C’era un periodo in cui eravamo convinti che i social – Facebook in particolare – fossero una cosa passeggera. Abbiamo visto morire MSN Messenger, i vari MySpace, Netlog e tutte quelle altre piccole e insignificanti realtà simili fra loro che per la nostra generazione costituiscono l’archeologia di internet. Nonostante nessuno di noi abbia una palla di cristallo per decretare se anche Twitter e Instagram siano destinati o meno a sparire, ciò che invece sembra propenso a durare ancora per un bel po’ è l’intreccio indistinguibile che si è creato tra la “vita vera” e quella online. Al di là della conseguenza più tangibile, quella che passa attraverso l’iper-comunicazione a cui siamo sottoposti, e di cui gioviamo, gli scambi umoristici per immagini sono diventati il pane quotidiano della nostra vita social.
Senza aprire quella che sarebbe un’immensa parentesi sul mondo dei meme e delle loro infinite diramazioni – sia a livello semiotico che linguistico – a oggi non è strano che le nostre madri ci inoltrino su Whatsapp qualche divertentissima “vignetta” bottom text. Dalle campagne pubblicitarie alle chat di gruppo con le compagne di palestra, il linguaggio dei meme è ormai di uso comune, anche a livello inconscio, e come tutte le cose che escono dalle nicchie per diventare di dominio pubblico ha generato anche conseguenze negative. Uno su tutti, il proliferare della cultura bomberista e delle varie pagine che si sono elette a portatrici di questa pregevole scuola di pensiero. Ma a riempire le fila della filosofia di vita “ignorante”, oltre alla schiera di “pastori” ben pronti a impugnare birra da 66 e zappa per “andare a comandare” non poteva certo mancare la controparte femminile. E così, se da un lato c’è il bomber di Sesso Droga e Pastorizia, dall’altro c’è la versione rosa, capitanata da una pagina che conta quasi un milione di follower su Facebook e che su Instagram lo supera pure: Alpha Woman.
Della pagina che inneggia all’ignoranza e alla vita rupestre e che ripugna la mollezza di spirito contemporanea avevamo sentito molto parlare nel marzo del 2017, quando Selvaggia Lucarelli – con una strategia a mio parere del tutto discutibile, ma comunque efficace – aveva vinto la battaglia contro Sesso Droga e Pastorizia fino a farla chiudere. Con la sua diatriba, Lucarelli ha avuto il merito di fare uscire il mondo delle pagine bomberiste fuori dalla loro bolla, smascherando inconsapevolmente un fenomeno tipico di internet, ovvero la divisione netta che esiste tra gli utenti in base a quello che vedono sui social, la famosa appunto “filter bubble”. È normale che un compagno del liceo che conosciamo solo di sfuggita e con cui non abbiamo poi nulla in comune si ritrovi a seguire un certo tipo di pagine, non è altrettanto scontato che la nostra professoressa di lettere sia a conoscenza della loro esistenza.
E così, messa sotto la luce del sole, l’isola dei “pastori veri” si è trovata costretta a chiudere battenti, ma di certo non a sparire, perché su internet non sparisce quasi nulla, al massimo si trasforma in qualcos’altro. Oggi, SDP la ritroviamo infatti su Instagram con appena due milioni di follower, mentre il franchising dell’ignoranza che va avanti a suon di volgarità misogina e umorismo “nero” si mantiene solido attraverso una fitta rete di pagine. E come non dare spazio anche alle donne ciniche e senza peli sulla lingua che non si fanno sedurre dal buonismo? Così, per sopperire alle mancanze dei pastori, nasce l’Alpha Woman. Perché va bene adattarci a parlare di calcio, ma anche noi donne abbiamo bisogno di meme sagaci e brillanti.
