Idrossiclorichina: è il nome del farmaco anti-malaria che Donald Trump ha più volte descritto come la cura alla COVID-19, sebbene la sua efficacia non sia stata confermata dalla comunità scientifica. A fine marzo, un uomo è morto e sua moglie è finita in gravi condizioni per aver assunto un liquido destinato alla pulizia degli acquari che conteneva clorichina, proprio dopo aver sentito il Presidente elogiare le doti curative di questa sostanza. Da allora, il dottor Anthony Fauci, a capo della task force governativa contro la pandemia, ha più volte cercato di ridimensionare le aspettative della popolazione nel farmaco, specificando che al momento si tratta di una semplice ipotesi. Donald Trump non ha però smesso di tesserne le lodi.
Ora il New York Times ha rivelato che il Presidente potrebbe avere un piccolo interesse finanziario nella Sanofi, la casa farmaceutica francese che produce la versione commerciale dell’idrossiclorichina. Il principale azionista di questa compagnia, infatti, è un fondo mutualistico di Ken Fisher, uno dei principali donatori del partito Repubblicano; inoltre, la famiglia Trump ha investimenti in un altro fondo di cui fa parte anche Sanofi. Nell’amministrazione attuale, infine, anche il segretario al Commercio Wilbur Ross è legato economicamente alla casa farmaceutica francese.
Secondo le stime di MarketWatch e Washington post, l’interesse monetario del Presidente Trump è minimo, quasi ridicolo: tra i 100 e i 1.500 dollari. Il Post però fa notare che questo potrebbe essere aumentato proprio in virtù delle scoperte di queste ultime settimane, che appunto individuano nell’idrossiclorichina una possibilità per sconfiggere la pandemia. Inoltre, scrive il sito di analisi finaziaria, esistono anche interessi satellite del Presidente, meno evidenti, come gli investimenti nel mercato europeo dei fondi indicizzati, che potrebbero portare a Trump molti più soldi di quelli stimati fino ad ora.