Che l’erba del vicino ci appaia sempre più verde non è un fatto straordinario. La questione diventa interessante quando, invece di curare la nostra, in modo da reggere il paragone, iniziamo a sporcarla, a lasciarla seccare o a coprirla di cemento, convinti che non sia nemmeno degna di essere chiamata erba. A quel punto smettiamo di guardarla, e soprattutto smettiamo di usarla come termine di confronto. Qualcosa di simile accade oggi nel dibattito politico che, soprattutto dopo l’invasione russa dell’Ucraina, sembra aver esasperato un crescente fastidio verso ciò che potremmo definire la nostra casa: la comunità a cui apparteniamo. L’effetto...
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