È finito il mito dell’eroe solitario, l’innovazione deve partire da un gesto corale - THE VISION
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Viviamo in un’epoca che ci ha profondamente convinti che dobbiamo saper fare tutto, e dobbiamo saperlo fare da soli, senza chiedere aiuti esterni. Un po’ a causa di una spinta piuttosto brutale alla competizione individuale, che vedeva, e vede, nella condivisione dei saperi acquisiti e del know how, un possibile punto di debolezza, abituati come siamo stati a sospettare di tutti, ad avere paura di un possibile tradimento, a essere vittime di una possibile fregatura. Ciò che ci conquistiamo è solo nostro, e connesso alla paura atavica di essere derubati di qualcosa. A questo si affianca il triste dato di fatto per cui oggi è particolarmente difficile ottenere aiuti concreti, condividere i compiti, cooperare. Il chiedere aiuto è ancora legato a un fortissimo stigma di insufficienza e debolezza. E in ogni caso, anche se lo si supera, poi trovare qualcuno effettivamente disposto a dartelo è spesso impossibile. È come se si fosse interrotto questo meccanismo fondamentale alla base della cultura e della società umana.

In uno scenario del genere diventiamo monadi, disperse nel mondo, sconnesse da qualsiasi rete, nodi aggrovigliati su se stessi senza un punto di ancoraggio, possiamo essere monadi più forti o più fragili, ma sempre monadi restiamo, in un circolo vizioso difficile da interrompere. L’individualismo appare così come l’unica risposta possibile. Ci siamo convinti (sulla scia della narrazione anni ‘80 e ‘90), anche per sopravvivere in qualche modo e provare a crescere, che davvero basti la forza del singolo, il talento brillante e isolato, l’imprenditore-eroe o il creativo-genio, che basti riuscire a essere abbastanza qualcosa per farcela, per cambiare le cose. Ma non è mai stato così, e oggi lo è ancora meno. A sottolinearlo è la quarta edizione del Tech.Emotion Summit, che si terrà il 28 e il 29 maggio 2025 alla Triennale di Milano. Un evento organizzato da Emotion Network, in collaborazione con il Corriere della Sera, per lavorare alla costruzione di una nuova narrazione del progresso, capace di mettere l’ecosistema al centro, e non l’ego.

Il titolo scelto per quest’anno è emblematico: “La Sinfonia degli Ecosistemi”, proprio perché oggi non basta innovare, bisogna farlo insieme, integrando tecnologie, culture, saperi e risorse. È sempre più chiara infatti la necessità di un pensiero sistemico, che riesca a tenere insieme diversi temi apparentemente ai lati opposti di uno stesso discorso, la sostenibilità con la crescita, l’umanesimo con l’intelligenza artificiale, la ricerca con la creatività, la finanza con l’inclusione. Serve, insomma, un linguaggio nuovo – che sia capace di unire, e non dividere, dato che è proprio il linguaggio il veicolo principale dei nostri scambi e delle nostre relazioni, il modo in cui iniziamo a dare forma al mondo e alla nostra identità, a noi stessi.

“Il Tech.Emotion Summit è il momento più importante dell’anno per noi,” dichiara Mattia Mor, Founder & CEO di Emotion Network, “in cui si concretizzano i pensieri, le parole e il lavoro con l’incontro reale di tutti coloro che partecipano attivamente o meno a un progetto così ambizioso. Nessuno può avere un impatto, effettivo ed efficace, sul mondo da solo e per questo investiamo ogni anno su questa condivisione. Il cuore della nostra missione è raccontare storie, creare connessioni e diffondere un modello di evoluzione e sviluppo attraverso strumenti culturali come film, serie, documentari, podcast ed eventi come questo.” In un mondo attraversato da crisi interconnesse – ambientali, sociali, economiche – la retorica della competizione sfrenata non può più reggere, ormai ne sono evidenti tutti i limiti, e il Summit lo ribadisce chiaramente: la qualità delle connessioni è più importante della forza dei singoli, è necessario creare una rete, di nodi interconnessi. E non si tratta solo di buoni e ambiziosi propositi, ma di una visione concreta e strutturata, che nei due giorni dell’evento vedrà alternarsi 36 speaker, con più di 700 ospiti tra figure apicali di aziende europee e founder delle migliori società e startup italiane ed europee, fondi di venture capital e private equity, family office, investitori privati e business angel provenienti da oltre 30 diversi Paesi da tutta Europa, Stati Uniti, Cina, India e Sud Est Asiatico.

