L’Italia per molti aspetti è un Paese statico, apparentemente addormentato, eppure, chiunque la conosca sa che sotto la superficie esiste un ambiente fervido, vibrante, in continuo movimento, ricco di idee e visioni, di cui però riesce a realizzarsi – spesso con grandi risultati – solo una piccola parte. I capitali sono spesso raccolti e messi al sicuro in fondi che equivalgono ai materassi del passato o in beni immobiliari, gli stipendi non si muovo nonostante l’inflazione, l’ascensore sociale sembra essersi bloccato e riuscire a migliorare la propria condizione economica di partenza in molti casi risulta enormemente difficile, per non dire impossibile. Eppure non esistono destini tracciati dall’alto, e ci sono realtà che con impegno, immaginazione, passione e tenacia ci ricordano che collettivamente si può riuscire a cambiare il mondo, aprendo un reale dialogo, trasversale e intergenerazionale.
L’Italia, pur essendo ricca di potenziale, spesso non gli dà l’importanza che merita, non lo riconosce, anzi, per certi aspetti lo cela, come quando una persona non usa mai un bell’oggetto che per qualche motivo è entrato in suo possesso per paura che glielo rubino, e così non ne gode mai. Emotion Network è nata proprio per cercare di riattivare il nostro sistema socio-economico, riconnettendo l’economia reale alla finanza, attraverso l’innovazione tecnologica e la riscoperta dei valori umanistici, così come dell’uguaglianza, della parità, della democrazia, dell’armonia e dell’inclusività, non solo sfoggiati come belle parole, ma incarnati nella propria visione. Questo potenziale, infatti, se fatto sbocciare potrebbe aprire tante occasioni per tutti, ma affinchè ciò avvenga è necessario considerare la popolazione nella sua interezza.
Emotion Network è una piattaforma globale di imprenditori e investitori con la visione di riportare l’essere umano e le sue emozioni al centro del capitalismo, per sbloccare lo sviluppo economico italiano, consapevoli delle grandi potenzialità del nostro Paese. La media company è stata fondata da Mattia Mor (AD), Alec Ross (Presidente), Karin Fischer, Gianluca D’Agostino, Massimo Redaelli, Claude Finckenberg e Thomas Schneider, con Milano Investment Partners come Founding Partner della società. Emotion Network persegue i suoi obiettivi attraverso la produzione di contenuti – come film, serie, docu-film e docu-serie, podcast – e l’organizzazione del Tech.Emotion Summit – il cui primo appuntamento è avvenuto a giugno a Milano – in cui innovazione, tecnologia e business si uniscono a emozioni, creatività e cultura.
Per riuscire a ottenere questo risveglio, le tecniche che propone – quasi come dei punti cardinali grazie a cui orientare il proprio cammino – sono “unlock italian potential”, “empower human potential”, “boost the ambition”, e infine, i “Sustainable Development Goals” dell’Onu. Se le risorse e gli strumenti restano inutilizzati perché confinati in poche mani e bloccati dalla paura del fallimento, il loro potere non può manifestarsi e chi non riesce ad accedervi si sente impotente. Anche questa è innovazione. “È fondamentale intuire spazi nuovi, punti di convergenza settoriali che rispondano a bisogni specifici, in modo da arrivare a una vera e propria sintesi, non a un compromesso, perché il mondo non è tridimensionale, ma multidimensionale,” mi dice Karin Fischer. “Due anni fa abbiamo avuto una giusta intuizione, che in questi due anni ha saputo trasformarsi, ha dato vita a un’energia in grado di perdurare, assumendo varie forme, prima la serie Tech.Emotion – Empower Human Potential e poi il summit di Milano”.
“Il summit Tech.Emotion è una tappa importante di un percorso ambizioso, avviato con la volontà di dare il giusto valore all’impatto positivo che l’innovazione e la creatività italiana sono in grado di avere nel nostro Paese e nel mondo,” spiega Mattia Mor. “Crediamo fortemente al fatto che l’Italia possa contribuire allo sviluppo economico del mondo unendo creatività, cultura e saper fare manifatturiero ad innovazione e tecnologia. Abbiamo voluto creare una grande momento di incontro e confronto a Milano, unico nel suo genere anche a livello internazionale, per accendere un faro sulle grandi competenze e potenzialità – anche nascoste – dell’Italia, creando un ponte tra amministratori delegati, imprenditori ed investitori italiani ed internazionali, unendo l’aspetto umano ed emozionale con l’innovazione e la tecnologia”.
