“Ogni uomo crede solo in ciò in cui s’imbatte,” diceva Empedocle, ma non penso che “Mad” Mike Hughes, l’americano che qualche giorno fa ha fatto notizia per la sua intenzione di spararsi nello spazio con un razzo costruito in garage, abbia grande familiarità con il filosofo siceliota. Nella volontà di esplorazione cosmica del signor Hughes c’era proprio il desiderio necessario di vedere, con i suoi occhi, e di mostrare agli altri che ci hanno mentito: la Terra non è un geoide, una semisfera, come dicono, il nostro pianeta in realtà è piatto. Sembrerebbe un tornare indietro, a un pensiero più primitivo. Eppure, nonostante ciò che si pensa oggi, nell’antichità nessuno credeva che la Terra fosse piatta.
Quest’idea che abbiamo è frutto di una rilettura a posteriori, conseguenza dell’esaltazione del processo scientifico celebrata dai positivisti nel 1800, che pensavano più o meno questo: “Solo noi abbiamo fede nel progresso e nella scienza, quei cretini del Medioevo credevano nei miracoli e solo noi conosciamo il Mondo”. In realtà, già cinque secoli prima della nascita di Cristo, i presocratici conoscevano la forma del nostro pianeta, e non si sa bene chi sia stato il primo a esclamare “La Terra è sferica!”, forse proprio perché non ce n’era bisogno. Teofrasto dice sia stato Parmenide, Diogene Laerzio dice Pitagora, e Zenone dice Esiodo. Sappiamo che Eratostene nel 240 a.C. ne indovinò la circonferenza, basandosi sugli angoli delle ombre dei raggi del sole, per i suoi calcoli di trigonometria. Eppure, oggi, nel 2017, esiste un’associazione, la Flat Earth Society, i cui membri sono convinti che la Terra sia una piadina che galleggia nel cosmo.
La società è nata nel 1956, ma raccoglie l’eredità della Universal Zetetic Society, basata sulle idee di S.B. Rowbotham, che pubblicava una rivista chiamata The Earth Not a Globe Review, e che aveva molto più terreno su cui far marciare questa pseudoscienza, finché non sono arrivate le prime fotografie dallo spazio. Nemmeno queste però sono bastate a placarli: la prima è del 1946 ed è stata fatta attaccando una macchina fotografica a un razzo V-2. “Sono finte”, hanno detto.
Astronauti, cosmonauti, navicelle, Sojuz, Mir, Dragon, Skylab, Orion, Sputnik e poi i vari Apollo: tutta una carnevalata. E i milioni di miliardi usati dalla NASA, dai sovietici, dall’ESA per esplorare “la nuova frontiera” – come la chiamava Carl Sagan – e tutte le loro scoperte, ricerche, innovazioni sarebbero delle bufale? Yuri Gagarin, Buzz Aldrin, Alan Shepard, Guion Bluford e Sally Ride, si sarebbero inventati tutto? Sarebbero parte di un gioco di “coperture” fatte dai poteri forti? E quindi la cagnetta Laika non sarebbe morta a poche ore dall’entrata in orbita, ma avrebbe continuato a vagare per le strade di Mosca? Secondo i flat-earthers – i terrapiattai, potremmo chiamarli – è tutta una grande cospirazione, sì; un grande Truman Show in cui qualcuno per qualche motivo vuole farci credere che la Terra, e gli altri pianeti, siano sferici, ma in realtà non è così.
Qualche settimana fa l’organizzazione ha postato uno status sulla sua pagina Facebook che ha provocato l’ilarità del web: “The Flat Earth Society has members all around the globe”. L’altro giorno ha fatto invece notizia la decisione del sessantenne Mike Hughes, autista americano di limousine e convinto terrapiattaio, di lanciarsi con il suo razzo – ci ha speso circa 20,000$ – per arrivare abbastanza in alto da poter dimostrare che la superfice del nostro pianeta non è curva. Qualche giorno dopo però ha dovuto cancellare il lancio, gli sono stati bloccati dei permessi, e ha avuto dei problemi tecnici. Dice che posterà sul suo canale YouTube i progressi della sua crociata. Intervistato dall’Associated Press Hughes ha detto: “Non credo nella scienza. So qualcosa di aerodinamica e fluidodinamica, di come si muovono gli oggetti nell’aria, di alcune dimensioni di razzi, ugelli e propulsori. Ma questa non è scienza, sono solo formule. Non c’è alcuna differenza tra la scienza e la fantascienza”.
