Nel 1968 usciva uno degli album più influenti della storia, tra i primi a vendere più di un milione di copie, nonostante oggi sia sconosciuto ai più, al contrario di suoi contemporanei come l’album bianco dei Beatles o Beggars Banquet dei Rolling Stones. Nel lasso di tempo tra la Summer of Love e il festival di Woodstock, quando il panorama musicale era dominato dal folk e dalla cultura hippie, la compositrice Wendy Carlos, con una formazione musicale e di fisica alle spalle, mise da parte le chitarre acustiche per usare uno strumento del tutto innovativo, il sintetizzatore Moog, con cui creò Switched-On Bach, una rivisitazione elettronica del Terzo concerto brandeburghese del compositore tedesco. Un disco del genere non si era mai visto nella storia della musica: anziché suonare i consueti strumenti, Carlos riprodusse ciascun suono con quello che all’epoca era un enorme sintetizzatore analogico che occupava quasi tutto il suo studio. Nel 1969 Switched-On Bach vinse tre Grammy, tra cui quello per il miglior album di musica classica, e oggi è considerato il primo disco di musica elettronica ad aver raggiunto il grande pubblico, contribuendo alla diffusione dei synth, senza i quali non si sarebbe sviluppata la musica pop contemporanea. In quegli stessi anni, Carlos lavorò con Stanley Kubrick, per il quale realizzò le colonne sonore di Arancia meccanica e Shining, diventando così una delle compositrici cinematografiche più importanti della storia. In tutto questo, fu anche una donna transgender e tra le prime figure pubbliche a fare coming out come trans.
Nel 1968, quando compose e pubblicò Switched-On Bach, prodotto dall’amica Rachel Elkind, Carlos aveva cominciato la terapia ormonale da soli sei mesi. Le rivolte di Stonewall, alle quali si fa risalire la nascita del movimento di liberazione LGBTQ+, sarebbero cominciate soltanto l’anno successivo. All’epoca, nonostante le terapie ormonali e gli interventi di riassegnazione chirurgica del sesso venissero praticati già da anni, la condizione trans era estremamente stigmatizzata. Per questo motivo in molti sceglievano di vivere nell’ombra, senza rivelare la propria identità di genere. Gli anni Sessanta furono però anche segnati da grandi cambiamenti: da un lato, negli Stati Uniti la comunità cominciava ad autorganizzarsi con i primi consultori per la transizione e dall’altro, in televisione e al cinema cominciavano a comparire le prime personalità trans, come l’attrice e musa di Andy Warhol Holly Woodlawn, la Holly citata anche in “Take a Walk on the Wild Side” di Lou Reed. Nonostante questi primi tentativi di visibilità, per le persone comuni la prassi era quella di non rivelarsi pubblicamente come trans: farlo significava esporsi al pericolo di essere attaccate e prese di mira, a volte anche in modo violento, sia dai conservatori che dalle femministe trans-escludenti. Questa fu anche la scelta di Wendy Carlos, che infatti pubblicò Switched-On Bach e molti altri suoi album con il suo deadname, Walter Carlos, e continuò a presentarsi in pubblico vestita da uomo fino alla fine degli anni Settanta, mentre nel privato si esprimeva come donna.
Quando nel 1971 volò a Londra per incontrare Stanley Kubrick, che dopo il rifiuto di Ennio Morricone, cercava un compositore per Arancia meccanica, nessuno a parte la sua produttrice Rachel Elkind sapeva della sua transizione. Carlos si presentò al regista come Walter, in ambiti maschili e con tanto di barba finta anche se, come ricorderà poi la musicista, Kubrick era talmente concentrato sul proprio lavoro che non si accorse minimamente del travestimento né si sarebbe accorto poi della transizione. Dopo il primo incontro, i due si sentirono quasi esclusivamente per telefono, dato che Carlos viveva negli Stati Uniti e Kubrick non prendeva aerei. L’incontro con il regista fu però felice, anche se come racconta la stessa Carlos sul suo sito, fra di loro nacque subito un rapporto di amore-odio. Essendo entrambi perfezionisti fino all’esasperazione e avendo un carattere difficile, gli scontri non furono rari, tanto che dopo l’uscita di Shining, nel 1980, la compositrice giurò che non avrebbe mai più lavorato col regista.
Nella composizione della colonna sonora di Arancia meccanica, Carlos mise a frutto l’esperienza di Switched-On Bach, questa volta creando la versione elettronica delle musiche di Ludwig van Beethoven. Nonostante le difficoltà nella lavorazione, che portarono il regista a scegliere molti dei brani originali anziché i loro rifacimenti, la colonna sonora fu comunque un successo. “Il dono di Carlos”, scrisse Don Heckman sul New York Times, “potrebbe essere descritto come quello della ri-composizione. Prevede l’utilizzo di musica già esistente come punto di partenza per esperimenti contemporanei nella colorazione, nel cambio di timbro e nel riequilibrio delle singole parti. Questo processo è estremamente complesso e in genere non ha il riconoscimento che merita”.
