L’attuale panorama mediatico e culturale è intrinsecamente segnato da una crisi della rappresentazione, dove l’imperativo della produzione incessante di “contenuto” è divenuto il motore di un sistema che pone la quantità e l’impatto narrativo al di sopra della verità e della complessità del reale. “Magic Farm”, l’ultimo film della regista e sceneggiatrice Amalia Ulman, offre un punto di osservazione cruciale su questa dinamica.