Quando la notizia di 600 bambini nati malformati è scomoda per la campagna elettorale

Esistono diversi tipi di propaganda: c’è la tendenza a inondare di parole gli elettori con promesse, proclami e giravolte oratorie, e poi esiste una strategia più subdola, eppure altrettanto incisiva, il “non detto”. Omettere qualcosa, sottrarre invece che aggiungere, permette alle forze politiche di mantenere quell’immagine di pulizia che con solerzia hanno costruito, nascondendo gli aspetti più spinosi è uno dei metodi più usati per ottenere, ma soprattutto mantenere, il consenso. A questo scopo, può accadere, ad esempio, che un governo decida di tenere i cittadini all’oscuro di notizie spiacevoli, come quella che riguarda i 600 bambini nati malformati a Taranto.

Lo stabilimento Ilva di Taranto

La denuncia è partita da Angelo Bonelli, coordinatore nazionale dei Verdi, che ha citato uno studio epidemiologico intitolato Sentieri. La ricerca parla di 600 casi di “malformazione congenita”, un numero superiore alla media su base regionale, registrati a Taranto nel periodo 2002-2015 e di  “un numero di casi di tumore in età pediatrica giovanile in eccesso rispetto all’atteso”. I dati dello studio sono stati anticipati in una postilla della Valutazione danno sanitario dell’Ilva, un documento del ministero dell’Ambiente datato dicembre 2018. La presentazione ufficiale dello studio Sentieri sarebbe dovuta avvenire il 21 maggio 2019, ma è slittata al 4 luglio: la prima data cadeva a ridosso delle elezioni europee, nei giorni caldi della campagna elettorale, mentre il 24 giugno è previsto l’arrivo dei ministri Cinque Stelle a Taranto. Ecco quindi che la data più adatta è sembrata quella di inizio luglio, a tempesta finita. Sembra proprio che quella del governo sia stata una mossa di strategia elettorale, fatta sulla pelle dei cittadini. Il presidente di Peacelink, Alessandro Marescotti, si è per questo scagliato contro Palazzo Chigi, specialmente sui Cinque Stelle: “Il M5S doveva aprire il parlamento come una scatoletta di tonno. Far vedere la terribile realtà a ridosso del voto è sconveniente, vero? Aprono la scatoletta con i morti, i malati e i malformati il 4 luglio, quando ormai avremo già incontrato Di Maio,” in riferimento all’incontro del 24 giugno a Taranto. 

Angelo Bonelli

La questione Ilva è uno dei nodi principali del tradimento del M5S. Ovviamente non hanno alcuna colpa sulla vicenda dei bambini nati malformati e sui danni che i tarantini, specialmente gli abitanti del rione Tamburi, stanno subendo per via dell’inquinamento causato dall’acciaieria. Il problema è l’ipocrisia di chi ha promesso per anni la chiusura dell’Ilva, la bonifica dell’area e la riconversione, per poi rimangiarsi tutto e giustificare il dietrofront parlando di clausole impossibili da annullare. Sembrerebbe quasi che il M5S, quando era all’opposizione, abbia sbraitato promettendo l’irrealizzabile con l’unico intento di raccattare voti, e poi, solo dopo aver raggiunto il potere, abbia letto le carte e si sia fatto un’idea più chiara della vicenda – e non solo di questa. Questa giravolta non è passata inosservata e i tarantini non l’hanno presa bene: nei mesi scorsi hanno insultato i deputati del M5S, costretti a fuggire scortati dalla polizia, mentre alle europee il Movimento ha preso nella città pugliese circa il 20% in meno rispetto allo scorso anno. Anche perché la Puglia è stata anche la terra di un altro tradimento grillino, quello del gasdotto Tap, finito con il rogo delle tessere del Movimento e le scuse di Di Battista.