Carlos pubblicò altri album come Walter: The Well-Tempered Synthesizer nel 1969; Sonic Seasonings nel 1972, considerato fra i primi esempi di musica ambient; Switched-On Bach II nel 1973 e By Request nel 1975. Per i successivi quattro anni sparì dalle scene, dedicandosi al suo hobby, la fotografia di eclissi, e viaggiando per tutto il mondo. Tornò poi nel 1979 con un gesto rivoluzionario: in un’intervista per Playboy, fece coming out come donna trans. Scelse questa rivista perché “si è sempre occupata di liberazione e io sono ansiosa di liberarmi”. Le domande dell’intervistatore, come ha riconosciuto lo stesso Playboy quarant’anni dopo, sono davvero problematiche, ma Carlos fu brava nel rispondere con grande chiarezza e preparazione: “Vorrei che la parola ‘transessuale’ non fosse la più utilizzata. ‘Transgender’ fornisce una descrizione migliore, perché la sessualità in sé e per sé è solo uno dei fattori nello spettro dei sentimenti e dei bisogni che mi hanno spinta a compiere questo passo. […] È importante differenziare tra la preferenza sessuale, che può essere eterosessuale, bisessuale o omosessuale, e la transessualità, che riguarda invece l’identificazione in un genere”. Carlos spiegò di essere rimasta nel closet per molti anni per paura di essere percepita come “cattiva in termini morali e malata in quelli medici”, oltre che di non essere più presa sul serio come musicista.
Il coming out di Wendy Carlos, in realtà, non cambiò molto della sua percezione come artista: “Il pubblico si è rivelato incredibilmente tollerante o, se vuoi, indifferente”, disse in un’intervista a People nel 1985. “Non c’era bisogno di tutta questa farsa [cioè continuare a vestirsi da uomo]. Si è rivelata uno spreco mostruoso di molti anni della mia vita”. Dal 1978 Carlos cominciò a firmare i restanti sette album della sua carriera con il nome d’elezione Wendy, e a presentarsi in pubblico come donna. Nel 1980 Stanley Kubrick la ricontattò per lavorare alla colonna sonora del suo nuovo film, Shining. Come nel caso di Arancia meccanica, il regista alla fine scelse solo due dei numerosi brani composti da Carlos, tra cui l’iconico “The Shining (Main Title)“, che accompagna quelli che sono considerati i titoli di testa più belli della storia del cinema. Anche in questo caso la compositrice partì dalla musica classica, in particolare dall’ultimo movimento della Sinfonia Fantastica di Hector Berlioz: “Sogno di una notte di sabba”. Per l’occasione, Carlos e Elkind costruirono con l’aiuto di Robert Moog (inventore dell’omonimo sintetizzatore) anche un nuovo strumento, il Circon.
Nel 1982 Carlos fu chiamata a comporre un’altra colonna sonora, quella del film di fantascienza Tron. In quel momento, la Disney stava attraversando un ventennio di profonda crisi, cominciato con la morte di Walt Disney nel 1966 e terminato con il cosiddetto “Rinascimento Disney”, nel 1989. Quello degli anni Ottanta fu il decennio più difficile, nel quale la casa di produzione tentò la strada del cinema d’avanguardia, producendo film molto particolari, tra cui appunto Tron. Per questo motivo il regista Steven Lisberger scelse un’artista atipica come Carlos per la colonna sonora. “È stata la quantità di lavoro più impegnativa e meglio confezionata che abbia mai compiuto nella mia vita, sia da un punto di vista tecnico che artistico”, ammise la musicista. “Ho dovuto sbrigarmela da sola [il sodalizio con Rachel Elkind era infatti terminato]. Nonostante tutto, non mi sono mai affidata a soluzioni semplici o compromessi”. Carlos compose musiche originali per la filarmonica di Londra, sempre combinandole con i synth, sia analogici che digitali. Nel 2010 Disney ha prodotto il reboot del film Tron Legacy, la cui colonna sonora è stata composta dai Daft Punk, che hanno sempre riconosciuto Wendy Carlos come la loro maestra.
Nel 2005, Switched-On Bach è stato aggiunto alla Library of Congress come documento di rilevanza storica. Nella scheda di motivazione, il musicologo Louis Niebur ha scritto: “Lei, più di chiunque altro, è responsabile per aver abituato il pubblico americano al suono del sintetizzatore, dimostrando agli amanti della musica che l’elettronica non appartiene solo ai film dell’orrore o di fantascienza, ma che anch’essa può trasmettere un senso di modernità e bellezza”. Da molti anni Wendy Carlos è sparita dalle scene ed è dal 2007 che non rilascia più interviste. Con lei, anche la sua musica è diventata sempre più difficile da trovare, nonostante abbia un valore artistico e storico importantissimo, preziosa e ritirata come le eclissi che tanto amava fotografare. Oltre a essere una pioniera della musica elettronica, Carlos è stata anche un’icona di libertà: “Quando Switched-On Bach uscì stimolò reazioni forti. Quelli che erano a proprio agio con tutte le forme della musica, quelli che erano aperti a nuove variazioni, lo amarono”, disse nella famosa intervista a Playboy. “Anche la transessualità è una situazione che suscita emozioni e azioni, perché tende a polarizzare le persone sulla base della loro apertura nei confronti della sessualità e dei diritti umani. In entrambi i casi, non ci sono vie di mezzo”.