Tra i nomi già confermati degli speaker: Callum Adamson, CEO di Applied Computing; Eileen Akbaraly, designer e fondatrice di Made For A Woman; Maria Anghileri, presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria; Luca Lisandroni, AD di Brunello Cucinelli; Valentina Gottlieb, imprenditrice e attivista ambientale in qualità di Goodwill Ambassador per SEA BEYOND, il programma educativo del Gruppo Prada in collaborazione con la Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’UNESCO; Alfredo Altavilla, presidente esecutivo di ITA Airways e presidente di Recordati, nonché da settembre nominato Consigliere Speciale per il mercato europeo di BYD, rafforzando l’impegno strategico dell’azienda nell’espansione della sua presenza in uno dei mercati più cruciali a livello mondiale; Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema; Jack Savoretti, cantautore; Timothy Shriver, chairman di Special Olympics e fondatore di UNITE; e molti altri ancora. Una lista eterogenea e internazionale che restituisce l’ampiezza della visione ecosistemica promossa da Tech.Emotion. “È un’occasione unica per connettere persone da tutto il mondo – imprenditori, investitori, creativi, innovatori – e raccontare al mondo una visione italiana del progresso, dove tecnologia, cultura, investimenti e umanesimo si uniscono, facendo luce sull’essere umano e ponendolo al centro,” prosegue Mor. “Questa quarta edizione è la più ambiziosa: con più ospiti, più speaker, più partner, insomma più persone con cuore e mente pulsanti”.

Non è un caso che l’Italia sia al centro di questa narrazione. Da sempre terra di contaminazioni e creatività, culla dell’umanesimo e dell’Università, oggi ha bisogno di riconoscere il suo potenziale in un panorama globale dove l’innovazione è spesso appannaggio dei grandi player esteri. “Vogliamo svelare e riconfermare che l’Italia ha tutte le carte in regola per giocare un ruolo da protagonista nello sviluppo globale, pur dovendo ampliare gli investimenti in ricerca ed innovazione all’interno dell’ecosistema europeo,” ribadisce Mor. Ma cosa vuol dire davvero creare un ecosistema? Lo spiega Karin Fischer, co-founder di Emotion Network: “Un ecosistema trascende i confini settoriali: è un insieme dinamico di nodi e connessioni che cercano costantemente un equilibrio armonico per generare crescita e sviluppo. La sua forza risiede nella qualità delle relazioni, nella capacità di ascolto reciproco e nella tensione condivisa verso un obiettivo comune – per noi, sbloccare il potenziale umano”.

È proprio questa la sfida che l’evento intende lanciare: mettere l’essere umano al centro del cambiamento. Non l’automazione fine a sé stessa, non l’algoritmo come idolo, ma la tecnologia al servizio di una visione etica e inclusiva. “La sfida si fa ancora più articolata – conclude Mor – in questo periodo storico in cui l’intelligenza artificiale generativa inizia ad impattare sulla vita di molti, motivo per cui è ancora più urgente sostenere le persone, sia giovani che adulti, nel trovare uno scopo nel proprio percorso, personale e professionale”. Parole che trovano eco anche nella visione di Angelo Moratti, Chairman di Angel Capital Management, che sottolinea la necessità di affiancare al progresso tecnologico una vera visione politica e culturale: “Il Summit si configura non solo come un’opportunità di confronto, ma come un’urgenza politica e culturale. Il progresso tecnologico, se lasciato privo di una visione etica e di un quadro regolatorio solido, rischia di amplificare disuguaglianze, alimentare conflitti di interesse e compromettere la tenuta democratica delle nostre società. È necessario smettere di celebrare l’innovazione come un fine in sé e iniziare a interrogarsi, con lucidità e coraggio, su chi la guida, a quale scopo e con quali conseguenze. Solo un dialogo franco tra istituzioni, industria e società civile può evitare che l’IA diventi uno strumento di potere concentrato anziché un bene condiviso”.

Tech.Emotion, infatti, vuole dimostrare di non limitarsi alla teoria: ogni dettaglio è pensato per generare impatto reale, e quest’anno, grazie alla collaborazione con Plastic Bank, ogni partecipante riceverà un Certificato di Compensazione Plastica, frutto del recupero e riciclo di plastica dalle coste vulnerabili del mondo. Un piccolo gesto profondamente simbolico che trasforma la partecipazione a un evento in un atto concreto di “prosperità condivisa”. Il Summit d’altronde è solo la punta di un progetto molto più ampio. Emotion Network, infatti, è un’azienda media ed edtech che lavora da anni alla convergenza tra narrazione, formazione e innovazione. La piattaforma TechEmotion.com, la produzione di documentari, serie, podcast e la membership internazionale del Tech.Emotion Club sono infatti strumenti per portare avanti una missione molto chiara: ispirare, educare e costruire una cultura dell’innovazione umana, accessibile e condivisa. “Tech.Emotion Summit è questo,” conclude Mor, “credere nelle potenzialità di ognuno e permettergli di liberarle”. In un’epoca in cui tutto ci spinge a correre da soli, il Summit ci ricorda che solo insieme possiamo andare lontano e fare la differenza. E che, come in una sinfonia, ogni voce conta.


Tech.Emotion, summit internazionale dedicato alla valorizzazione del potenziale dell’Italia, è organizzato da Emotion Newtork – la media company fondata a Milano da Mattia Mor, Karin Fischer, Gianluca D’Agostino, Massimo Redaelli, Alec Ross, Claude Finckenberg e Thomas Schneider, con Milano Investment Partners Founding Partner della società – insieme al Corriere della Sera. La nuova edizione, “The Symphony of Ecosistems”, si terrà a Milano il 28 e il 29 maggio.

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