“Il giardino delle vergini suicide”, al contrario di altri film che raccontano l’adolescenza, più passano gli anni più rinforza il suo valore universale e astratto dal tempo. Ed è qui che risiede la differenza tra il racconto e la creazione di un’estetica, che parte da un lavoro di reinterpretazione di icone e topoi narrativi che prescindono dal periodo in cui prende luogo il racconto.