Io non so se effettivamente quel che ci appare sui social sia ciò che siamo, ma in tal caso l’algoritmo di Instagram sta provando a farmi capire che la mia vita è una merda. Se prima il mio feed “era tutta campagna” – gattini, rovesci di Federer e scene di film di Nanni Moretti – adesso sono entrato nel rabbit hole dei tizi che provano a dirmi in venti secondi di reel come dare un senso alla mia esistenza. Non so se sia un segno, una grande macchinazione della mia psicoterapeuta in combutta con Meta o una sceneggiatura posticcia di...
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