“Scienziati intelligenti contro politici ignoranti?”: si apre così un lungo post di Davide Barillari, grillino al secondo mandato alla Regione Lazio, una delle tante voci che si sono espresse sulla questione dei vaccini. Un dibattito che, intervento dopo intervento, è finito col frammentare la verità, corrompendo una discussione fondamentale a livello sanitario, sociale e comunitario. Lo scorso anno, il precedente ministro della Salute Beatrice Lorenzin aveva promosso un decreto, diventato poi legge, che ha portato all’introduzione di dieci vaccinazioni obbligatorie e gratuite. Oggi la questione è tornata alla ribalta per colpa – o merito, in base ai punti di vista – del Decreto Milleproroghe del governo grillo-leghista che, tra le altre cose, fa slittare l’obbligo di certificazione vaccinale per avere accesso ad asili nido e scuole materne.
Decisione che ha prevedibilmente scatenato la reazione di medici, Regioni, presidi e cittadini. Un problema così sentito da risvegliare pure il Pd, che ha lanciato una petizione contro il rinvio. Il clima creatosi attorno a una questione che sulla carta e a rigor di logica sarebbe piuttosto semplice, è sconcertante. Il Movimento 5 Stelle in particolare sta adottando posizioni sempre più confuse e preoccupanti sul tema vaccini, rendendo la faccenda un ammasso inestricabile di populismo, delirio di onniscienza e ignoranza. Nel post in questione, il Consigliere Regionale Barillari si scaglia contro il Sistema Complottistico dei Vaccini con alcuni grandi cavalli di battaglia del mondo No-vax: le crudeli multinazionali e le lobby del farmaco che ce li impongono per fare soldi, il popolo tenuto all’oscuro della verità e trattato come un gregge di pecore incapaci di prendere decisioni, la speculazione politica e della Kasta sulla paura e le malattie, lo Stato autoritario che prende decisioni al posto del povero cittadino indifeso. E ancora, il ministero che impone in modo tirannico il suo volere senza vagliare le infinite proposte o ricerche alternative, facendo forse riferimento a studi come quello di Davide Vannoni su Stamina – Barillari aveva chiesto a gran voce di sperimentare il metodo negli ospedali del Lazio – che si rivelò poi una colossale truffa.
Il Barillari pensiero è talmente scollegato dalla realtà che persino il suo supercapo, Davide Casaleggio, si è visto costretto a intervenire per prenderne le distanze, chiarendo via blog che “La linea del M5S sui vaccini è quella messa nero su bianco nel contratto di governo, votato dagli iscritti e portato avanti dal ministro della Salute Giulia Grillo.” Non che questo risolva granché la situazione: anche Giulia Grillo ha pensieri poco chiari in proposito. Da un lato, vorrebbe che i vaccini obbligatori restassero tali, dall’altro rinvia il divieto di accesso a nido e materne ai non vaccinati; mantiene l’autocertificazione, ma sospende una delle forme di sanzione per chi iscrive bambini non vaccinati, perché “la coercizione non può essere l’unico strumento a disposizione di uno Stato per raggiungere le ultime sacche di contrari.” Certamente non può e non deve esserlo. Ad esempio, si potrebbe cominciare contrastando coloro che fanno parte proprio del suo stesso gruppo parlamentare.
D’altronde, all’interno del Movimento 5 Stelle, circolano da sempre credenze “alternative” su svariati temi, dalle scie chimiche ai chip sotto pelle. Sentire però la vicepresidente del Senato italiano, Paola Taverna, dire che vaccinarsi equivale a essere marchiati come le bestie, e che per rendersi immuni basta andare a trovare i cuginetti malati, va ben oltre ciò che può essere ritenuto accettabile: dichiarazioni di questo tipo risultano lontane dall’attuale realtà scientifica e sembrano non tenere in considerazione anni di ricerca e di progresso. Per arginare il problema che nascerebbe dal contatto tra non vaccinati e bambini immunodepressi, il ministro della Salute suggerisce di creare classi separate: evidentemente non ha ben chiaro che l’istruzione scolastica dovrebbe proprio servire ad avvicinare il bambino a un’idea di comunità e incoraggiarlo a sviluppare le capacità cognitive e relazionali. Una segregazione interna non è una soluzione auspicabile – oltre a essere irrealizzabile.
