Matilda De Angelis, vera outsider, ha mostrato che è ora di lasciare spazio ai giovani. Anche in tv. - THE VISION
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Nonostante le polemiche della scorsa edizione, anche quest’anno al Festival di Sanremo le donne hanno un ruolo gregario. Una scelta che non va solo in controtendenza rispetto ai tempi che corrono ma anche alle edizioni passate. 

Se il ruolo storico della valletta potrebbe sembrare puramente ornamentale, per molte ha rappresentato un trampolino di lancio: Milly Carlucci, Alba Parietti, Sabrina Ferilli, Veronica Pivetti, hanno tutte calcato il palco dell’Ariston, sfruttando l’occasione per farsi conoscere dal grande pubblico. Per questo il ruolo di valletta a Sanremo è sempre stato molto ambito, e il toto nomi  su chi avrebbe dovuto affiancare il conduttore è sempre stato seguito tanto quanto quello dei big in gara o degli ospiti internazionali. Con l’inizio del nuovo millennio anche il Festival di Sanremo si è dovuto adeguare e lo storico ruolo di valletta è diventato quello di co-conduttrice con le donne all’Ariston che finalmente non si limitavano ad affiancare il conduttore, ma avevano lo spazio per traghettare la kermesse. E dopo la fallimentare edizione condotta da Simona Ventura nel 2004, anche per quello che la conduttrice definì un vero e proprio boicottaggio da parte delle case discografiche, Antonella Clerici, nel 2010, aveva dimostrato di poter condurre da sola l’evento in modo eccellente. 

Raimondo e Veronica Pivetti (a sinistra) alla 48a Edizione del Festival di Sanremo

Con l’arrivo di Amadeus nel ruolo di conduttore e direttore artistico del festival, però, le donne a Sanremo hanno fatto di nuovo un passo indietro. Come lo scorso anno, anche per il 2021 si è scelto di affiancare ai conduttori uomini una donna diversa ogni sera. Un turn over che se da un lato garantisce a più donne di salire sul palco, dall’altro concede loro poco tempo per farsi apprezzare e conoscere dal pubblico a casa. La conduzione rimane affidata a due uomini, uno con il ruolo di conduttore classico della kermesse, l’altro con quello di alleggerire la liturgia con numeri e sketch. La prima ad affiancare Amadeus e Fiorello nella serata di martedì è stata l’attrice Matilda De Angelis. Venticinque anni, bolognese, ha già una carriera di tutto rispetto tra produzioni italiane e internazionali, ultima in ordine di tempo The Undoing, una serie HBO in Italia su Sky, che l’ha vista recitare a fianco di Hugh Grant e del premio Oscar Nicole Kidman. 

Futura protagonista di una nuova co-produzione internazionale, stavolta per Rai 1, Matilda De Angelis ha dimostrato di avere le carte in regola per tenere il palco: ha cantato, recitato, condotto, dimostrando di essere un’artista completa dai tanti talenti.  Appassionata di musica, prima di diventare un’attrice faceva infatti parte di un gruppo, i Rumba de Bodas, con cui ha girato l’Europa a bordo di un furgoncino, e non ha paura di esporsi, come dimostra la foto senza trucco condivisa alcune settimane fa sui social, dove ha spiegato di soffrire di un serio problema di acne, tema su cui è tornata anche nelle interviste che hanno preceduto il suo arrivo all’Ariston. 

Matilda De Angelis

Forse in altri tempi le cose sarebbero andate diversamente: Pippo Baudo le avrebbe chiesto di affiancarlo per tutte le serate insieme a un’altra artista, Claudio Baglioni le avrebbe dato il ruolo che ha affidato a Virginia Raffaele o a Michelle Hunziker, che avevano di fatto il timone della conduzione mentre a lui erano affidati i momenti musicali. Questo non ci è dato saperlo. Quello che sappiamo è che mentre la donna è mobile e le co-conduttrici si alterneranno, Amadeus ha scelto come presenza fissa, oltre a Fiorello e Achille Lauro, l’attaccante del Milan Zlatan Ibrahimović. Una scelta che ha fatto storcere il naso a molti, ma non al Corriere della Sera che di Ibrahimović scrive: “uno che si sente Dio […] e gioca a fare il padrone di casa” dandogli un bel 7,5 in pagella. Mentre per Matilda De Angelis il giudizio è a dir poco tiepido: “fatica a mantenere l’emozione e arriva col fiatone. Dopo mezzanotte si scioglie e diventa spigliata”, beccandosi la sufficienza.

Achille Lauro sul palco del teatro Ariston, 71a Edizione del Festival di Sanremo, 2021

L’anno scorso, la prima serata di Sanremo vide nel ruolo di co-conduttrice la giornalista Rula Jebreal, che commosse la platea del Festival con un monologo in cui raccontava la violenza subita. In un’edizione segnata dalle polemiche sulle parole di Amadeus, parlare di femminicidio, maternità e rappresentazione, fu per gli autori di Sanremo la giusta compensazione alle uscite infelici del conduttore. Di fatto si relegava ancora una volta la donna a un ruolo sacrificale, quello di vittima, quando è evidente che il percorso verso la parità deve vedere anche le donne in posizioni di potere, e in televisione avere il potere si traduce anche nel prendersi la scena mostrando il proprio talento, qualsiasi esso sia. Lo ha fatto durante la seconda serata Elodie Di Patrizi, che ha raccontato la sua storia di riscatto partita dal Quartaccio, periferia di Roma, per arrivare a essere una delle cantanti più amate della scena pop italiana, già l’anno prima in gara sul palco di Sanremo. Ma lo ha fatto anche con un’esibizione degna di una star internazionale capace di combinare presenza scenica, vocalità e glamour. 

Elodie sul palco del teatro Ariston, 71a Edizione del Festival di Sanremo, 2021

Quest’anno, con Elodie e Matilda De Angelis, abbiamo visto che le donne non sono solo vittime ma possono essere, anzi, devono essere, anche protagoniste. Il punto non è se qualcuno glielo lascia fare, il punto è che queste donne devono prendersi la scena. Di fatto per De Angelis è stato così, con buona pace delle firme del Corriere della Sera, e forse il Festival di Sanremo aveva più bisogno di Matilda De Angelis di quanto Matilda De Angelis avesse bisogno del Festival. Da una parte c’è una giovane donna in ascesa, dall’altra una manifestazione che fatica a trovare il giusto equilibrio tra passato e presente.

Se la scelta degli artisti in gara apre alla contemporaneità, l’impostazione della kermesse televisiva è ancora un pesante carrozzone a trazione maschile. Mentre avremmo bisogno di un Sanremo leggero, anzi leggerissimo, insomma un Sanremo che assomigli a Elodie e Matilda De Angelis.

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