Negli USA i contagi giornalieri sono il doppio che in Italia, ma Trump pensa già a riaprire tutto

Secondo le rilevazioni della John Hopkins University negli Stati Uniti ci sono attualmente 47.175 casi confermati, di cui quasi la metà (23.230) nello Stato di New York. Questo fa del Paese il terzo Stato più colpito dal virus, dopo la Cina e l’Italia. Ma se la prima si avvia verso la fine della quarantena, dopo più di due mesi, e la seconda è stata quella che con più celerità ha accolto le misure di lockdown, Washington non sembra andare nella stessa direzione. Il Presidente Donald Trump ha infatti dichiarato che non ha intenzione di estendere per “mesi” le misure di contenimento, e che annuncerà presto la riapertura delle attività commerciali. “Se fosse per i medici,” ha detto, “ci chiederebbero di fermare il mondo intero, ma questo avrebbe conseguenze ben peggior del problema che le ha generate”. Nel frattempo, però, 16 stati si sono mossi in maniera indipendente, imponendo a un totale di 158 milioni di cittadini di stare a casa.

Quella del Presidente Trump non è comunque un’opinione solitaria all’interno del partito Repubblicano. Il vice governatore del Texas Dan Patrick ha fatto intendere in un’intervista a Fox News che preferirebbe morire piuttosto che veder collassare l’economia del Paese, e che è sicuro del fatto che molti altri statunitensi sarebbero pronti a fare lo stesso. “Da cittadino di una certa età,” ha detto, “puoi anche mettere a rischio la tua sopravvivenza per lasciare che l’America resti quella che amiamo per i tuoi figli e nipoti. Se questa è la posta in gioco, io ci sto. Penso che ci siano molti nonni come me là fuori.”

Secondo le rilevazioni del Centers for Disease Control and Prevention, stiamo parlando della morte di un numero che va tra 200mila e 1,7 milioni di morti.

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