
La flessibilità non è solo una qualità da apprezzare in una giornata in cui tutto è fluito in maniera spontanea e senza ritardi o frizioni, nonostante gli imprevisti, o una qualità da apprezzare in una forma o in un movimento sportivo o artistico. La flessibilità è il principio fondante dell’evoluzione, il motore silenzioso che ha permesso alla vita di sopravvivere, mutare, reinventarsi sempre, anche quando sembrava finita. Nulla sul nostro pianeta infatti è davvero rigido se osservato abbastanza da vicino: anche le montagne si piegano col tempo, anche il DNA si riscrive, anche le convinzioni più solide cedono al flusso dell’esperienza. La flessibilità è ciò che ha permesso ai pesci di diventare anfibi, agli alberi di orientare le foglie al sole, agli esseri umani di imparare a camminare eretti e poi di immaginare l’impensabile. Ma è anche ciò che ci salva ogni volta che ci sentiamo in stallo e che la realtà ci mette all’angolo: quando un progetto salta, un sogno cambia forma, un equilibrio si rompe. Allenarsi alla flessibilità significa imparare a rispondere anziché resistere, a piegarsi senza spezzarsi, a vedere opportunità dove prima c’erano solo ostacoli, a cambiare sguardo e punto di vista. Non è cedere: è evolvere. E in un’epoca in cui il cambiamento è più veloce della nostra capacità di dargli un nome, forse la vera forza non sta nell’irremovibilità, ma nella danza leggera di chi invece di lottare con foga sa adattarsi e continuare a fiorire, comunque.
“Flexability”: flessibilità e abilità, capacità di flettersi, di essere elastici, duttili e adattabili. È questa crasi concettuale che caratterizza la presenza di Audi durante l’edizione 2025 della Design Week di Milano, e dà vita a un apax capace di sintetizzare l’impegno e la direzione assunta da tempo dall’azienda. E quest’anno informa il concept dell’Audi House of Progress, l’hub creativo di Audi progettato dallo studio olandese Drift nel cortile storico del Portrait Milano, in Corso Venezia 11 dal 7 al 13 aprile, nell’ambito della mostra-evento di Interni CRE-ACTION. La flessibilità infatti assume diverse sfaccettature, e in primis dà una sfumatura all’innovazione tecnologica del brand, che espone in anteprima mondiale la nuova A6 Avant, basata sulla piattaforma premium termica PPC. Questa visione olistica, che mescola umanesimo e scienza, sarà affidata anche ai messaggi di CRE-ACTION, che evidenzia come dalla fusione di “flexibility” ed “ability”, appunto, scaturisca il concetto che traccia il perimetro circolare in cui si iscrive l’installazione site specific “Drift Us”. L’opera, realizzata da Drift, immersiva e interattiva, è composta da ventidue steli luminosi che si attivano al passaggio dei visitatori e si ispira al movimento impresso da una folata di vento su una distesa d’erba. Il sovrapporsi di stimoli sensoriali legati a luce, suono e movenze crea una particolare coreografia, pensata per avvolgere il pubblico, i passanti e i visitatori, così come le vetture esposte e l’ambiente circostante, generando un intimo e affascinante dialogo collettivo.
Drift, fondato nel 2007, dagli artisti olandesi Lonneke Gordijn e Ralph Nauta, è composto da un team multidisciplinare di 65 persone, ed è famoso per il suo lavoro su sculture esperienziali, installazioni e performance, con opere esposte tra gli altri al CCBB di Brasilia, alla Biennale di Venezia, al Victoria & Albert Museum e al Met Museum, e parte delle collezioni permanenti di alcuni dei più prestigiosi musei del mondo. In particolare, l’attenzione dello studio, che non potrebbe essere più adatto a dar forma ai valori di Audi, si focalizza sulla ricerca nel manifestare i fenomeni e le proprietà nascoste della natura attraverso l’uso della tecnologia, con l’obiettivo di ispirarsi e imparare dai meccanismi alla base del nostro ambiente per tentare di ristabilire un legame profondo con esso. Coniugando profondità di sguardo e semplicità formale, le opere di Drift mettono in luce i parallelismi tra le strutture artificiali e quelle organiche attraverso processi decostruttivi, interattivi e innovativi. Gli artisti si impegnano a porsi e a porci domande fondamentali su cosa sia la vita e a immaginare un possibile scenario positivo per il nostro futuro, mettendo in risonanza persone, spazi e ambiente, creando esperienze che stimolino una nuova sensibilità e connessione con il nostro pianeta.
