C’erano anni in cui per diventare “uomini veri” bisognava tacere, resistere, indurirsi. Non piangere mai, allenarsi duramente, nascondere tutto ciò che poteva somigliare a una fragilità. La virilità non era un’identità, ma una prestazione quotidiana: una divisa da indossare, un copione da recitare, una maschera da non togliere mai. Si tramandava di padre in figlio, di caserma in caserma. Era un addestramento invisibile che produceva uomini duri, sì, ma spesso spezzati dentro. Chi non era pronto a quella performance rischiava l’esclusione, il disprezzo, l’umiliazione sociale. Oggi, molti uomini sentono nostalgia di quei tempi, pur non avendo mai vissuto la guerra....
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