Già dall’immagine del profilo della pagina si intuisce quale possa essere la filosofia su cui si fonda la figura dell’Alpha Woman, oltre all’evidente richiamo al concetto di maschio alpha. C’è infatti una donna vestita in modo molto femminile, con tacchi e vestito succinto, ma in mano ha una sigaretta e una bottiglia di qualcosa che presumiamo essere alcolico. È questo il messaggio su cui si fonda tutto: l’idea di una femminilità curata e non da boiler – come sono soliti chiamare le “cozze” – ma allo stesso tempo capace di trangugiare una bottiglia di Jack Daniel’s e non avere problemi il giorno dopo, una spavalderia “ignorante” che porta queste donne a usare termini per descriversi come “ciniche” e “ironiche”, che è esattamente l’escamotage linguistico usato dalle pagine bomberiste. Perché prendere sul serio una battuta razzista quando la si può tranquillamente legittimare con un invito a farsi una risata? Fino ad arrivare a quel punto in cui l’ironia bonaria non finisce proprio per alimentare quel discorso politico sul buonismo e sull’indignazione facile di chi si oppone a una tendenza presente che ha portato in Parlamento esattamente quei trattori tanto osannati.
L’umorismo della donna alpha, dunque, punta su concetti chiave reiterati all’infinito, in un perenne scherzo identico a se stesso, che pone la femminilità “vera”, alpha, in contrapposizione a quella “beta”: un’esatta riproduzione degli schemi maschili. I temi principali sono sempre gli stessi: il proprio aspetto fisico problematico, gli uomini, l’alcol, il sempreverde “mai una gioia” e l’attitudine revival rispetto a oggetti, personaggi o addirittura modi di essere del passato (in particolare gli anni Novanta), acclamati come indiscriminatamente migliori. Tutto ciò si può riassumere con una parola inglese che viene usata tantissimo su internet proprio riguardo a questo genere di intrattenimento, ovvero il concetto di relatable, quella sensazione di trovarsi di fronte a una cosa che ci rappresenti molto, il “c’est moi” di internet. Relatable è tutto ciò che ci comunica allo stesso tempo un senso di appartenenza a una certa categoria ontologica che trasmette un senso sia di minoranza sfigata, ma anche di unicità: per esempio, le modelle sono magre senza stare a dieta, mentre noi comuni mortali dobbiamo vedercela con il diavolo per perdere qualche chilo; oppure, tutto il filone sul cibo, che contrappone al modello precostituito per cui le ragazze, quelle in riga, mangiano poco, mentre le donne alpha non hanno paura di mostrare la loro vera natura. E dunque vai di hamburger e patatine.
Tutta l’ironia che si fonda su quest’idea di “diversità” rispetto a un canone, la convinzione di essere fuori dal coro e strane, uniche, “pazze”, viene immediatamente tradita dai numeri che fanno pagine simili: in sostanza, se sei davvero parte di quella minoranza che declami, non ti trovi a ribadirlo con altre novecentomila follower che si sentono tutte matte perché invece dei gioielli vogliono gli arrosticini. Il legame con la matrice anglofona di questa pagina, peraltro, è talmente evidente da tradire anche una certa scarsità di contenuti originali, quando ci sono meme presi e tradotti senza citare nessuna fonte e applicandoci sopra il marchio di Alpha Woman. Un’azione abbastanza comune al regolamento tacito di internet, ma non particolarmente encomiabile quando si traduce in un vero e proprio guadagno, considerato che con quel brand le donne alpha ci hanno fondato su un business niente male. È un travisamento dei principi di base di internet e della sua comunità: dove tutto è accessibile e senza fonte precisa, dove non c’è un autore che reclami la paternità di un meme perché semplicemente non esiste, servirsi di quello spazio e dei suoi prodotti gratuiti per vendere i propri a pagamento non è il massimo: è un po’ come se ci mettessimo a vendere l’acqua delle fontanelle per strada.
