Nel 1952, lo scrittore e anarchico svedese Stig Dagerman pubblica su un periodico un monologo dal titolo Il nostro bisogno di consolazione. Si tratta di pagine sofferte, in cui Dagerman racconta la condizione di profondo soffocamento e ansia da prestazione a cui si sentì sottoposto per tutta la vita. Si sentiva schiavo del proprio nome e del proprio talento a tal punto da “non farne uso per timore di averlo perso” e se la prendeva con chi, soprattutto nel mondo dell’editoria, gli chiedeva continue prestazioni: “È privo di senso sostenere che il mare esista per sorreggere flotte e delfini. Lo...
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