L’amore per la natura, di cui si parla spesso per far fronte alle conseguenze dell’emergenza climatica, è un sentimento che al giorno d’oggi – in cui siamo immersi in una cultura sempre più stratificata, complessa e tecnologica – può essere tutt’altro che spontaneo e immediato. Come ogni tipo di affetto, anche questo va seminato, nutrito e coltivato, attraverso stimoli, spunti, atmosfere e connessioni profonde. Per conoscerlo e riscoprirlo può essere importante darci tempo e ritagliarci l’occasione di dedicarci a un momento in stretto contatto con la natura.
Spesso nelle relazioni abbiamo detto o ci siamo sentiti dire che quando si è innamorati il tempo da dedicare all’altro lo si trova sempre, non importa quanto si è impegnati, stanchi o sopraffatti, e in effetti questa frase fatta, come tutti i luoghi comuni, nasconde al suo interno un nocciolo di verità. Passare un week-end in una località che non conosciamo, magari distante dai percorsi turistici più battuti, praticare attività al mare o in montagna, o nella malaugurata ipotesi di essere sagittario ascendente sagittario, decidere di imparare un nuovo sport estremo in questi luoghi, può essere il miglior punto di partenza per imparare a conoscere e a comprendere la natura. Da ragazza di pianura quale sono da sempre mi affascinano quelle persone che capiscono il mare, sanno in che direzione tira il vento, intuiscono le correnti marine, leggono le coste e il loro modo di influenzare gli elementi che le avvolgono, mentre io a ogni virata in barca a vela se non sto già cercando di vincere il mal di mare rischio di prendere la broma in testa, e a ogni pagaiata di kayak in mare relativamente aperto non posso far altro che ripetermi “Oddio adesso muoio, ma chi me lo ha fatto fare?”.
Risposta: il mio segno di fuoco, sì, ma anche – sempre – qualcos’altro, l’impressione di appartenere, con tutti i miei limiti ma anche il mio impegno, a qualcosa di molto più grande di me, che mi ricorda di essere connessa a un’infinità di altre vite. Basta osservare un fondale marino di un blu sorprendente inframezzato da posidonia dalla superficie dell’acqua, nuotare circondati dai pesci o vedere un cormorano a pesca, rendersi conto che quello stesso vento che ci spinge potrebbe anche ribaltarci da un momento all’altro, e se restiamo su, spesso, è solo perché c’è qualcun altro insieme a noi, disposto a condividere il nostro carico. In mare – anche solo per brevi tragitti – (ma anche in vetta) si capisce subito quanto sia importante agire in maniera coordinata, in gruppo, ciascuno facendo la sua parte, così come appare chiaro quali sono quei comportamenti che invece andrebbero evitati, del tutto irrispettosi dell’ambiente che ci circonda, come buttare rifiuti dalle barche, andare a motore quando con le sufficienti competenze non si rivelerebbe necessario, disturbare la fauna e così via.
Allo stesso modo mi stupisce chi sa prevedere i cambiamenti meteorologici in montagna, oppure senza toccare con mano capisce di che consistenza è una parete, se è affidabile o meno, o se sotto a un prato verde ci sono rocce pronte a staccarti pezzi di cosce se per sbaglio ci cadi sopra. D’altronde, l’amore comporta sempre dei rischi e dopo aver lanciato il cuore oltre l’ostacolo l’unica cosa da fare è viverlo con leggerezza. Ad ogni modo, anche la campagna – bistrattata da tanti – può insegnare molte cose, e in linea di massima, a parte l’inquinamento atmosferico, comporta anche meno rischi, basta avere il tempo, la voglia e l’attenzione per osservare. Conoscere il nostro ambiente, ci permette di sviluppare strumenti personali per abitarlo con più sicurezza e sentirci un po’ meno in balia degli eventi e renderci utili quando facciamo qualcosa in gruppo.
