Non è facile spiegare bene il perché senza risultare snob o reazionari, ma sono sempre più convinta che il digitale abbia tolto qualcosa in termini di bellezza al cinema contemporaneo. Non è una questione di nostalgia dei tempi andati – forse, anche, ma quando si parla di cinema è concesso – o di resistenza luddista nei confronti della tecnologia di oggi: le immagini impresse sulla pellicola hanno un altro spessore. È stata una sorta di epifania che collego alla visione di Lazzaro Felice, il secondo film di Alice Rohrwacher uscito nel 2018, quando guardando le immagini girate dalla regista ho...
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