Secondo cinque diversi team di ricerca, la pandemia da coronavirus sta influenzando il modo in cui sogniamo, in particolare producendo sogni strani o disturbanti causati dallo stress emotivo a cui siamo sottoposti quotidianamente.
Secondo uno studio intrapreso a marzo dal Center for Research in Neuroscience di Lione, c’è un aumento del 35% tra i partecipanti che ricordano cosa hanno sognato, il 15% dei quali dichiara di aver fatto incubi. Un riscontro simile arriva dall’Associazione italiana di medicina del sonno, che ha studiato i sogni degli italiani in quarantena: aumentano gli incubi e i disturbi del sonno, con sintomi ricollegabili a quelli del disturbo da stress post traumatico. L’Associazione aveva studiato anche le reazioni al terremoto dell’Aquila nel 2009, ottenendo uno scenario simile.
Stando ai racconti raccolti dagli studiosi, le persone o sognano di morire a causa del coronavirus (tipica risposta del disturbo post traumatico) oppure fanno sogni molto strani, popolati dai simboli del trauma. In particolare, il virus viene raffigurato come un mostro, un insetto, un assassino o uno zombie. Secondo la psicologa Deirdre Barrett, ciò è dovuto al fatto che l’oggetto della nostra paura, il virus, è invisibile e necessita di essere visualizzato in qualcosa di concreto.