In particolare, scegliere di raggiungere un luogo lontano, o poco collegato alle reti di trasporto più comode, rappresenta già un esercizio sentimentale. Non tanto per perorare una visione dell’amore sofferto e complicato, ma a volte impegnarsi in qualcosa che all’apparenza ci appare difficile, se non impossibile, e investirci tempo, risorse ed energie in vista di una ricompensa esistenziale, può essere un modo per attivare un legame di rispetto e fiducia reciproca, addomesticare un ambiente, allo stesso modo che ha saputo raccontare così bene Antoine de Saint-Exupéry ne Il piccolo principe, il principio è il medesimo. E raramente lo sforzo non sarà ricompensato quando si tratta di natura. Per nutrire questo sentimento possiamo anche impegnarci per fare un gesto di cura per il nostro ambiente, simile a una restituzione per tutto ciò che ci offre, e per l’esistenza che ci permette di vivere. Quando si ama qualcuno, infatti, viene spontaneo proteggerlo e prendersi cura di lui, sia una persona, una casa, un animale, o un paesaggio. Questo profondo senso di affetto e appartenenza di solito lo proviamo istintivamente per i luoghi in cui siamo nati, ma può essere espanso a qualsiasi posto, anche uno che non abbiamo mai visto. È innegabile però che l’esperienza diretta sprigioni con più facilità le nostre emozioni migliori, suscitandole grazie ai nostri sensi e al senso di scoperta, gioia e meraviglia che ne deriva.
Affinché ciò possa accadere è necessario creare una profonda connessione coi luoghi che abitiamo, considerandoli qualcosa di più di uno sfondo. Non sono un’entità astratta non meglio specificata, ma lo scenario della nostra proiezione emotiva, attorno a cui costruire la nostra identità e la nostra vita. Per salvaguardarli dobbiamo ripartire da una relazione con il pianeta che si basi su valori fondamentali, come la cura e l’amore, che, pur sembrando scontati, oggi più che mai non lo sono. È quello che, ho scoperto, si sta impegnando a fare l’iconico brand MINI attraverso la sua strategia “BIG LOVE FOR THE PLANET”, un manifesto di sostenibilità, un impegno diffuso e capillare che coinvolge non solo la riduzione di CO2 nella catena produttiva e la promozione della mobilità sostenibile, ma racchiude l’impegno nei confronti di ciò che verrà e il desiderio di un mondo più pulito e sostenibile già nel presente che viviamo, intenzione che prende forma anche nel percorso per divnetare un brand completamente elettrico entro il 2030. Ed è da qui che nasce la sinergia con Plastic Free, associazione di volontariato che ha come obiettivo di informare e sensibilizzare più persone possibili sui rischi dell’inquinamento da plastica, con cui MINI promuove grandi eventi nazionali di clean-up, momenti speciali che vedono azioni concrete a livello locale per trasformare i valori in un impegno tangibile anche sul territorio. Il primo appuntamento è previsto in occasione della Giornata della Terra, il 22 e il 23 aprile, quando saranno organizzati in tutta Italia ben 400 eventi in simultanea dedicati ad azioni di pulizia: perché, di fatto, solo insieme possiamo continuare a coltivare il nostro grande amore per il pianeta.
Ormai è chiaro quanto sia urgente fare la nostra parte per ridurre le conseguenze della crisi climatica in modo da tutelare per quanto possibile il futuro della nostra specie e delle altre forme di vita, così come quello del nostro habitat. In questo contesto, per salvare l’ambiente, dobbiamo agire in prima persona, facendo partire le nostre azioni da una visione antispecista.
È ora di incarnare con la nostra vita i valori in cui crediamo. Non possiamo più aspettare che qualcuno lo faccia al posto nostro. Le nostre scelte possono essere anche piccolissime all’apparenza, ma fanno una grande differenza se abbracciate dalla collettività. Non si tratta di ideologie, ma di amore. È fondamentale lanciare un messaggio inequivocabile oltre che attraverso l’educazione tramite i nostri comportamenti. Possiamo informare le nuove generazioni rispetto alle tematiche ecologiche e ambientali non solo attraverso corsi e iniziative, ma anche dando loro un esempio concreto, per quanto a volte risulti faticoso da portare avanti nel nostro tempo quotidiano. Le parole non possono bastare, dobbiamo diventare responsabili della nostra vita e del nostro ambiente per limitare in ogni modo possibile i danni con cui ci stiamo già trovando a fare i conti.
Questo articolo è stato realizzato da THE VISION in collaborazione con MINI, che con le sue scelte di sostenibilità si impegna da tempo per il futuro e per rendere realtà il desiderio di un mondo più pulito e sostenibile già nel presente. In partnership con Plastic Free, onlus nata nel 2019 con lo scopo di informare e sensibilizzare sulla pericolosità dell’inquinamento da plastica, MINI promuove una serie di iniziative nazionali per ripulire spiagge e città. Il primo appuntamento è il 22 e il 23 aprile, per la Giornata della Terra, con 400 eventi simultanei: un’occasione per coltivare insieme il nostro amore per il pianeta.