Sono ormai più di 2mila gli operatori sanitari italiani contagiati dal coronavirus

La già delicata situazione in cui versa il sistema sanitario nazionale è aggravata dai contagi del personale medico e infermieristico. Secondo l’ultimo bollettino dell’Istituto Superiore della Sanità, con i dati aggiornati al 15 marzo, sarebbero 2.026 gli operatori sanitari contagiati. L’incremento è particolarmente allarmante in Piemonte, dove il numero dei medici che hanno contratto il virus sarebbe raddoppiato nel fine settimana, fino ad arrivare a casi davvero singolari, come il commissariamento dell’Asl Torino5, i cui dirigenti risultano tutti positivi. Da qui è scattata la decisione della rimozione del capo dell’unità di crisi della Regione, Mario Raviolo, dopo le proteste dell’Ordine dei medici chirurghi di Torino e l’esposto dell’Anaao-Assomed. Secondo i medici, infatti, l’unità di crisi non avrebbe garantito la sicurezza sul lavoro, esponendo i sanitari al contagio.

Dall’inizio dell’emergenza, il personale sanitario denuncia gravi carenze nella disponibilità dei dispositivi di protezione individuale come mascherine FFP2, guanti, visiere e tute. A questo proposito, anche in altre procure sono arrivati gli esposti dei sindacati degli operatori sanitari, anche per protestare contro l’art.7 del decreto legge n. 14 del 9 marzo 2020, che ha disposto che i sanitari asintomatici non siano più messi in quarantena. Tutto questo mentre non vengono sottoposti a tampone: “Personaggi pubblici e calciatori risultano positivi al COVID perché sottoposti a tamponi in assenza di sintomi, mentre ai medici e ai sanitari non vengono più fatti”, denuncia Pina Onotri, Segretaria generale del Sindacato medici italiani in una lettera al ministro della Salute Speranza. “Chiediamo, per questo, che i medici siano sottoposti in modo generalizzato al tampone, anche se asintomatici, onde evitare di lavorare in assenza di adeguate protezioni e al fine di non diffondere il contagio”.

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