La prima volta in cui ho sentito parlare dell’ASMR ero al pc, con un attacco di panico in corso. Avevo già avuto altri episodi: in giorni diversi, con molta vergogna, avevo cercato prima l’aiuto da casa come nei quiz televisivi e poi l’aiuto di una terapeuta, come nei Sopranos: questo mi aveva reso più sicura di me e degli strumenti a mia disposizione per contrastare l’ansia, ma non aveva eliminato del tutto la possibilità di trovarmi a testa china su una tastiera mentre cerco di concentrarmi sulla respirazione piuttosto che sul pensiero che stia per accadere qualcosa di orribile.
Diversi studi hanno dimostrato che social network come Facebook possono amplificare sentimenti di frustrazione, paura, rabbia e scarso senso del proprio valore, soprattutto negli adolescenti, ma fortunatamente esistono altrettanti luoghi virtuali capaci di esser d’aiuto proprio per superare questi stati. YouTube, in casi del genere, mi sembra un posto fantastico, basta sapere cosa cercare: i discorsi motivazionali tratti da pellicole hollywoodiane come quello di Al Pacino in Ogni maledetta domenica; le evoluzioni di vari teneri esemplari del regno animale, decisamente più carini di qualsiasi cosa m’abbia ridotta a cercarne una testimonianza online; o Lana del Rey in Love, canzone che può risultare tranquillizzante quanto uno Xanax. Ci sono anche video più specifici, da quelli sulla gestione diretta dello stress emotivo a quelli che propongono una meditazione guidata, così come è possibile praticare yoga o seguire tutorial per scaricare l’ansia con l’esercizio fisico: io non so quale di loro, quel pomeriggio, mi ha fatto approdare sul canale “Le note del silenzio ASMR”; so che l’attacco di panico è passato grazie a una gentile sconosciuta che aveva registrato mezz’ora e passa di sussurri, bisbigli, fruscii di stoffe e spazzole, ticchettii di dita sul microfono e altri suoni allo scopo di rilassare gli utenti del suo canale, dove “ogni video è pensato per donare benessere, tranquillità e pace”. Con me c’era riuscita. Di più: passato il momento peggiore, invece che mollare il colpo o ritirarmi in posizione fetale sul divano, io m’ero asciugata gli occhi e, senza quasi rendermene conto, ero tornata al lavoro e l’avevo finito continuando ad ascoltare altre registrazioni di suoni ovattati e mormorii. Com’era possibile? Cosa avevo ascoltato? Chi e cosa dovevo ringraziare: la mia suggestionabilità, una qualche recondita e miracolosa funzione del cervello umano o una misteriosa youtuber?
ASMR è un acronimo. Sta per “Autonomous Sensory Meridian Response”, in italiano “risposta autonoma del meridiano sensoriale” e descrive un particolare tipo di esperienza che nasce come una sensazione di piacevole formicolio del cuoio capelluto, arriva alla nuca, si estende a spalle, schiena e tronco come un leggero brivido e conduce al rilassamento profondo, inducendo persino il sonno. Tutto ciò si manifesta per lo più in maniera involontaria, in risposta a determinati stimoli uditivi e visivi esterni. L’interesse e la curiosità scientifica in merito sono cresciuti nel tempo: nel 2012, Tom Stafford, docente di psicologia e scienze cognitive all’Università di Sheffield, affermava che per quanto il fenomeno potrebbe essere reale, è intrinsecamente difficile da studiare; oggi, anche in seguito alla diffusione mediatica, ci sono molte più ricerche a riguardo. Nel saggio “More than a feeling” se ne comparano due, una realizzata online su larga scala e l’altra condotta in laboratorio. In entrambi i casi la risposta dei partecipanti alla sperimentazione è stata positiva: se l’esperienza ASMR avveniva – non è detto che ciò accada per tutti e alla stessa maniera, per questo è difficile catalogarla – risultava in grado di apportare benefici per la salute mentale e fisica degli ascoltatori. La pratica è stata definita anche orgasmo cerebrale, ma i puristi del genere non apprezzano per niente il riferimento all’eccitazione sessuale. Molte persone riferiscono, piuttosto, di aver provato questo genere di sensazione fin da bambini, anche se è Internet, e più nello specifico YouTube, ad aver permesso loro di darle un nome e, soprattutto, una forte identità comunitaria.
Gli spettatori dei video ASMR sono, infatti, milioni. Sollecitano nuovi video, raccontano le loro esperienze, danno consigli, ma il commento più ricorrente è di ringraziamento: per un momento di calma e di benessere, per una dormita, per aver aperto un mondo o uno spiraglio di pace nel caos. Anche gli ASMRtists, gli ideatori del materiale audiovisivo progettato appositamente per indurre il fenomeno, sono tantissimi, al centro di classifiche, recensioni, discussioni sull’efficacia dei loro video. Ci sono anche topic sugli artisti del genere che però non producono più video, così come esiste una categoria di ASMR non intenzionali, ovvero non prodotti allo scopo di rilassare e che ci riescono comunque: i più noti sono quelli della serie “The Joy of Painting”, realizzati dal pittore Bob Ross, protagonista di video in cui, di base, dipinge nuvole, montagne e alberi incoraggiando il pubblico a far lo stesso.
