Mentre il mondo scruta i cieli sopra la Cappella Sistina in attesa della fumata bianca e le telecamere puntano sulle mani dei cardinali chiuse in preghiera nella speranza di intervistare quello che fra qualche giorno salirà al soglio pontificio, in pochi si chiedono chi stia coprendo il costo di tutto questo. Non in termini metaforici o spirituali. Ma proprio in termini di bilancio statale, tasse, soldi pubblici. Perché per quanto la liturgia cattolica continui a reiterare la sua rappresentazione di spiritualità universale, l’elezione del papa – come ogni evento del Vaticano – è un affare molto terreno. E lo Stato...
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