Il Parlamento ungherese, con 137 voti favorevoli e 53 contrari, ha deliberato il 30 marzo le misure per il contrasto al coronavirus, che includono anche pieni poteri per il premier Viktor Orbán. Il primo ministro non solo avrà la facoltà di governare per decreto e di abrogare leggi senza passare dall’aula, ma le elezioni sono sospese sine die, così come le riunioni del Parlamento. È inoltre previsto il carcere chi farà propaganda contro le decisioni del governo. Al momento l’Ungheria ha 492 casi confermati di COVID-19 su una popolazione di circa 10 milioni di abitanti.
L’esecutivo promette che si tratta di una misura temporanea, ma la mozione dell’opposizione che chiedeva un limite massimo di 90 giorni è stata respinta. I partiti di minoranza hanno gridato al “golpe” e alla “dittatura”, ma il portavoce di Orbán, Zoltán Kovács, ha dichiarato che il “90% degli ungheresi è d’accordo sullo stato di emergenza”.
La Commissione europea ha espresso preoccupazione per la strada autoritaria intrapresa da Orbán, mentre secondo il Consiglio d’Europa “uno Stato d’emergenza illimitato e incondizionato non può garantire il rispetto di regole e valori della democrazia”. Fidesz, il partito del primo ministro, era già stato sospeso dal PPE, il gruppo europarlamentare di cui faceva parte, ed ora sembra che Orbán sia deciso a fondare un nuovo gruppo sovranista insieme a Lega e Fratelli d’Italia. Matteo Salvini ha plaudito su Twitter la decisione del parlamento ungherese, definendola “libera scelta”, mentre secondo Giorgia Meloni anche in Italia “si limita la libertà a colpi di decreto”.