Il fronte No-vax nasce nel 1988, ispirato dalle opere dell’ex-medico britannico Andrew Wakefield, in particolare a una pubblicazione menzognera che collegava l’insorgenza dell’autismo al vaccino trivalente, poi smentita. Nonostante questo, non sono forse ancora pronti a ripensare le loro posizioni, o quantomeno a evitare che queste interferiscano con le vite altrui. Non si fa in tempo ad approvare il decreto che già arrivano i primi casi di denunce contro ignoti che avrebbero “dimenticato” di avvisare di non aver vaccinato i figli, falsando le autocertificazioni. Oppure Bed&Breakfast che offrono sconti del 70%a chi non si vaccina, o ancora riaffiorano i ricordi dei Varicella Party per risolvere il problema tutti insieme appassionatamente, ammalandosi una volta per tutte di una malattia infettiva altamente contagiosa, ma per la quale il vaccino non è obbligatorio. Senza contare l’opposizione non propriamente politically correct nei confronti di chi sostiene con forza un pensiero diverso: dalle aperte minacce al virologo Pro-vax Roberto Burioni, ritratto sui social come prigioniero delle Brigate Rosse, a quelle affisse sulla vetrata della Clinica per Malattie Infettive di Udine, rivolte all’infettivologo Matteo Bassetti, colpevole di essersi pubblicamente schierato contro il rinvio della questione.
Meglio forse allora, pensa Grillo, chiarire finalmente che di morbillo si muore e qualcuno morirà, mettendoci l’anima in pace. Lei lo chiama “essere realisti”, ma sarebbe forse da definire miopia: non vedere una soluzione a portata di mano, girando la testa dall’altra parte.
Il risultato finale di tutto questo vocìo, di tutte le intricate riflessioni ed esternazioni sull’amletico dubbio Vaccino Sì/Vaccino no, è la perdita di credibilità della discussione. Una questione scientifico-sanitaria viene oggi trattata come un fatto opinabile, su cui chiunque può esprimersi e avere un’opinione. Se smettiamo di credere nella scienza e nel progresso, allora torniamo felicemente a un Medioevo ideologico. Se smettiamo di credere che esistano persone competenti a parlare di alcune specifiche questioni e altre no, perdono valore anni di studi e ricerche. Le lobby del farmaco non si combattono mettendo a rischio la vita di bambini innocenti e le dichiarazioni politiche non si lanciano come stelle filanti a Carnevale. Vero è che né la Lega né i Cinque Stelle, né i loro leader si sono ufficialmente schierati contro le vaccinazioni. Sono però colpevoli di aver creato questa confusione attorno al tema, alimentando le teorie del complotto che vedono il cittadino come vittima di una trappola allestita dai poteri forti. Allo stesso modo di come hanno trattato e deformato altri temi, immigrazione in primis. L’aver infilato un emendamento che rinvia di un anno l’obbligo di vaccinazione rende i due partiti al governo colpevoli di togliere centralità e rilevanza a una questione che la meriterebbe e che invece viene screditata da parole ignoranti e vaneggianti e sottovalutata.
Quelli scientifici sono princìpi indiscutibili, fino a prova contraria. Sono frutto di ricerche approfondite e attente, di anni di rilevamenti e indagini. Sono il sudato lavoro di chi ha scelto la ricerca – la medicina in questo caso – come mestiere, si è specializzato e vi ha dedicato tutta la vita. L’opinione dell’uomo della strada, così come dello specialista in un altro settore, non ha la stessa rilevanza. Non può e non deve averla. Nel Paese dei tuttologi, quello dove se non hai mai lavorato in vita tua finisci a fare il ministro del Lavoro, sembra che i politici ne sappiano sempre almeno tanto quanto i medici, gli economisti, gli architetti, gli investitori, i diplomatici, gli allenatori di calcio. Questo è l’errore. Non il porsi mai domande, convinti di avere la verità in tasca. Trasformare la disinformazione in una carta vincente. Perché non si tratta di un mero fatto di emendamenti: la questione vaccini è l’emblema di un modo di agire e pensare che, in questo più che in altri casi, può diventare incredibilmente dannoso.