Che siano volontarie o meno, le tecniche utilizzate da chi realizza video ASMR sono le stesse: di base c’è il whispering, il sussurro con intonazione dolce e pacata direttamente al microfono binaurale – adatto, cioè, a una registrazione tridimensionale del suono per riprodurre il più fedelmente possibile le caratteristiche di una percezione acustica diretta – e il role-play in cui sono inscenate e interpretate diverse situazioni e ruoli, dalla sessione di make up alla visita di un dottore. Ci sono poi i no speaking, in cui sono i rumori d’ambiente a prevalere: dal suono prodotto da una spazzola su un tappeto a quello di un pennello da trucco sul microfono fino al ticchettio delle dita su una tastiera. Moltissimi video hanno una componente ludica, in altri casi è la funzione meditativa a essere preponderante, ma anche il già citato elemento erotico trova spazio in video in cui sono presenti mugolii, sospiri e altri suoni prodotti con la bocca come schiocchi di piccoli baci, morsi e slinguazzate direttamente sul microfono opportunamente rivestito con finte orecchie: il risultato ricorda la scena di Stasera a casa di Alice di Carlo Verdone, in cui Ornella Muti fa la doppiatrice di film porno, ma le visualizzazioni sono moltissime anche in questo caso e i commenti vanno ben oltre il “grazie per la bella dormita”.
Nelle registrazioni ASMR più viste, la sensazione più ricorrente, condivisa nei commenti o addirittura esplicitata direttamente in video dall’ASMRtist è quella di avere qualcuno che si avvicina e sussurra nelle nostre orecchie parole che capiamo, ma solo fino a un certo punto, perché il suo tono è troppo basso. Era quella che avevo sperimentato anch’io, ma invece di calmarmi, quella percezione mi aveva fatto scattare in piedi, certissima di avere qualcuno alle spalle (ed ero sola in casa, in piena notte). In “The Internet Whisperers”, uno degli episodi della serie di documentari Follow this, progetto di BuzzFeed trasmesso da Netflix, la giornalista Scaachi Koul si trova alle prese con una particolare versione dell’ASMR: quella dal vivo, offerta da Whisperlodge, una sorta di spa per i sensi a cui si accede bendati: l’esperienza, per lei che pure aveva apprezzato i benefici delle registrazioni, è stata, a suo dire, la più complicata mai avuta.
Tra gli ASMRtist ci sono anche uomini come Ricky Odriosola che, in un video da un milione e quattrocentomila visualizzazioni, recita il ruolo del fidanzato perfetto che ti accoglie in casa dopo una giornataccia e ti fa le coccole. All’inizio del video, un disclaimer avverte di non guardarlo se ci si ritiene offesi da qualsiasi cosa possa apparire sensuale, ma personalmente, nonostante la voce di Ricky sia profonda e il tono gentile e molto dolce e lui dica tutte le parole giuste, ho avvertito una strana sensazione di terrore. Era la stessa provata guardando un video di Gentle Whispering, ragazza che ha un primato di iscritti e racconta di produrre video ASMR perché “in questo mondo di stress e caos” vuole “consolarci, condividere il suo amore e cura con noi, farci sentire rilassati e privi di stress”. “Lascia che ti tenga compagnia nei momenti difficili, lascia che ti calmi e ti aiuti a dormire nelle notti agitate, lasciami essere tua amica”, scrive nella presentazione del canale e per molti funziona e all’inizio aveva funzionato anche con me, almeno fin quando non mi sono chiesta perché ai tempi dei messaggi vocali di amici e genitori con cui risultiamo connessi 24 ore su 24, circa 800mila persone hanno avuto bisogno di ascoltare una sconosciuta estremamente garbata che parla a voce bassissima per venti minuti mentre mangia rumorosamente pasticcini turchi, senza peraltro poter interagire direttamente con lei né assaggiare i dolcetti.
E se ad attrarre tante persone non fosse allora semplicemente l’attivazione di un trigger, una sorta di “reminiscenza emozionale” che in questo caso porta al rilassamento, ma la possibilità di non dover esperire questo stato tanto intimo in presenza di un altro essere umano? Uno sconosciuto che ci sussurra nelle orecchie potrebbe dunque farci del bene, ma solo a patto che sia lontano da noi e non abbia alcun genere di legame con noi? Perché la verità è che sì, soffriamo d’ansia, di attacchi di panico, non riusciamo a dormire, abbiamo difficoltà a concentrarci, cerchiamo sostegno, cerchiamo una cura, desideriamo qualcuno che ci conosca e ci parli e ci capisca, ma è anche necessario anche che questo qualcuno sia solo un’idea, solo una voce che, senza chiedere nulla in cambio, ci ripete che va tutto bene fin quando non ne siamo convinti anche noi. E domani da capo. Una cosa del genere credo l’abbia fatta già qualcuno per noi, molto tempo fa, se siamo stati fortunati: nostra madre, magari quando eravamo ancora nel suo grembo. E sì, esiste un video ASMR in cui è riprodotta proprio questa situazione.