Sempre più spesso capita di sentire accese discussioni tra gli amanti della montagna, e sempre più spesso, come ormai sembra accadere endemicamente in tutti gli ambiti di confronto, la dialettica diventa progressivamente più tranchant e polarizzata, come se non fossimo più disposti a trovare una sintesi, ma volessimo imporre a tutti i costi una visione, che si fa sempre più astratta e idealizzata e rigida per apparire più forte e radicale. Così, ancor più che al mare, la montagna si fa luogo di scontro di opinioni, sia tra i suoi abitanti autoctoni che tra i suoi appassionati frequentatori, tra chi farebbe saltare le stazioni sciistiche e gli impianti di risalita, e chi invece porterebbe su tutti in elicottero, tra chi è consapevole che senza turismo non è facile sostenere un certo tipo di economia e chi invece vorrebbe rivoluzionare completamente questo settore, tra chi pur di sperimentare l’adrenalina della velocità e del panorama scia sull’erba o scende in mountain bike, e chi anche d’inverno per limitare il proprio impatto risale i pendii attrezzato di pelli, tenacia e pazienza. Come in tutte le cose, probabilmente la verità sta nel mezzo, così come la quadra per ottenere effettivamente un cambiamento positivo. Inutile trincerarsi dietro assolutismi e gatekeeping controproducente, fondamentale anche in questo caso è la sensibilizzazione e l’educazione, che si fa sia a livello teorico, certo, ma anche – e forse soprattutto – pratico, sul campo, magari grazie a guide, maestri, gruppi e comunità.
È in questo scenario che si inserisce il progetto Mountain Progress Lab, inaugurato questo inverno in occasione della seconda edizione dell’evento “Campioni in pista” firmato Ducati – premium brand di Audi AG – e di cui il recente week end Mountain Beat è stato un ulteriore step. Questo progetto sperimentale, sviluppato in Trentino da Audi insieme all’Azienda per il Turismo di Madonna di Campiglio e ad altri enti territoriali, con il contributo scientifico di H-FARM – piattaforma d’innovazione internazionale che fa dialogare professionisti del digitale, imprenditori e studenti, partner di Audi dal 2016 – e dell’Università di Trento, punta a far evolvere ulteriormente l’integrazione tra la casa dei quattro anelli e Madonna di Campiglio, con l’obiettivo per i prossimi anni di sviluppare un ecosistema di mobilità sostenibile sull’arco alpino, parte del Piano strategico dell’Azienda per il Turismo della famosa località turistica, alla quale Audi è legata da una partnership fondata su comunione di valori relativi al rispetto dell’ambiente che dura ben da undici anni, per un approccio sistemico e multidisciplinare al territorio. L’ambizione è di sviluppare una sensibilità comune verso gli asset da tutelare per una nuova interpretazione del vivere la montagna, promossa da un’ottica del tutto innovativa.
Grazie all’approccio sistemico sul territorio e al coinvolgimento di interlocutori qualificati, Audi sta supportando la roadmap di Madonna di Campiglio con una nuova progettualità, sviluppata grazie a uno stretto gioco di collaborazioni, che punta a far evolvere ulteriormente l’integrazione tra l’azienda e la località. Campiglio rappresenta infatti un campo-base ideale in cui sviluppare un laboratorio in grado di generare consapevolezza ambientale, implementare misure a salvaguardia del luogo e reinterpretare la vocazione dell’ambiente superando quella esclusivamente turistica. L’idea è di proporsi non solo come frequentazione turistica, ma anche come luogo ideale in cui stare e vivere, svolgendo le proprie quotidiane attività lavorative, incentivando gli smart worker e offrendo un miglioramento della qualità della vita locale, innescando una vera e propria rigenerazione territoriale e rendendo Madonna di Campiglio una “e-Destination”, ovvero una località in grado di rinnovare e innovare le modalità di relazione tra essere umano e ambiente, con un focus particolare sulla mobilità sostenibile. La località montana mira così a diventare una destinazione in grado di elaborare e interpretare i dati rilevati per prendere decisioni più consapevoli ed efficienti nella gestione dei flussi turistici, sviluppando un turismo più diffuso nel tempo e nello spazio che valorizzi l’intera stagionalità annuale e i luoghi lontani dai percorsi abituali.