Acclarata la conferma dell’elettrico come unico orizzonte tecnologico di lungo periodo in termini di efficienza, costi produttivi e sostenibilità, la strategia di Audi si fonda sulla capacità di rispondere alle nuove istanze di un mondo in rapida trasformazione attraverso la flessibilità delle soluzioni tecnologiche sviluppate. L’attitudine di interpretare il mercato in modo proattivo, proponendo soluzioni di mobilità a basso impatto ambientale, trova quindi espressione concreta nel padiglione di quest’anno, che mostra la massima flessibilità possibile tra tecnologia termica e full electric esponendo la nuova Audi A6 Avant e l’Audi A6 Avant e-tron. Alla nuova Audi A6 termica con carrozzeria station wagon è affidato il compito di proiettare in una nuova era il concetto di vettura famigliare, evolvendo ulteriormente fattori chiave come le dinamiche di guida, l’efficienza di marcia e ultima ma non ultima digitalizzazione.
Inoltre, questo modello – caratterizzato dal comfort tipico della categoria di appartenenza – si distingue per una maggior sportività rispetto alla generazione precedente, perfezionata da finezze tecniche come le sospensioni pneumatiche adattive e lo sterzo integrale. Gli avanzamenti integrati a questo modello includono inoltre i proiettori Led Digital Matrix, interni completamente rinnovati con palcoscenico digitale e moderni motori benzina e diesel dotati di tecnologia mild-hybrid (Mhev) plus a 48 Volt, messi a punto per migliorare le performance e ridurre i consumi. All’ottima efficienza ed alla proverbiale scorrevolezza del modello, contribuisce il migliore valore aerodinamico (di Cx 0,25) mai registrato da un Avant termica.
Al tempo stesso la A6 Avant presenta un importante legame con il passato del marchio tedesco, evocando la mitica Audi 100 Avant lanciata 48 anni fa, a sua volta sinonimo di un’elegante sintesi tra forma e funzione. Il tema della relazione tra forma ed essenza è antico, ed è fondamentale per Audi. Goethe ne scrisse a lungo, riprendendo le riflessioni contenute nel De Rerum Natura di Lucrezio, ma anche nelle Metamorfosi di Ovidio. Le sue riflessioni poi ispirarono indirettamente l’architettura del maestro dell’architettura olandese Hendrik Petrus Berlage, fino a porsi alla base della famosa citazione “Form follow function” di Louis Sullivan e raggiungere anche la poetica di Mies van der Rohe, denunciando come gratuito e appunto “superficiale” ogni ornamento. La forma e la sostanza, dunque, per essere “buone”, devono essere congiunte, l’una lo specchio dell’altra. La forma non è quindi qualcosa di superficiale, ma è diretta espressione dell’essenza, e viceversa, qualcosa che non viene dato a priori ma è in continuo mutamento ed evoluzione. È proprio da questo principio che muove la ricerca progettuale e organizzativa dell’azienda tedesca. E Frank Lloyd Wright, allievo di Sullivan, non sbagliava certo quando disse che il concetto di “Form follows function” fu frainteso: “forma e funzione dovrebbero essere una cosa sola”, così come intenzione e azione, dettaglio su cui da anni la riflessione collettiva sollevata puntualmente da Audi House of Progress pone l’accento.
La presenza dell’A6 e-tron – la prima Audi Avant e Sportback a elettroni da oltre 750 chilometri di autonomia e potenza di ricarica fino a 270 kW in DC – completa di comando vocale abbinato all’intelligenza artificiale, retrovisori esterni virtuali e tetto panoramico elettrocromatico, permetterà ad Audi di presentare esempi tangibili di questa visione e della sua flessibilità tecnologica. In un’epoca in cui ogni certezza del passato sembra essere sulla soglia del mutamento, la flessibilità smette di essere un’opzione e si rivela come l’unica forma di intelligenza sostenibile. Non è solo una qualità tecnica o umana: è una postura verso il mondo, una nuova grammatica del cambiamento.
Nella visione di Audi, questa attitudine si fa tecnologia, design, ricerca e racconto. E prende forma in uno spazio – Audi House of Progress – dove estetica e funzione smettono di essere poli opposti e iniziano a dialogare, rivelando come la flessibilità possa essere anche bellezza, emozione e responsabilità. L’installazione “Drift Us” diventa così il simbolo perfetto di questo tempo nuovo: un paesaggio vivo, sensibile, che risponde alla presenza umana e si modella in tempo reale, come dovrebbe fare ogni innovazione che voglia essere davvero rilevante, innescando un dialogo proficuo tra essere umano e macchina. In fondo, la vera evoluzione non è mai statica, né lineare: è fatta di adattamenti, di ascolto, di intuizioni capaci di generare nuovi legami. E proprio in questi legami – tra persone, natura, tecnologia e valori – si gioca il futuro. Un futuro che non va solo previsto, ma realizzato. E che, per essere davvero nostro, dovrà essere, prima di tutto, profondamente flessibile.
