All’apparenza un uomo qualunque, nessun segno particolare. Si chiama Lorenzo Perrone ed è stato inviato al campo di lavoro di Monowitz – collegato ad Auschwitz – dalla ditta piemontese Boetti, che aveva accettato l’incarico di svolgere alcuni lavori necessari per il suo allargamento. È l’estate del 1944, di mestiere fa il muratore. Avvicinato da un detenuto, scopre le terribili condizioni a cui i nazisti sottopongono i deportati e decide di impegnarsi a salvarlo, con quel poco che può: ruba del cibo, un maglione caldo, intrattiene la corrispondenza con la sua famiglia, addirittura riesce a consegnare un pacco contenente cioccolata, latte...
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