Mentre si avvicina la Festa della Liberazione, la destra italiana e gli ambienti neofascisti approfittano della pandemia per boicottare il 25 aprile. Ignazio La Russa di Fratelli d’Italia ha proposto in una diretta Facebook di convertire la celebrazione in una giornata in ricordo “delle vittime di tutte le guerre”, comprese le vittime della COVID-19. La proposta è stata rilanciata anche da altri esponenti del partito, che parlano di una festa troppo “divisiva” in un momento in cui servirebbe unità nazionale, chiedendo di sostituire la tradizionale “Bella ciao” con “La canzone del Piave”.
L’appello è stato accolto anche da una rete di gruppi neofascisti che hanno riunito le proteste contro il 25 aprile su Facebook e Telegram con la catena “Noi siamo popolo” che, secondo La Repubblica, ha visto oltre 20mila adesioni. Il progetto sarebbe quello di “scendere per strada” sventolando il tricolore, ignorando le attuali misure di distanziamento sociale. A sostenere l’iniziativa c’è anche Forza Nuova, che auspica un “25 Aprile nero” contro la “dittatura sanitaria”.
Secondo il ministero dell’Interno queste sono minacce da non sottovalutare. “I nostalgici delle marce su Roma e dei salti nel cerchio di fuoco provano ad approfittare della situazione di difficoltà del Paese per riproporre le loro idee deliranti”, ha dichiarato il viceministro Matteo Mauri a Repubblica. “A partire dall’abolizione del 25 aprile come Festa della Liberazione o chiamando tutti in strada con pentole e fischietti contro lo Stato. Purtroppo per loro lo Stato c’è, e non starà a guardare”.