Giulia Grillo, ministra della Salute, ha commentato la vicenda su Facebook, scrivendo però alcune inesattezze. Ha detto che “I dati saranno illustrati in una conferenza stampa il 4 luglio prossimo”, per poi aggiungere che “la pubblicazione, prevista un anno fa per il 21 maggio, è slittata perché nel frattempo si sta lavorando ai nuovi dati su Taranto”. Tuttavia non si tratta del 21 maggio dello scorso anno, come lascia intendere lei, ma del 2019, come dimostra anche Peacelink, che ha pubblicato la locandina dell’evento dell’Istituto superiore di sanità, con tanto di nomi di esperti pronti a intervenire, gettando qualche ombra sulla attendibilità del commento della ministra. Il fatto che la ministra della Salute sia incappata in un errore del genere può far pensare che si sia trattato di uno sbaglio – il che stigmatizzerebbe una certa inadeguatezza di Grillo – oppure che abbia fornito consapevolmente un dato non chiaro. In entrambi i casi, il danno è ormai fatto.

Giulia Grillo

Sul contratto di governo l’ex Ilva è stata liquidata con poche frasi, un accenno a “un programma di riconversione economica basato sulla progressiva chiusura delle fonti inquinanti”. Poco dopo l’insediamento del governo gialloverde, Beppe Grillo ha realizzato un video sul suo blog spiegando che “Nessuno ha mai pensato di chiuderla”, smentendo anni di battaglie grilline, per poi auspicare a un utilizzo dei fondi europei per creare una realtà simile al bacino della Ruhr in Germania. Carlo Calenda ha subito replicato: “Ho visto il video di Grillo dove, da una terrazza sul mare in stile Grande Gatsby, delirava su riconversione in parco giochi della prima acciaieria europea, e mi sono venuti i brividi”. Poi si è arrivati alla realtà dei fatti, a Luigi Di Maio costretto a seguire quasi in fotocopia il piano-Calenda e inchinarsi ad ArcelorMittal. 

La realtà è che la politica del pressapochismo può dare vantaggi quando non si occupano posizioni di potere, quando è semplice cavalcare l’onda della protesta senza avere in mano una soluzione, ma poi si sgretola alla resa dei conti, quando è necessario tradurre gli schiamazzi della campagna elettorale in fatti concreti. È da irresponsabili illudere la gente che soffre, e parlando di Taranto il dolore è una macchia approvata, certificata dai dati scientifici, visto che il tasso di mortalità – per tumori, problemi cardiovascolari e altre patologie – è ben oltre la media nazionale, e addirittura superiore a “zone rosse” come la Terra dei Fuochi in Campania. Durante i giorni ventosi le scuole vengono chiuse, le finestre sigillate a causa di una presenza massiccia di metalli pesanti ad alta tossicità. Piombo, nichel, molibdeno, rame, selenio, vanadio, zinco e platino superano altamente la soglia tollerabile, così come le sostanze gassose rilasciate dagli stabilimenti che causano problemi polmonari anche mesi dopo l’esposizione. Le zone di Tamburi e Borgo, adiacenti alle ciminiere, hanno un tasso di mortalità quadruplo rispetto al resto della città, e la mortalità infantile è più alta del 21% rispetto alle altre province pugliesi. È questa la politica: fronteggiare la realtà dolorosa, evitando la faciloneria e l’incompetenza che si nascondono nelle promesse irrealizzabili.

Una donna residente a Tamburi (Taranto) mostra i residui di metalli tossici depositati sulla finestra di casa sua

La speranza è che la ministra Grillo faccia pubblicare immediatamente i dati in suo possesso, il rapporto già pronto, senza attendere ulteriormente soltanto per convenienze elettorali. Tanto sull’ex Ilva hanno già tradito gli elettori, i pugliesi sono ormai delusi e non ha senso continuare la pantomima dei voti da raccattare, quando c’è di mezzo una responsabilità politica. Non è colpa del M5S se 600 bambini sono nati malformati, ma oscurare la notizia per indorare la pillola è il più vile degli atti, e il Paese intero non lo merita.

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