Le città con più inquinamento sono anche quelle dove si verificano più morti da Covid-19. È quanto emerge da una ricerca – non ancora sottoposta a peer review né pubblicata – della T.H. Chan School of Public Health dell’università di Harvard, che ha analizzato 3.080 contee americane, monitorando i livelli di PM 2.5 e il numero dei contagi. La conclusione è che esiste una “grande sovrapposizione” tra le morti da Covid-19 e altre malattie associate all’esposizione prolungata al particolato.
Secondo gli autori della ricerca l’esposizione nel lungo periodo aumenterebbe la vulnerabilità nei confronti del virus: ad esempio, se l’area di Manhattan avesse abbassato i propri livelli di PM 2.5 di un solo punto negli ultimi vent’anni, si sarebbero verificate 248 morti in meno. Al momento, la città di New York ha registrato 4.009 decessi da coronavirus, risultando la città più colpita degli Stati Uniti.
Secondo Francesca Dominici, la statistica italiana che ha condotto lo studio ad Harvard, questa ricerca potrebbe aiutare le aree più a rischio per gestire il prevedibile scoppio dell’emergenza sanitaria, come la Central Valley in California. La ricerca si inserisce in un corpo più ampio di studi sulla correlazione tra il nuovo coronavirus e l’inquinamento, come quello condotto da alcuni ricercatori delle università di Bari, Bologna, Milano e Trieste e di medici della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), che avevano scoperto come i contagi in Lombardia seguissero andamenti simili ai picchi di concentrazioni di particolato atmosferico.