Hi Elon, thanks for the question. Unlike the Earth, Mars has been observed to be round.
We hope you have a fantastic day!
— Flat Earth Society (@FlatEarthOrg) November 28, 2017
Negli Stati Uniti, dove viene esaltata la libertà come bene supremo, bandiera utilizzata a più riprese per invadere altri Paesi e modificarne il sistema di governo – vedi: Cile, Afghanistan, etc. – si pensa si possa avere appunto la libertà di credere a quello che si vuole, anche davanti all’evidenza. Che s’incolpi questo meccanismo di pensiero, o il sistema scolastico, o la televisione in quanto cattiva maestra, il risultato non cambia. Ormai si è detto in tutti i modi: stiamo vivendo nell’epoca della post-verità. E il marzo scorso il TIME ha dedicato a questa domanda la sua copertina: “Is truth dead?”, riprendendo il design di quella del 1966: “Is God dead?”.
Con la morte della verità si intende l’incapacità di un fatto verificato, di un dato scientifico, di far cambiare idea a una persona convinta che la sua opinione sia verità assoluta. Questo fa nascere e nutre un meccanismo di illogicità che risulta lampante nelle cosiddette fake news e nella progressiva perdita di fiducia nei canali ufficiali e negli esperti; o, come fa Trump, porta a definire come notizie false quelle vere, e viceversa, in base a ciò che fa comodo al suo operato. Ed è proprio il presidente degli Stati Uniti ad aver guadagnato da questo fenomeno e – qualcuno dice – ad aver vinto grazie a questa “morte della verità”.
Secondo alcuni sondaggi il 6% degli statunitensi crede agli unicorni; il 7% crede che il latte al cioccolato provenga da mucche marroni; otto americani su dieci credono agli angeli; il 33% crede che l’uomo sia stato creato nella sua forma presente; ovvero, non “crede” nella validità delle teorie evolutive; così come il 33% è certo che esistano fantasmi e alieni. E poi ci sono persone convinte della coesistenza di homo sapiens e dinosauri, come Ken Ham, fondatore del museo creazionista in Kentucky, e convinto che i raptors siano stati uccisi per volere di Dio nel diluvio universale. Forse erano troppo grandi per l’Arca di Noè.
Considerati questi numeri, il fatto che qualcuno possa credere che la Terra sia piatta sembra meno sconvolgente. Ciò che non riesco a spiegarmi è perché mai un Potere Forte Occultatore, un Bildelberg, un Rettiliano, un Savio di Sion, o quello che preferite, potrebbe voler manipolare la verità sulla forma dei pianeti. Chi ci può guadagnare nel far credere alla maggioranza della popolazione che la Terra è sferica? Potrei accettare dei dubbi sull’allunaggio – a detta di molti era soprattutto una questione politica, una mossa per far vedere ai Russi che gli USA stavano vincendo la corsa spaziale. La teoria complottista più bella dice che Stanley Kubrick avesse lavorato sul set in cui scattarono le foto del finto arrivo sulla Luna e che nel corso della sua carriera avesse inserito dei suggerimenti sulla questione all’interno dei suoi film. I dubbi sulla forma della Terra invece mi sembrano inutili, all’interno di un gioco di potere e controllo verticale alla John Carpenter.
Forse queste persone, i forsennati del complotto a tutti i costi, vogliono continuare a crederci anche davanti all’evidenza, perché gli piace credere nelle assurdità. E se si divertono e non fanno male a nessuno, chi può condannarli? A me basta un meme per convincermi: se la terra fosse piatta i gatti avrebbero ormai buttato già tutto oltre il bordo.