di sieropositività, ha fatto un altro tentativo, inviando una richiesta di smentita alla senatrice del M5S Elena Fattori. Per l’ennesima volta, non c’è stata alcuna risposta.