Cogliendo l’istanza di mettere al centro l’unicità del contesto naturalistico e la varietà di esperienze che si possono svolgere sul territorio, attraverso un innovativo metodo di monitoraggio del territorio, una flotta BEV di Audi Q4 e-tron – il SUV compatto full electric dei quattro anelli – appositamente equipaggiata con rilevatori mobili, e a disposizione di appassionati e turisti, diventa un vero e proprio termometro ambientale in grado di suggerire misure per la tutela del territorio e di generare consapevolezza nel pubblico. Attraverso sensori specifici le auto rilevano alcuni indicatori fondamentali sullo stato di salute dell’ambiente, come l’evoluzione delle temperature, l’andamento barometrico, l’umidità dell’aria, la presenza di biossido di azoto, la concentrazione di polveri sottili (PM2.5 e PM10), e i flussi dei veicoli. Dati che integrano le informazioni raccolte da sensori fissi collocati lungo le “eco-routes”, aree campione del territorio definite insieme alla località e monitorate nel periodo tanto invernale quanto estivo: Colarin – Centro; Smart Hub – Patascoss; Smart Hub – Malghette; Smart Hub – Vallesinella.
Oltre ai dati ambientali, le Audi Q4 e-tron appositamente allestite raccoglieranno informazioni in merito ai comportamenti dei singoli attraverso un’esperienza interattiva contestuale al percorso in auto. Cittadini e turisti, chiamati attivamente a partecipare diventando attori e promotori del cambiamento, durante i loro viaggi in elettrico si confronteranno con l’Artificial Intelligence a bordo lasciando traccia di abitudini, stili di vita e percezioni della sostenibilità. Al momento grazie ai partecipanti sono state raccolte 200 ore di rilevazione per testare i 24 sensori mobili e raccogliere i primi dati da analizzare; 8.800 i chilometri percorsi principalmente sulla tratta Laghetto-Patascoss; 7.490 i valori puntuali che forniscono una lettura di temperatura, umidità, NO2, PM2.5, PM10 e pressione; 1.070 i valori geolocalizzati di qualità dell’aria. E durante l’estate sono previste altre 30 giornate di rilevazioni. I risultati, rielaborati tramite una dashboard appositamente sviluppata, verranno poi restituiti a ottobre. È così che si traduce l’impegno della tecnologia a servizio della comunità, in un’ottica che alla base resta profondamente umanistica.
A questo proposito, visto che la comunità ha sempre bisogno di una matrice in cui incontrarsi, in cui generarsi e in cui abitare, l’esperienza di mobilità elettrica lungo le eco-routes – che si integra nel sistema di mobilità alternativa già previsto sul territorio – ha come punto di partenza il nuovo smart hub, nei pressi del Laghetto di Campiglio. Uno spazio polifunzionale, oltre che una vera e propria charging station a 360°, pit stop principale delle eco-routes. Luogo aperto per lo smart working in località, dotato di una stazione di ricarica ad alta potenza Ewiva. Questo ulteriore charging point andrà a integrarsi con l’elettrificazione già attivata sul territorio: nell’area di Campiglio e Pinzolo sono infatti oggi presenti ben 5 stazioni di ricarica tra colonnine Enel X Way e Audi recharge a disposizione dei clienti e di tutti i possessori di vetture elettriche.
Ma al di là dei dati, Audi sa bene che per coinvolgere il grande pubblico e sensibilizzare è necessario accompagnare a scienza, tecnologia e innovazione anche emozioni e sentimenti, così come figure tangibili ed esemplari, come il suo ambassador Sebastian Copeland. Così, a dar voce e ad amplificare la portata del Mountain Progress Lab avvicinando il pubblico al progetto e ai suoi output c’è Hervé Barmasse, grandissimo alpinista italiano di quarta generazione, insegnante di sci e snowboard, guida alpina e formatore di guide, che farà da protagonista e narratore dei vari episodi che supporteranno le tematiche individuate dal progetto, di volta in volta accompagnato da autorevoli figure di rilievo. Mountain Progress Lab appare quindi un’occasione preziosa per generare nuove idee e proposte, coinvolgendo tutta la comunità. Le evidenze ricavate e le azioni intraprese a livello locale grazie alla lettura dei dati verranno infatti rese disponibili agli utenti con cadenza periodica su di una piattaforma digitale, facilmente consultabile online.
Esperienze come questa possono davvero rappresentare dei progetti pilota, degli esempi di elevata qualità da cui prendere spunto e lasciarsi ispirare in maniera sistematica e ragionata. Il progetto vuole infatti essere un termometro socio-ambientale, in grado di suggerire in tempo reale azioni concrete e misure precise e coordinate per tutelare il territorio, invece di attendendere l’espressione compiuta e talvolta irrimediabile dei sintomi di dinamiche deleterie. È necessario infatti prevedere e prevenire, non si può più aspettare che il peggio si manifesti, perché giorno dopo giorno c’è la reale possibilità di generare e diffondere consapevolezza nel pubblico. Audi lo sa bene, e risponde alla responsabilità e al potere positivo che ha nel mondo come brand di altissima fama, impegnandosi a incentivare in maniera attiva progetti innovativi e mettendo a disposizione delle comunità il proprio know how, dando una nuova interpretazione del vivere la montagna, considerandola non come una parentesi esotica della nostra vita, ma come parte integrante di essa, così come degli equilibri dell’intero pianeta.