Cinque giorni dopo l’inizio dell’invasione russa, l’Ucraina continua a resistere su tutti i fronti - THE VISION

Cinque giorni dopo l’inizio dell’invasione dell’Ucraina, l’avanzata dell’esercito russo va molto peggio di quanto previsto dal Presidente Vladimir Putin. Nonostante il numero minore di soldati e mezzi militari a disposizione, le truppe ucraine continuano a resistere su tutti i fronti. Gli scontri più feroci si sono registrati durante le ultime ore nella capitale Kyiv e a Kharkiv, seconda città del Paese. Il ministero dell’Interno ucraino ha affermato che sarebbero stati uccisi 352 civili ucraini e altre 1.684 persone sarebbero ferite. Sulle vittime militari non sono state condivise informazioni. Secondo l’Onu, più di 368mila persone sono già fuggite dall’Ucraina nei Paesi vicini per sfuggire agli scontri.

“I Paesi occidentali non stanno soltanto imponendoci sanzioni ostili, ma leader di grandi Paesi della Nato stanno facendo affermazioni aggressive nei confronti della Russia”, ha dichiarato Putin, annunciando di aver messo in allerta il sistema di deterrenza nucleare. Per il ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba “vuole mettere pressioni sulla delegazione in viaggio verso la Bielorussia per i negoziati” previsti oggi.

Sul fronte economico, l’Unione europea ha deciso di interdire il proprio spazio aereo a ogni veicolo, militare o civile, di proprietà russa, oltre a escludere le maggiori banche russe dal sistema di pagamento swift. Inoltre, è previsto il blocco delle transazioni della banca centrale russa. L’Ue finanzierà con 500 milioni di euro l’acquisto di armi per la resistenza ucraina. Sono le misure più dure mai imposte contro qualunque Paese. “Per la prima volta, l’Unione europea finanzierà l’acquisto e la consegna di armi e di altre attrezzature a un Paese che è sotto attacco”, ha detto la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

L’Unione istituirà anche  un meccanismo di coordinamento con l’esercito ucraino per rispondere alle sue richieste nel minor tempo possibile. Inoltre, sul fronte mediatico, l’Ue ha deciso di bloccare l’attività dei siti di informazione statale russi Russia Today e Sputnik per evitare che diffondano fake news atte a giustificare la guerra di Putin.

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