Come la Cia ha manovrato le elezioni del 1948 condannandoci a 50 anni di Democrazia Cristiana - THE VISION
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Ci sono momenti in cui la Storia prende deviazioni decisive. Per il nostro Paese uno di quei momenti sono state le elezioni nazionali del 1948. La conseguenza della vittoria della Democrazia Cristiana è mezzo secolo del partito al potere, con tutte le implicazioni politiche, sociali e antropologiche che ne derivano, con i tratti distintivi della Prima Repubblica che hanno caratterizzato la seconda metà del Novecento italiano. Il processo che ha contribuito a trasformare l’Italia e gli italiani in quello che siamo ancora adesso è avvenuto sotto la manipolazione della Cia.

Il quadro politico italiano dopo la Liberazione, pur con diversi momenti di tensione, si riassume con la parola collaborazione, con tutte le forze antifasciste impegnate per rimettere in moto il Paese dopo le devastazioni della Seconda guerra mondiale. Da De Gasperi a Togliatti, da Einaudi a Saragat, i principali politici mettono da parte le loro ideologie per il bene comune, collaborando a stretto contatto per la costruzione della Repubblica e della sua Costituzione. Portano a termine il lavoro dell’Assemblea Costituente anche quando arrivano i primi attriti, con il piano Marshall osteggiato dalle sinistre e De Gasperi costretto a formare, nel 1947, un governo senza socialisti e comunisti. Una volta sciolta l’Assemblea Costituente viene meno anche il clima di distensione, che lascia il posto alla campagna elettorale più violenta della storia repubblicana.

Palmiro Togliatti

Le elezioni del 1948 non sono soltanto una competizione tra partiti, ma uno scontro tra ideologie destinato a indirizzare il futuro dell’Italia a livello nazionale e internazionale. Non c’è spazio per i sofismi durante l’inizio della Guerra Fredda, e ogni mossa politica è polarizzata, costringendo a scegliere da che parte stare. A sinistra il clima è rovente per la scissione all’interno del Partito Socialista Italiano, con Saragat che si allontana da Nenni. Quest’ultimo trova però un accordo con il Pci di Togliatti per la creazione del Fronte Democratico Popolare, coalizione che tra alti e bassi sopravviverà soprattutto nelle elezioni locali fino all’invasione sovietica dell’Ungheria nel 1956, motivo della rottura tra comunisti e socialisti. La destra si divide tra i conservatori del Blocco Nazionale di Einaudi, i monarchici, e i nostalgici del fascismo riuniti sotto il Movimento Sociale Italiano di Almirante. Al centro, la Democrazia Cristiana supportata dagli Stati Uniti.

Quando Harry Truman istituisce la Cia nel 1947, una delle prime matasse da sciogliere è proprio la tornata elettorale in Italia dell’anno seguente. Il viziaccio a stelle e strisce di intromettersi negli affari delle altre nazioni per trarne vantaggio è così supportato da un’agenzia di spionaggio a suo servizio. L’eventuale vittoria del Fronte Democratico Popolare, cioè di comunisti e socialisti, rappresenta una minaccia per gli Stati Uniti, che hanno bisogno di mantenere un controllo a distanza sull’Italia per evitare un suo avvicinamento all’Unione Sovietica. La Cia entra in azione con un piano rivelato solo alcuni decenni dopo, con la declassificazione di alcuni documenti dell’agenzia di spionaggio: supportare economicamente la Dc e impedire la vittoria della sinistra attraverso tre fasi. La prima riguarda la propaganda, la seconda un’eventuale falsificazione dei risultati elettorali, mentre la terza prevede come contromisura estrema di ribaltare la vittoria della sinistra con la forza.

Sostenitori della Democrazia Cristiana durante la campagna elettorale a Roma, 1948

La certezza è che non è stato necessario ricorrere a un eventuale golpe, mentre sui brogli elettorali la Cia si è rifiutata di declassificare i documenti. Per quanto riguarda la fase uno, la prima mossa dell’agenzia statunitense è stata cercare il favore e il supporto del Vaticano. Padre Lombardi, gesuita chiamato “il microfono di Dio” per le sue prediche radiofoniche, non usa mezze misure quando c’è da indirizzare l’elettorato cattolico: “C’è un uomo, qui in Italia, che si erge a campione degli interessi nazionali, ma è un cittadino russo. Si è schierato con la Russia dei senza Dio. Costui si chiama Togliatti. Va’ fuori dall’Italia, straniero!”. Il proselitismo non si limita alle parole, al “con Cristo o contro Cristo” divenuto ormai il motto della campagna elettorale, ma arriva alla corrispondenza cartacea. La Cia decide di pagare emigrati italiani negli Stati Uniti per spedire lettere ai propri parenti rimasti in Italia. La paga consiste proprio in dollari inseriti nelle buste; in cambio bisogna scrivere nelle lettere di votare Dc, spiegando ai conoscenti italiani che sostenere la sinistra corrisponderebbe a una maledizione di Dio.

