In un Paese in cui il senso di precarietà ha perso il suo carattere transitorio ed è diventato l’unica certezza, soprattutto per le fasce più giovani della popolazione, assistiamo al proliferare di coach, motivatori e sedicenti guru del “pensiero positivo”, che vorrebbero persuaderci che la realizzazione e l’appagamento personali dipendano esclusivamente dalla nostra volontà e tenacia. Insomma, vogliono convincerci che “Volere è potere”, e che tutto ciò che desideriamo sia alla nostra portata: basta solo impegnarsi. Una retorica pericolosa e fuorviante, che ci impedisce di riconoscere i nostri limiti e di comprendere che possiamo controllare solo una piccola parte della...
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