
Il Dpcm del 10 aprile scorso, entrato in vigore oggi, prevede riaperture per alcune attività produttive, come la produzione di computer e l’industria del legno, e di poche tipologie di commercio al dettaglio come le librerie e i negozi di abbigliamento per neonati. Le restanti misure, comprese le restrizioni per gli spostamenti, rimarranno in vigore almeno fino al 3 maggio, mentre ci si prepara alla Fase 2 di convivenza con il virus.
Ogni regione, attraverso le proprie ordinanze, ha scelto se aderire o meno alle riaperture del Dpcm. In Lombardia, il governatore Fontana ha previsto che librerie e cartolerie rimangano chiuse, mentre resta valido l’obbligo di mascherina per chi esce di casa. La chiusura di questi esercizi commerciali è in vigore anche in Campania, dove invece i negozi di articoli per la prima infanzia resteranno aperti due giorni a settimana e soltanto al mattino, e in Piemonte.
Il Lazio concede alle librerie di riaprire il 20 maggio, con un lasso di tempo sufficiente a mettere in sicurezza e sanificare i locali, mentre l’Emilia Romagna opta per una riapertura diversificata, non prevista nelle “zone arancioni” delle province di Piacenza e Rimini. Toscana e Sicilia recepiscono le direttive del Dpcm, mentre Veneto e Liguria si preparano a un “soft lockdown”. Nella regione governata da Luca Zaia rimangono valide le chiusure, ma è concessa l’attività motoria anche oltre i 200 metri da casa con obbligo di mascherina e guanti. Giovanni Toti per la regione Liguria concede la riapertura di orti e frutteti, nonché la manutenzione degli stabilimenti balneari, dei chioschi, dei cantieri navali e dei campi da calcio e da golf.