Nelle lettere, che gli storici quantificano in oltre un milione, vengono inseriti altri elementi di propaganda. Gli statunitensi sono descritti come benefattori interessati alla sorte degli italiani, mentre viene alimentato il mito dell’anticomunismo come valore fondante di una democrazia. La Dc cavalca proprio questo concetto attraverso un’iconografia con toni molto simili a uno scontro tra forze del bene e del male. I manifesti elettorali raffigurano gli esponenti di sinistra come dei nemici della patria, dei mostri dai quali difendersi. Spesso nei cartelloni appaiono anche gli statunitensi venuti in soccorso dell’Italia, con un’iconografia molto simile a quella dei primi fumetti sui supereroi arrivati in Italia alla fine della guerra. Viene lodato il piano Marshall, i 227 milioni di dollari arrivati dagli Stati Uniti in Italia come parte di un accordo più ampio tra Washington e diversi Paesi dell’Europa occidentale per risollevare le loro economie in cambio di un avvicinamento alla politica di contenimento dell’avversario sovietico culminata con il Patto Atlantico del 1949. Vengono anche promesse ulteriori concessioni come l’arrivo di navi con cibo, medicine, grano, e viene fatto intuire che un’eventuale vittoria delle forze di sinistra significherebbe un calo drastico degli aiuti statunitensi.

Manifesto di propaganda della Democrazia Cristiana, 1948

Fondi arrivano anche dalla Cia nelle casse dei partiti anticomunisti per finanziare la loro campagna elettorale. F. Mark Wyatt è un agente della Cia mandato in Italia proprio per occuparsi dei rapporti con la Dc. Nel documentario della CNN Cold War dichiara: “Il nostro referente ovviamente era Alcide De Gasperi. Mi ha detto che non dovevamo sostenere solo il suo partito, un partito clericale vicino al Vaticano, ma anche i socialdemocratici, i repubblicani e il partito liberale”. In pratica i principali avversari del Fdp. “Avevamo sacchi di denaro che abbiamo consegnato a politici selezionati, per sostenere le loro spese durante la campagna elettorale. Erano affidabili, potevano mantenere il segreto sulla provenienza dei loro fondi. Ci sarebbe piaciuto farlo in modo più sofisticato: passare borse nere per influenzare un’elezione politica non è davvero una cosa tanto attraente, ma abbiamo avuto solo pochi mesi per farlo”.

Alcide de Gasperi

Mentre la Dc accusa la sinistra di essere un pericolo perché troppo vicina all’Unione Sovietica, i democristiani riescono a creare con i fondi arrivati da Washington una propaganda martellante su temi molto lontani da quelli toccati negli ultimi anni: non si parla più della ricostruzione del Paese, ma ci si concentra soltanto sulla demonizzazione dell’avversario. Gli stessi uomini che si sono seduti insieme per scrivere la Costituzione si sono ritrovati, nel giro di pochi mesi, a lanciarsi accuse infamanti. La Cia continua intanto a pubblicare false lettere attribuite ai leader del Fronte Democratico Popolare, dipingendoli come soggetti in grado di minare gli equilibri dell’Italia. Il clima si inasprisce al punto che lo stesso De Gasperi inizia a parlare di “puzzo acre di guerra civile”, con i contadini al Sud e gli operai delle fabbriche del Nord che rivendicano i propri diritti in modo sempre più acceso. La Chiesa intercede per placare gli animi, ma spingendo gli elettori verso i centristi. La Dc, sconfitta alle recenti elezioni comunali, comincia a guadagnare un sempre più ampio consenso.

Alle elezioni di aprile la Democrazia Cristiana ottiene dodici milioni di voti contro gli otto del Fronte Democratico Popolare. Il piano della Cia ha sicuramente dato un ampio contributo a questa vittoria. Una vittoria che ha segnato la storia italiana per più di 50 anni e che, nonostante la dissoluzione della Democrazia Cristiana nel 1994, continua a influenzarla ancora oggi.

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