Oltre all’impostazione umoristica ed estetica condivisa, però, Sesso Droga e Pastorizia e Alpha Woman hanno un vero e proprio rapporto di affiliazione, considerato che il fondatore della pagina era proprio uno degli admin di SDP. Le pagine sembrano infatti avere in comune anche il destino tragico del ban, visto che lo scorso aprile anche questa pagina era stata chiusa con la motivazione di non rispettare il codice di Facebook. In quell’occasione, l’amministratore si era dichiarato amareggiato dallo stato di censura che si trovava a subire. Ma la condanna è durata poco, e Alpha Woman continua a essere presente con tutti i suoi novecentomila e passa fan e soprattutto con il suo contributo all’affermazione di certi stereotipi di genere e a certe dinamiche sessiste, sempre e comunque difese dallo scudo del “politicamente scorretto” e dello humor nero – concetto che ritengo piuttosto travisato e abusato. Se qualcuno ti dà della troia, tu blastalo dicendo che sua mamma lo è di più – coronando il tutto con qualche frase da manuale di meme scadenti tipo “la tocca piano”, “ma ha anche dei difetti”; esaltiamo il luogo comune sulle donne che si fanno amici maschi solo per scroccare loro cene e passaggi; rinforziamo una volta per tutte l’idea che le donne sono tutte gelose, che gli uomini sono tutti dei porci traditori; e perché no, usiamo il bel faccione di Salvini per trarne un meme dai velati riferimenti a una cultura dello stupro.
Le conseguenze di una realtà come Sesso Droga e Pastorizia o di quella molto più edulcorata di Alpha Woman, ovviamente, non sono tangibili se non nella misura in cui ci fanno prendere atto di ciò che i nostri coetanei possono trovare divertente, nonostante ai miei occhi appaiano come aggregatori di banalità e cattivo gusto. Uscendo dalla propria bolla – un esercizio molto semplice da fare oggi che il filtro sociale è tanto a portata di mano – è facile rendersi conto di quanto il discorso possa essere lontano da quello che siamo soliti sentire, specialmente nei temi ambigui come quelli legati ai ruoli di genere, agli stereotipi. Probabilmente si tratta solo di una pagina che fa umorismo di bassa qualità, e basta non visitarla per non esserne infastiditi. Eppure si tratta anche del riflesso del modo di pensare di un bel po’ di donne e di uomini e, per quanto innocente e frivolo possa essere, il risultato di ciò che viene prodotto è comunque parte di un preciso settore di internet che fa capo alle stesse persone. Non so dire quale sia all’interno della rete il punto in cui bisognerebbe porre un argine, se sia o meno legittimo volerlo porre, e non è giusto credere che se una cosa non fa ridere me allora non abbia senso di esistere. Solo che ho la sensazione che oltre a un semplice “e fattela una risata” dentro queste realtà covi qualcosa di più radicato e malsano.
Integrazione di martedì 26 giugno 2018 ore 16.30
Una precedente versione dell’articolo affermava che Mike Molisano fosse un attuale admin della pagina Sesso Droga e Pastorizia. L’informazione è stata corretta specificando che Mike Molisano non ricopre più questo ruolo.
*Con riferimento all’articolo “Come Alpha Woman ha riciclato l’umorismo, declinandolo al femminile” pubblicato il 25/06/18, riportiamo di seguito le precisazioni richieste da Mike Molisano, per come pervenute alla Redazione:
“In qualità di amministratore di Alpha Woman, con la presente Vi segnalo l’erroneità di alcune informazioni da voi pubblicate nel seguente articolo:
– Non sono l’admin di Sesso Droga e Pastorizia, come potete notare nella loro pagina Instagram (https://www.instagram.com/
– Rifuggo qualsiasi associazione tra la pagina Sesso Droga e Pastorizia e la mia pagina Alpha Woman, sia essa di tipo commerciale (abbiamo due store online separati), o di tematiche (SDP è una pagina che si fonda sul maschilismo, Alpha Woman si è fatta promotrice di campagne social contro il body shaming e la violenza sulle donne).”