“Il moto di ritorno che abbiamo avuto da parte dei partecipanti [italiani e internazionali] del summit ci ha fatto capire di essere davvero riusciti a innovare il classico sistema di organizzare una tech conference,” continua Fischer, “Il dare spazio a ciò che le persone sentono e dare loro la possibilità di confrontarsi ha fatto sì che si entusiasmassero e si creasse un vero coinvolgimento, uno scambio di energia. Le emozioni sono il motore dell’innovazione, la passione spinge la curiosità, la scoperta, la creatività, il pensiero, facendoci sentire felici. Per sbloccare il potenziale italiano è fondamentale cercare di coinvolgere il maggior numero di donne e di uomini. L’avercela fatta non può più essere un’eccezione per una donna, è fondamentale riconoscere la sorellanza: ancora una volta, creare una rete, in cui ci sia uno scambio, una diversità in grado di arricchire. Io sono una giovane imprenditrice, ho due figli, e voglio che credano nel potenziale di questo Paese”.
Emotion Network, non a caso, è composta da figure con percorsi, origini ed esperienze molto lontane tra loro, pur condividendo gli stessi valori. È infatti fondamentale moltiplicare la diversità, perché è sempre un arricchimento per la visione di insieme; diversità di genere, di percorso scolastico, di classe sociale, di etnia, di generazione. Il successo non deve essere considerato un valore in sé e per sé, una vittoria a discapito degli altri, ha valore in quanto portatore di esperienza e di ricchezza condivisa. Anche il fallimento ha un enorme valore. È importante riconoscere senza imbarazzo o vergogna di aver tentato e di non avercela fatta. Non c’è nulla di moralmente sbagliato nel cadere, nel non riuscire, anzi, è fondamentale provare e riprovare, imparando dai propri stessi errori. Da qui l’intenzione di produrre contenuti audiovisivi e masterclass che raccontino storie in grado di ispirare, istruire e intrattenere.
Durante il summit, che si ripeterà a cadenza annuale, inoltre c’è stata l’occasione di mettere in luce e far emergere straordinarie startup italiane, con video dedicati in cui potevano raccontarsi in modo specifico agli investitori italiani e ai numerosi ospiti stranieri. È fondamentale riuscire a vedere spazi settoriali dove gli incumbent sono più lenti. In una logica di open innovation, di cui Enel ha parlato ampiamente, l’innovazione viene gestita in maniera nettamente diversa da come tradizionalmente fatto dai laboratori di ricerca delle corporation, in cui era caratterizzata dalla segretezza delle scoperte. L’open innovation diventa un vero e proprio assetto mentale, un nuovo modo di concepire le attività di ricerca e sviluppo in un’ottica di apertura, condivisione e collaborazione. Con la globalizzazione – economica, tecnologica e sociale – infatti la convergenza dei mercati ha reso il processo di innovazione più rischioso e ciò ha stimolato una revisione della nozione di innovazione e la necessità di ridefinire i confini dell’impresa. Tra i primi a rispondere a questo bisogno, nel 2003, è stato Henry Chesbrough con il suo saggio The era of open innovation. Non a caso come rilevato recentemente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze l’andamento del net job creation per l’intera economia italiana è molto più alto per le società nate da meno di cinque anni.
Unendo tecnologia e cultura umanistica possono essere raggiunti grandi obiettivi, Emotion Network crede fermamente in ciò e lo dimostra. “È il momento giusto per ripensare il modo di fare impresa; possiamo farlo anche attraverso grandi storie, sentiamo fortemente il dovere di ispirare, educare e intrattenere tutti coloro che condividono i nostri valori e la nostra visione del mondo”, ha dichiarato Mor. E Fischer ha concluso: “È grazie all’enorme diversità della compagine sociale che si può riuscire a far convergere diverse prospettive, trovando un punto di sintesi che unisce mondi”.